MFE, ricavi 2022 in calo e scarsa visibilità sul mercato pubblicitario

La ex Mediaset ha realizzato utili e ricavi in diminuzione lo scorso anno e per i prossimi mesi ma il contesto macro resta incerto nei prossimi trimestri mantenendo le incertezze sul settore della raccolta pubblicitaria.

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Il 2022 di MFE

Risultati in chiaroscuro per Media for Europe (MFE) approvati dal consiglio di amministrazione della società della famiglia Berlusconi e comunicati questa mattina, condizionati dalle operazioni effettuate nel corso del 2022.

Lo scorso anno, la ex Mediaset ha messo a segno ricavi netti consolidati per 2.801,2 milioni di euro, in calo rispetto ai 2.914,3 milioni del 2021.

Il risultato operativo (Ebit) si è fermato a 280,1 milioni di euro, in diminuzione se paragonato ai 418 milioni raggiunti l’anno precedente.

Inferiore al dato precedente anche quello sull’utile netto, positivo per 216,9 milioni di euro dai 374,1 milioni del 2021, anche se in aumento (+14%) rispetto al periodo pre-Covid (190,3 milioni), mentre l’utile netto adjusted è arrivato a 247,5 milioni di euro.

Sul risultato ha influito il costo di 184,2 milioni di euro relativo all’Opas su Mediaset España e i 64,8 milioni correlati all’investimento partecipativo in ProSiebenSai 1 Media, a cui si aggiungono i 133 milioni distribuiti come dividendi e i 32,6 milioni impiegati nel progetto di acquisto di azioni proprie.

La posizione finanziaria netta registrata al 31/12/2022 è rimasta sostanzialmente invariata con un negativo di 873,3 milioni netto rispetto agli 869,2 milioni dello stesso periodo del 2021.

Infine, positiva la generazione di cassa caratteristica (free cash flow) per 366,2 milioni, anche se in calo rispetto ai 507,3 milioni del 2021.

A Piazza Affari, intanto, il titolo MFE A apre in crescita dell’1% dopo la diffusione dei dati arrivata prima dell’apertura dei mercati, per poi rallentare a 0,30% e scambiato a 0,4576 euro per azione.

Oltre le attese

Se nel “secondo e terzo trimestre 2022 avevano sofferto l’avvio del conflitto in Ucraina, mentre l’ultimo trimestre era stato parzialmente condizionato dai Mondiali di calcio in Qatar, di cui il gruppo non deteneva i diritti”, “siamo davvero orgogliosi del lavoro svolto nel 2022 da tutte le aree del gruppo”, dichiara nella nota il CEO Pier Silvio Berlusconi.

In particolare, il manager sottolinea “un utile netto superiore alle attese, soprattutto alla luce dell’andamento difficoltoso dell'economia registrato nel corso dell'anno a causa delle condizioni geopolitiche estremamente negative a livello internazionale”, a cui la società ha reagito rimodulando “tutta l’attività editoriale e commerciale e determinando anche una sensibile riduzione dei costi”.

Dividendo sul 2022

Il consiglio di amministrazione di MFE ha inoltre deliberato la proposta di distribuzione di un dividendo pari a 0,05 euro per ciascuna azione ordinaria di categoria A e B da sottoporre all’assemblea degli azionisti in agenda per il prossimo 7 giugno 2023.

Il pagamento (con stacco cedola numero 2 per le azioni ordinarie di categoria A e numero 3 per le azioni ordinarie di categoria B) è previsto il 26 luglio 2023, con stacco cedola ex date il 24 luglio 2023 e record date il giorno successivo.

“Gli ottimi risultati di ascolto televisivo, ottenuti nonostante il deciso controllo dei costi, e i conseguenti ricavi pubblicitari superiori a quelli dei mercati di riferimento, ci consentono di proporre all’Assemblea una nuova distribuzione di dividendo confermando i valori del 2021”, sottolineava Berlusconi, pertanto la società archivia “un 2022 molto positivo, sempre orientato all’interesse di tutti gli stakeholder”.

Previsioni e obiettivi

Per quanto riguarda l’esercizio in corso, secondo la società nella prima parte il quadro geo-politico internazionale rimane estremamente incerto a causa del perdurare del conflitto in Ucraina e della elevata spinta inflattiva.

A questi fattori si aggiungono la lenta (ma graduale) normalizzazione dei prezzi energetici e dell’inflazione ‘core’ con la volontà delle banche centrali di proseguire in interventi di rialzo dei tassi, contribuendo ad un andamento della domanda “piuttosto debole” in Italia e in Spagna.

Nonostante il contesto, l’andamento della raccolta pubblicitaria del primo trimestre in Italia risulta “decisamente positivo” rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, unico trimestre in crescita (+2%) dell’intero anno rispetto al 2021.

Rimane, però, “scarsa” la visibilità sull’evoluzione del mercato pubblicitario per i mesi successivi.

Tra gli obiettivi, per l’esercizio in corso la società evidenzia il conseguimento su base annua di un risultato operativo, un risultato netto e una generazione di cassa (Free Cash Flow) consolidati “positivi”.

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