Meta, faro dell’antitrust UE per l’uso dell’IA in WhatsApp

La Commissione europea sarebbe pronta ad avviare un’indagine sulle modalità di integrazione del sistema ‘Meta AI’ nel servizio avvenuta all’inizio di quest’anno.
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Meta nel mirino dell’UE
L’integrazione dell’intelligenza artificiale nell’app di messaggistica WhatsApp di Meta Platforms sarebbe finita nel mirino dell’antitrust dell’Unione europea. L’indiscrezione è stata riportata oggi dal Financial Times, precisando che la Commissione europea sarebbe pronta ad avviare un’indagine sulle modalità di integrazione del sistema ‘Meta AI’ nel servizio avvenuta all’inizio di quest’anno.
Secondo il media statunitense, la Commissione dovrebbe annunciare già nei prossimi giorni l’avvio delle indagini, anche se la tempistica potrebbe ancor cambiare.
Il FT riferisce inoltre che l'indagine sarà condotta in base alle norme antitrust tradizionali anziché fare riferimento al Digital Markets Act, legislazione di riferimento dell'Unione attualmente impiegata per monitorare i servizi cloud di Amazon e Microsoft al fine di applicare eventuali restrizioni.
Il lancio dell’IA in WhatsApp
Meta aveva lanciato la sua funzione di intelligenza artificiale su WhatsApp a marzo in tutti i Paesi europei, dopo aver inizialmente ritardato l'introduzione a causa del 'complesso sistema normativo' della regione.
La funzione è progettata per essere un assistente AI all'interno della funzione di chat dell'app in grado di suggerire prompt e testo aggiuntivo per compilare i messaggi.
Le autorità antitrust italiane stanno già indagando su Meta relativamente alle accuse di aver utilizzato la sua posizione dominante per integrare l'intelligenza artificiale in WhatsApp senza il consenso degli utenti.
La lotta contro le big tech
Negli ultimi anni l'UE ha intensificato la pressione sulle Big Tech, cercando di arginare potenziali abusi di mercato, poiché poche aziende esercitano un enorme potere nel settore digitale. La legislazione, il Digital Markets Act, ha stabilito una serie di regole da seguire e da evitare per i principali attori del mercato al fine di arginare i comportamenti anticoncorrenziali.
Ad aprile, Meta aveva ricevuto una multa di 200 milioni di euro (233 milioni di dollari) per presunta violazione di tali norme, e nel novembre 2024 le era stato ordinato di pagare 798 milioni di euro per aver collegato il suo servizio Facebook Marketplace al suo social network, cosa che le autorità di regolamentazione hanno definito un abuso di posizione dominante.
Questi contrati hanno visto il presidente degli Stati Unit, Donald Trump, attaccare la regolamentazione tecnologica e antitrust dell'UE che ostacola le aziende del Paese Nordamericano. Ad agosto, ha minacciato di imporre nuovi dazi e restrizioni all'esportazione su tecnologie avanzate e semiconduttori in rappresaglia alle tasse sui servizi digitali di altri paesi che colpiscono le aziende tecnologiche americane.
Le scelte dell’Australia
La volontà di limitare le grandi società tecnologiche non si ferma in Europa ma arriva fino in Australia, dove l’autorità di regolamentazione di Internet ha annunciato di essere pronta a impedire agli adolescenti l’accesso ai social media, ulteriore passo dopo lo stop ai minori di 16 anni che partirà la prossima settimana.
"Abbiamo raggiunto un punto di svolta", dichiarava Julie Inman Grant, commissario per la eSafety, al Sydney Dialogue, un summit sulla sicurezza, che spiegava: "I nostri dati sono la moneta che alimenta queste aziende, e ci sono queste caratteristiche di progettazione potenti, dannose e ingannevoli contro le quali anche gli adulti sono impotenti a combattere. Che possibilità hanno i nostri bambini?".
I governi di tutto il mondo stanno osservando l'entrata in vigore della legge australiana il 10 dicembre e "ho sempre parlato di questo come del primo domino, che è il motivo per cui si sono opposti", ha aggiunto, riferendosi alle piattaforme. Il divieto prevede una multa fino a 49,5 milioni di dollari australiani (33 milioni di dollari) e le piattaforme di proprietà di Meta, TikTok, Snapchat e Alphabet (YouTube) hanno detto che si adegueranno. Meta Instagram, Facebook e Threads hanno iniziato oggi a disattivare gli account, secondo le schermate viste da Reuters.
La maggior parte delle altre piattaforme interessate ha iniziato a contattare gli utenti minorenni consigliando loro di scaricare le loro foto e i loro contatti e offrendo la scelta di cancellare i loro account o di congelarli fino al compimento dei 16 anni.
Secondo eSafety, circa il 96% degli adolescenti australiani con meno di 16 anni - più di un milione dei 27 milioni di abitanti del Paese - possiedono un account sui social media.
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