Moderna e BioNTech ridimensionate, ma sempre interessanti


Il parere di Matthew Harrison, analista di Morgan Stanley: nella lotta al Covid “i vaccini rimangono la più grande opportunità di mercato”. Oggi Merck ha avanzato alla Fda la domanda di approvazione del suo antivirale in pillola. Sperimentazioni in corso anche da parte di Roche e Pfizer


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La pillola della Merck sta cambiando gli orizzonti degli investitori.

Stamattina il gruppo farmaceutico americano Merck ha avanzato alla Fda, l’agenzia Usa del farmaco, la richiesta ufficiale di approvazione per utilizzo emergenziale del molnupiravir per curare pazienti con forme moderate di Covid (livello di ossigeno non inferiore a 93%).

Se autorizzato, il molnupiravir potrebbe cambiare notevolmente le modalità con cui si svolge la lotta contro il coronavirus, perché questo antivirale lo si assume tranquillamente a casa sotto forma di pastiglia, senza bisogno di ricoverare i pazienti, e riduce del 50% il rischio di ospedalizzazione e di morte.

Il vantaggio sarebbe molto forte nei confronti degli attuali antivirali come il remdesivir della Gilead, che è generalmente dato soltanto a pazienti ricoverati. Anche i farmaci a base di anticorpi monoclonali della Regeneron, della Eli Lilly e della GlaxoSmithKline hanno per ora un uso limitato a causa della difficoltà a somministrarli.

La pillola molnupiravir della Merck sta cambiando anche l’orizzonte degli investitori, che da quando è stato annunciato il nuovo farmaco si stanno guardando intorno per meglio valutare le novità del campo farmaceutico. A soffrire per ora sono i produttori di vaccini, in particolare Moderna e BioNTech. Nell’ultimo mese Moderna è scesa del 32% e BioNTech del 30% (oggi 249 dollari). Rispetto al picco 490 dollari dello scorso 10 agosto, Moderna, che oggi vale 308 dollari, ha perso il 38%. L’Adr di BioNTech, quotato al Nasdaq, oggi è scambiato a 249 dollari e ha perso il 46% dal massimo di 460 dollari del 9 agosto.

Se la pillola della Merck avrà successo, potrebbe accelerare la ripresa economica globale e per gli investitori si apriranno nuove opportunità. Secondo un’indagine di Bloomberg, sono circa una dozzina le società in tutto il mondo impegnate a trovare un farmaco come il molnupiravir, in grado di ridurre i rischi delle persone che si ammalano di Covid. Fra queste ci sono giganti come Pfizer e Roche, ma anche società più piccole, e purtroppo sono tante le sperimentazioni che non vanno in porto. Ad esempio, lo scorso 4 ottobre la società biotech israeliana RedHill Biopharma aveva annunciato che il suo farmaco, somministrato in pillole, stava dando buoni risultati in una mini-sperimentazione su 251 pazienti ospedalizzati. Solo una settimana dopo, però, RedHill ha dovuto ammettere che allargando la sperimentazione a una più ampia base di pazienti non si sono visti risultati positivi.

Moderna e BioNTtech hanno ora multipli abbordabili.

Intanto la discesa di Moderna e di BioNTech ha portato le loro azioni a livelli che meglio si conciliano con un quadro di miglioramento globale dell’emergenza Covid. Moderna, che dall’inizio dell’anno vanta una performance di +174%, è scambiata adesso a un P/E 2021 di 10,3 volte, dalle pindariche 147 volte del luglio 2020. Come ricorda Bloomberg, BioNTech è ancora più interessante con P/E 2021 di 5,9 volte. La sua performance da inizio anno è +193%.

Ma gli investitori sono tutt’altro che in fuga dai vaccini, che al momento rappresentano l’unica arma efficace dell’umanità per combattere la disastrosa pandemia del coronavirus. Per Matthew Harrison, analista di Morgan Stanley, “i vaccini rimangono la prima misura di prevenzione e la più grande opportunità di mercato”. Harrison, che ha una raccomandazione neutrale (Equal Weight) su entrambe le società dei vaccini, pensa che anche nel lungo termine continueremo a usare vaccini per il Covid, anche se non riesce a indicare il valore di questo mercato, che potrebbe oscillare fra i tre e 30 miliardi di dollari.

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