Mediobanca, mosse e contromosse dei soci con Generali sullo sfondo


I cambi nel capitale sociale di Mediobanca arrivano dopo l’avvio delle ostilità da parte di Del Vecchio e Caltagirone nella partita del cambio dei vertici di Generali.


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Il patto in Mediobanca

Ieri è stata una giornata movimentata in Mediobanca, anche se sembra essersi trattato solo del calcio d’inizio della partita che attenderà l’istituto di Piazzetta Cuccia nei prossimi mesi.

Il nucleo dei soci industriali raccolti nel patto di consultazione è riuscito a riportare al 10% la sua quota, dopo l’uscita della famiglia Benetton, giustificata con un’esigenza di neutralità nello possibile scontro futuro.

L’assemblea del patto aveva approvato all’unanimità l’arrotondamento della quota e l’ingresso di Monge, gruppo di alimenti di animali, entrato nel capitale Mediobanca solo un anno fa.

La famiglia Monge si unisce al gruppo Gavio, salito all’1,25% dal precedente 0,6%, a Lucchini, cresciuto allo 0,53% (dallo 0,38%), mentre Angelini e la famiglia Acutis attraverso Vittoria Assicurazioni aveva già aumentato la loro quota rispettivamente allo 0,45% e allo 0,25%.

Nei prossimi mesi, però, la quota del patto potrebbe crescere, visto il 5% del capitale in mano ad azionisti storici come Bolloré, Unipol, le famiglie Della Valle e Bertazzoni che potrebbero aggiungersi, mentre non si escludono ulteriori aumenti da parte degli attuali componenti del patto.

Le mosse di Del Vecchio

I cambi all’interno del patto rappresentavano una sorta di contromossa rispetto alle scelte di Del Vecchio, che apriva la partita in Mediobanca, primo azionista dell’istituto con il 18,9%.

Nei giorni scorsi, infatti, il patron di EssiLux chiedeva al cda di proporre l’eliminazione della clausola statutaria che prevede la presenza di tre manager di Mediobanca in consiglio e aumentare il numero dei consiglieri indipendenti.

La prossima settimana il board dell’istituto si riunirà per valutare questa proposta da presentare poi in assemblea il 28 ottobre prossimo.

L’incrocio Mediobanca-Generali

Piazzetta Cuccia, però, non è l’unico terreno di scontro della partita ma le origini vanno ricercate a Trieste. L’accoppiata Del Vecchio – Caltagirone aveva fischiato il calcio di inizio nei mesi scorsi, mettendo in discussione i vertici di Generali e aumentando le loro quote settimana dopo settimana, incrementando la pressione sui vertici della compagnia in vista dell’assemblea del prossimo aprile.

Proprio ieri Caltagirone aumentava nuovamente la sua presenza in Generali e saliva al 6,37%, portando al 12,8% la quota del patto tra i due soci insieme a quella di Fondazione Crt.

Dall’altro lato del campo, Mediobanca sentiva la pressione, in quanto il patto si avvicinava alla sua quota, ferma al 12,9% e preparava la contromossa con l’accorrere dei francesi: un prestito di diritti di voto per l’assemblea organizzata da Bnp Paribas che portava la banca ad allungare fino al 17,2%.

Con la ‘testa’ dell’ad di Generali e la composizione del cda sul piatto, la prossima assemblea di Generali rappresenterà sicuramente un appuntamento interessante e i mesi che ci separano alla prossima primavera riserveranno sicuramente molte altre mosse e contromosse.

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