Mediobanca, Nagel sconfigge la coppia Delfin/Caltagirone


L’opposizione è riuscita ad attrarre solo il 2% del capitale non in suo possesso nel corso dell’assemblea dei soci, pertanto Piazzetta Cuccia prosegue in continuità con la gestione attuale.


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L’assemblea di Mediobanca

Affluenza record e sconfitta netta per l’opposizione guidata dal duo composto da Delfin e Caltagirone. Questo il risultato dell’assemblea ordinaria e straordinaria degli azionisti di Mediobanca, svoltasi nel weekend.

I freddi numeri indicano una partecipazione in rappresentanza del 76,82% del capitale della banca, percentuale più alta degli ultimi dieci anni.

La holding di Benetton, Delfin, era presente con il 19,74% del capitale, mentre l’imprenditore romano Francesco Gaetano Caltagirone aggiungeva agli sfidanti il 9,98%, sommando insieme il 29,72%.

Tra i punti all’ordine del giorno c’era l’approvazione del bilancio al 30 giugno 2023, la distribuzione di un dividendo lordo unitario di 0,85 euro a ciascuna delle azioni aventi diritto in pagamento dal prossimo 22 novembre (record date 21 novembre), previsto stacco della cedola n. 39 il 20 novembre.

Inoltre, l’assemblea ha autorizzato l’acquisto di azioni proprie fino al 2% del capitale (pari a massime 17.000.000 azioni), oltre all’utilizzo delle stesse, senza limiti o vincoli temporali, per eventuali operazioni straordinarie, esecuzione di piani di compensi a favore del personale del gruppo, vendita sul mercato e ‘fuori mercato’ (OTC) nonché per annullamento, operazione autorizzata nei giorni scorsi da BCE.

A piazza Affari, intanto, il titolo Mediobanca reagisce bene al risultato in continuità con la gestione uscente e guadagna circa l’1% nella prima ora di scambi, toccando un massimo di 10,94 euro.

I numeri della sconfitta

Argomento caldo dell’assemblea era ovviamente il rinnovo del consiglio di amministrazione e la lista del board uscente ha ottenuto la maggioranza delle azioni rappresentate con il 52,60%, pari al 40,41% del capitale sociale, mentre l’opposizione Delfin/Caltagirone ha ricevuto il 41,74% dei titoli, corrispondente al 32,06% del capitale. Terza la lista di Assogestioni con il 4,64% delle azioni e pari al 3,56% del capitale sociale.

L’assemblea ha fissato in 15 il numero dei componenti del consiglio: Renato Pagliaro, Alberto Nagel, Laura Cioli, Valérie Hortefeux, Francesco Saverio Vinci, Laura Penna, Vittorio Pignatti Morano, Angel Vilà Boix, Virginie Banet, Marco Giorgino, Mana Abedi e Maximo Ibarra, tratti dalla lista presentata dal cdA, Sandro Panizza e Sabrina Pucci tratti dalla lista presentata da Delfin e Angela Gamba tratta dalla lista presentata da Assogestioni.

Successivamente si è riunito il nuovo cda, nominando presente Renato Pagliaro e confermando Alberto Nagel quale amministratore delegato, con Massimo Bertolini segretario del consiglio e Francesco Saverio Vinci direttore generale, tutti in carica fino all’approvazione del bilancio al 30 giugno 2026.

Poco consenso

La lista Delfin/Caltagirone ha ottenuto il 32,06% del capitale, attraendo così soltanto il 2,34% del capitale non in loro possesso, numeri che danno il senso di una sconfitta.

I due, però, non hanno approfittato dell’occasione per spiegare ai soci e alla comunità finanziaria le loro motivazioni e l’intervento di Nagel non ha voluto sottolineare la sua vittoria.

“Siamo ben contenti che Delfin partecipi al nostro cda e dia un contributo”, in quanto “le voci critiche per noi sono salutari e utili”, rispondeva così il manager alle domande dei soci in assemblea.

“Ci sono stati due temi che hanno impedito di trovare un accordo, uno di carattere tecnico: sarebbe stato un accordo tra un cda e due azionisti con una partecipazione complessiva superiore alla soglia di opa”, mentre “si è registrata una divergenza di vedute sui temi di governance soprattutto tra il consiglio e Delfin”, proseguiva l’ad.

“Non è stato un tema di 3, 4 o 5 posti, ma un tema di impostazione e di tecnica”, ha aggiunto ancora Nagel.

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