Meta smentisce l’addio all’Europa per Facebook e Instagram
La società di Mark Zuckerberg risponde alle ipotesi di un possibile abbandono dei suoi social del Vecchio Continente, ma resta la questione del trasferimento dei dati degli utenti dall’Europa agli Stati Uniti, sulla quale la UE continua a ribadire di voler decidere in maniera autonoma nonostante le pressioni ricevute in questo periodo.
Il passo indietro
Gli utenti europei potranno continuare a utilizzare Facebook e Instagram, la cui chiusura nel Vecchio Continente era stata ipotizzata nei giorni scorsi dalla stessa Meta Platform, proprietaria dei due social.
Un portavoce della società di Mark Zuckerberg, infatti, ha dichiarato alla Cnbc che l’addio all’Europa non rientra nei piani di Meta, in quanto “non abbiamo assolutamente alcun desiderio e alcun piano di ritirarci”.
La smentita, arrivata a tempo di record per rispondere ai rumor di queste ore su possibili piani che avrebbero potuto impattare pesantemente sulla società, non sta aiutando il titolo Meta, ancora in calo nel premarket (-1,5%) odierno dopo il 30% perso dall’annuncio dei risultati relativi al 2021.
Il ‘problema’ dei dati
Dietro all’ipotesi dell’addio all’Europa c’è il trasferimento dei dati degli utenti in possesso delle piattaforme di Meta, che “come molte altre aziende, organizzazioni e servizi, fanno affidamento sui trasferimenti di dati tra l'Ue e gli Stati Uniti per gestire servizi globali”.
Nel documento annuale inviato alla Sec dall’ex Facebook la scorsa settimana, Meta avvisava che in assenza di nuove regole che consentano il flusso dei dati tra Europa e Stati Uniti, probabilmente “non saremo più in grado di offrire alcuni dei nostri prodotti e servizi più importanti, compresi Facebook e Instagram, in Europa, fatto che influirebbe materialmente e negativamente sulla nostra attività, sulla nostra condizione finanziaria e sui risultati delle nostre operazioni”.
La gestione dei dati è tra i dossier attualmente sul tavolo dell’Unione europea, impegnata ad elaborare una nuova legislazione che determinerà il modo in cui i dati degli utenti verranno trasferiti verso l’Atlantico.
Inoltre, già nel luglio 2020, la Corte di giustizia europea aveva stabilito che lo standard di trasferimento dei dati tra le due aree non protegge adeguatamente la privacy dei cittadini europei.
“Come altre aziende, per fornire un servizio globale, seguiamo le regole europee e ci basiamo sulle Clausole contrattuali tipo (Standard contractual clauses) e su adeguate misure di protezione dei dati”, precisava il colosso di Menlo Park.
“Le aziende, fondamentalmente, hanno bisogno di regole chiare e globali per proteggere a lungo termine i flussi di dati tra Stati Uniti ed Ue, e come più di 70 altre aziende in una vasta gamma di settori, mano a mano che la situazione si evolve, stiamo monitorando da vicino il potenziale impatto sulle nostre operazioni europee” concludeva il portavoce Meta.
Ipotesi o minaccia
Se, dunque, a Meta non verrà concessa l'opzione di trasferire, conservare e usare i dati dei suoi utenti europei sui server americani, il colosso potrebbe essere costretto a chiudere alcune delle sue attività nell’Unione europea.
Con le istituzioni europee al lavoro sulla legislazione, a molti l’annuncio è sembrato una minaccia volta ad influenzare le future decisioni, vista anche la velocità con cui è arrivata la risposta di Meta.
Da Bruxelles, per ora, sembrano non accettare il ‘gioco’ di Zuckerberg. L’annuncio di Meta “è molto recente e non abbiamo commenti da fare al momento”, dichiarava Eri Mamer, portavoce della Commissione europea.
Tuttavia, aggiungeva Mamer, “una cosa deve essere assolutamente chiara: l'Ue stabilisce la sua legislazione tenendo conto dei nostri valori, degli interessi dei consumatori e dei cittadini”.
Nel far questo, la UE “ovviamente tiene conto dei punti di vista espressi dagli operatori economici, ma agisce autonomamente quando deve stabilire i suoi regolamenti”, ribadiva il portavoce.
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