Mediobanca: crescita con Banca Generali, rischi con Mps

Piazzetta Cuccia chiude il terzo trimestre con utile invariato sull’anno precedente e ricavi saliti del 5%. Il Ceo Nagel esalta la trasformazione del gruppo in un player diversificato leader nel Wealth management e avverte: il management del MontePaschi non ha un track record adeguato. Il 19 maggio acconto dividendo.

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Nove mesi di crescita in tutte le divisioni

E’ un comunicato pieno di enfasi quello con cui Mediobanca venerdì 9 maggio ha diffuso i risultati del terzo trimestre e dei primi nove mesi dell’esercizio 2024-2025. Il comunicato esalta i risultati raggiunti dalla banca di Piazzetta Cuccia, la crescita che potrà raggiungere con l’acquisizione di Banca Generali e sottolinea i rischi dell’eventuale integrazione con il MontePaschi, che su Mediobanca ha lanciato un’offerta pubblica di scambio per conquistarne il controllo.

L’amministratore delegato Alberto Nagel sottolinea che “Mediobanca ha confermato nei nove mesi, malgrado le incertezze dello scenario, la crescita di tutte le sue divisioni, consolidando le principali iniziative del Piano 23-26”. A Piazza Affari il titolo reagisce con un rialzo dell’1,5% a 19,64 euro.

“Tutte le piattaforme – recita il comunicato - sono state potenziate, attraendo i migliori talenti; l’offerta di servizi è stata ampliata e riposizionata sempre più sul modello Private Investment Banking, con un ottimo riconoscimento da parte dei clienti e dei consulenti. L’aggregazione tra Banca Generali e Mediobanca, che abbiamo annunciato lo scorso 28 aprile e che porteremo per approvazione da parte degli azionisti nell’assemblea del 16 giugno, completa il percorso di trasformazione del gruppo Mediobanca in player diversificato, focalizzato su business ad elevata crescita e basso assorbimento di capitale, eccellente per creazione di valore per gli stakeholder”.

I dubbi sul management di Siena

Con oltre il 50% dei ricavi nel Wealth Management ed oltre 210 miliardi di masse della clientela, Nagel assicura che Mediobanca “diventerà un leader del Wealth Management, punto di riferimento nel panorama finanziario italiano ed europeo”.

La posizione ufficiale sulle operazioni in corso è chiara. Mentre la combinazione tra Mediobanca e Banca Generali “permette di creare valore per tutti i portatori di interesse”, l’Ops lanciata da MontePaschi su Mediobanca “presenta numerosi fattori di rischio”. In particolare, la realtà aggregata “avrebbe un profilo di banca commerciale di medie dimensioni indifferenziata, ad elevato assorbimento di capitale, altamente sensibile al contesto macroeconomico, senza rafforzamento in alcuno dei segmenti di attività e rimanendo immutati i rischi insiti nel bilancio di MontePaschi”. Altro importante elemento di rischio è “l’assenza di track record manageriale di Mps nel wealth management e nel corporate investment banking”.

Nel terzo trimestre l’utile di Mediobanca non cresce

Quanto ai risultati, il terzo trimestre, definito “solido” nel comunicato, si è chiuso con un utile invariato rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso a 333,5 milioni di euro, su ricavi cresciuti del 3% a 920 milioni. Lo sviluppo maggiore è stato nella divisione CIB (banca d’investimento), il mestiere tradizionale di Mediobanca, che ha fruttato ricavi per 226 milioni di euro (+17%). Dal Wealth Management sono arrivati 247 milioni (+6%) e dal credito al consumo (la controllata Compass) 326 milioni (+7%). In calo (-16%) i ricavi dall’attività assicurativa, pari a 106 milioni.

I primi nove mesi dell’esercizio mostrano un utile di 993 milioni, in crescita del 5%, su ricavi pari a 2.767 milioni, anch’essi cresciuti del 5%. Il rapporto costi/ricavi è migliorato al 42,5%. Migliorato anche il ROTE (rendimento del patrimonio netto tangibile), salito al 14% (+60 punti base). Il Cet1, principale indice di solidità patrimoniale, è al 15,6%.

La banca distribuirà un acconto sul dividendo di 0,56 euro per azione con stacco il 19 maggio e saldo a novembre.

Confermate le indicazioni sull’intero esercizio 2024-2025

Nel comunicato Mediobanca conferma le precedenti indicazioni su come chiuderà l’esercizio attualmente in corso, con la previsione di una raccolta netta al 30 giugno di 9-10 miliardi di euro. I ricavi risulteranno in crescita, con commissioni in aumento low double digit e margine di interesse resiliente (nonostante l’attesa discesa dei tassi di interesse), grazie alla forza del credito al consumo, in grado di assorbire la riduzione dei rendimenti degli altri attivi.

La remunerazione degli azionisti vedrà il completamento del piano di buyback in corso (385 milioni, già attuato per il 71%), un cash-pay out del 70% (acconto di dividendo a maggio 2025 e saldo a novembre 2025) e ulteriori decisioni sui buyback che verranno comunicate entro la fine dell’esercizio.

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