Mercati in allerta, sale l’indice della paura

L’indice della volatilità delle opzioni (VIX) è salito sopra quota venti punti, non capitava da circa un mese.
Il Brent stamattina è a 77,5 dollari il barile, ieri +5%.
Il greggio è salito di circa il 10% dal momento del lancio dei missili di Teheran su Israele.
Il leader supremo dell’Iran, Ayatollah Ali Khamenei dovrebbe dire qualcosa in più sulla strategia del paese, nel sermone delle preghiere del venerdì.
Thomas Mucha, Geopolitical Strategist di Wellington Management ha alzato ieri al 45%, le possibilità di una guerra aperta tra Israele e Iran, il precedente 35% era comunque nella parte alta del suo sistema di misurazione del pericolo.
Negli Stati Uniti è stato raggiunto tra le parti un accordo provvisorio sui salari dopo lo sciopero che da martedi’ paralizza i porti della east coast americana. Lo riporta stamattina la Cnn.
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Il balzo del petrolio e l’incremento dei tassi di rendimento delle obbligazioni hanno pesato ieri sull’azionario degli Stati Uniti. L’indice S&P500 ha chiuso in ribasso dello 0,2%. Sulla parità il Nasdaq grazie alla spinta di Nvidia e della pattuglia di titoli associati all’intelligenza artificiale.
L’indice della volatilità delle opzioni (VIX) è salito sopra quota venti punti, non capitava da circa un mese.
Il Treasury Note a dieci anni si è spinto sui massimi dell’ultimo mese a 3,84%, sei punti base in più del giorno prima.
PETROLIO
I prezzi si sono stabilizzati stanotte dopo un'impennata dovuta ai timori per la crisi mediorientale, mentre gli investitori attendono la risposta di Israele all'attacco missilistico dell’Iran. Il Brent stamattina è a 77,5 dollari il barile, ieri +5%.
Il greggio è salito di circa il 10% dal momento del lancio dei missili di Teheran su Israele. Ieri il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha detto che stava "discutendo" di possibili attacchi israeliani ai siti petroliferi iraniani, qualche ora dopo ha detto che una guerra totale in Medio Oriente è ancora evitabile.
Il leader supremo dell’Iran, Ayatollah Ali Khamenei dovrebbe dire qualcosa in più sulla strategia del paese, nel sermone delle preghiere del venerdì.
Tony Sycamore, analista di mercato di IG, ritiene improbabile che il petrolio iraniano venga preso di mira, poiché potrebbe riaccendere l'inflazione proprio mentre le banche centrali mondiali lottano per ridurla. "Invece, è più probabile che Israele prenda di mira fabbriche di armi critiche e installazioni militari, in modo simile alle azioni intraprese ad aprile", ha scritto.
"Se la crisi dovesse degenerare in uno scontro diretto, "c'è il rischio che il petrolio iraniano (il 4% dell'offerta globale) venga tagliato fuori da embarghi o azioni militari", ha aggiunto, "la potenziale perdita dell'offerta iraniana potrebbe essere compensata dal ritorno del petrolio libico e dall'aumento della produzione saudita, dato che i tagli volontari all'offerta scadranno il 1° dicembre”.
ALLERTA GEOSTRATEGICA MASSIMA
In Medio Oriente il rischio di un conflitto su larga scala è in aumento e Thomas Mucha, Geopolitical Strategist di Wellington Management ha alzato ieri al 45%, le possibilità di una guerra aperta tra Israele e Iran, il precedente 35% era comunque nella parte alta del suo sistema di misurazione del pericolo.
“In sostanza, ritengo che ora si tratti di un “testa o croce” e che quindi richieda un'attenzione più ampia in termini di portafoglio. Pur rimanendo fiducioso che la deterrenza militare degli Stati Uniti e una diplomazia chiara/aggressiva nei confronti dell'Iran e di Israele possano mantenere questo conflitto sotto un relativo controllo, la situazione continua a degenerare e ogni sviluppo porta con sé una nuova serie di incertezze” si legge nella nota di ieri. Secondo Mucha, già in questo momento di rischio estremo e di incertezza massima, si può affermare che il rischio geopolitico strutturalmente più elevato “continua a costringere i policymaker di tutto il mondo, compresi quelli di Capitol Hill, a dare priorità alle questioni di sicurezza nazionale, a volte a scapito dell'efficienza economica, che dovrebbe sostenere i temi della sicurezza nazionale a lungo termine, tra cui la difesa tradizionale, l'innovazione della difesa e l'adattamento/resilienza al clima”.
SCIOPERO
Negli Stati Uniti è stato raggiunto tra le parti un accordo provvisorio sui salari dopo lo sciopero che da martedi’ paralizza i porti della east coast americana. Lo riporta stamattina la Cnn, riferendo che i membri dell'International Longshoremen’s Association torneranno al lavoro oggi. Secondo una fonte dell'emittente, le parti hanno concordato di estendere il contratto scaduto fino al 15 gennaio e di far riprendere l'attivita' mentre vengono elaborati i dettagli finali e l'accordo viene ratificato dalla base.
Le borse dell’Europa dovrebbero aprire intorno alla parità. Future Dax di Francoforte +0,1%. Ieri l’indice Ftse Mib di Milano ha chiuso in ribasso dell’1,5%.
In Asia, la borsa di Hong Kong è tornata a salire dopo la flessione di ieri. Hang Seng +2%, sulle aspettative di una ripartenza dei consumi durante la lunga vacanza della Golden Week iniziata venerdì scorso.
Si sta per chiudere con un lieve rialzo la tribolata settimana del mercato finanziario di Tokyo, indice Nikkei +0,2%, - 3% il bilancio settimanale provvisorio.
TITOLI
Stellantis. A conclusione della terza e ultima tranche del piano di buyback sulle azioni 2024, fino a 1 miliardo di euro, la società detiene azioni proprie pari al 3,95% del capitale.
Banca Monte Paschi. E' possibile che la banca sia parte del terzo polo bancario in Italia. Lo ha detto il direttore generale del Dipartimento Economia del Mef, Marcello Sala.
Telecom Italia. L’Italia punta ad avere una sola società di reti in fibra ottica operante nel Paese. Lo ha detto il direttore generale del Dipartimento Economia del Mef, Marcello Sala. Oggi il gruppo terrà una riunione del Cda per discutere l'offerta preliminare da 700 milioni di euro che ha ricevuto per Sparkle, secondo quanto riferito a Reuters da due fonti.
Eni deciderà riguardo alla cessione di ulteriori partecipazioni in Plenitude ed Enilive tenendo presente che vuole quotare le due società in borsa e mantenere la maggioranza del loro capitale. Lo ha dichiarato ieri l'Ad Claudio Descalzi a margine di un evento romano.
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