Migliaia di miliardi per l’infrastruttura digitale


Cloud computing, neutralità climatica, capacità di trasporto e altri sistemi infrastrutturali hanno una cosa in comune: la necessità di forti investimenti. Nei soli Paesi del G20 saranno richiesti finanziamenti pari a USD 15 000 miliardi in ciascuno dei prossimi 20 anni. Un fabbisogno così consistente che i budget nazionali non sono in grado da soli di soddisfare le esigenze, e i privati sono chiamati a colmare il divario.


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I progressi tecnologici e il cambiamento climatico stanno dando un nuovo slancio ai progetti infrastrutturali, e come risultato la necessità di investimenti è schizzata alle stelle. Nei soli Paesi del G20 saranno richiesti finanziamenti pari a 15.000 miliardi di dollari in ciascuno dei prossimi 20 anni. Soddisfare un fabbisogno di tale entità sarà impossibile senza il supporto degli investitori privati.

La rivoluzione digitale e il cambiamento climatico hanno aperto la strada a nuove opportunità d’investimento dove i requisiti di capitale sono in rapido aumento. In questo contesto, ecco le indicazioni di Credit Suisse per gli investitori.

Digitalizzazione e traffico dati

Cloud computing e 5G hanno inaugurato una nuova era della digitalizzazione e del traffico dati, sempre più importanti per la classe di investimento infrastrutturale. “I centri di calcolo hanno beneficiato del boom di video conferenze causato dalla diffusione dello smart working, nonché dalle architetture ibride multi-cloud”, spiegano gli esperti di Credit Suisse, secondo cui anche nelle aree tecnologicamente più avanzate il potenziale di crescita non è ancora esaurito: gli Stati Uniti con i piani infrastrutturali del presidente Biden, la Cina con il suo programma di sviluppo tecnologico delle aree rurali, ma anche India e Africa daranno il via a progetti rilevanti.

Il settore energetico e la decarbonizzazione

Passando al settore energetico, man mano che il costo delle tecnologie eoliche e solari diminuirà e aumenterà la loro efficienza, le rinnovabili diventeranno le fonti di energia di nuova generazione più convenienti, le uniche che ci permetteranno di ridurre le emissioni di CO2 causate dalla produzione di elettricità. È in questa direzione che si muovono i piani infrastrutturali predisposti da Biden e gli obiettivi climatici dell’Unione Europea, che si sta impegnando ad adattare i suoi regolamenti agli obiettivi per il 2030 e il 2050 attraverso una revisione delle sue disposizioni legali in materia di clima, energia e traffico nell’ambito del quadro delineato con il pacchetto Fit for 55”.

Sfide considerate “gigantesche” da Credit Suisse, che sottolinea come “i flussi finanziari associati ai prezzi dell’energia sono di particolare interesse per gli investitori: tali flussi vengono negoziati in anticipo con i proprietari di impianti solari o eolici nel corso della fase d’investimento iniziale, più o meno come nei mercati dell’energia regolamentati”.

Verso un trasporto green

La graduale transizione all’elettricità da fonti rinnovabili riguarderà anche i trasporti e le relative infrastrutture. In effetti, l’elettrificazione e la diffusione dell’e-mobility sono già in corso e mostrano un considerevole potenziale di crescita. “Gli operatori portuali e aeroportuali, autostradali e ferroviari hanno registrato significative correzioni nel corso della pandemia da COVID-19, che potrebbero adesso dimostrarsi opportunità di ingresso”, commentano gli esperti di Credit Suisse.

Opportunità per gli investitori

Cloud computing, neutralità climatica, capacità di trasporto e altri sistemi infrastrutturali hanno tutti necessità di capitali talmente consistenti che i budget nazionali non sono in grado da soli di soddisfare le esigenze, e i privati sono chiamati a colmare il divario.

I progetti infrastrutturali sono per loro natura a lungo termine, con orizzonti temporali che si estendono nell’arco di un nutrito numero di anni. Vi sono buone probabilità che le fluttuazioni di mercato si attenueranno gradualmente.

Allo stesso tempo, i flussi finanziari sono piuttosto stabili e non particolarmente ciclici, in quanto i mercati sono altamente regolamentati e/o hanno elevate barriere all’ingresso.

Inoltre, nei mercati regolamentati i tassi d’interesse sugli investimenti vengono periodicamente adeguati ai tassi del mercato finanziario, garantendo rendimenti congrui. Nei mercati non regolamentati, gli operatori delle infrastrutture godono spesso di un regime di quasi monopolio, che conferisce loro un considerevole potere di determinazione dei prezzi.

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