Moncler guida il rilancio del lusso. Il parere degli analisti

L’azienda di Remo Ruffini segna un rialzo del 28% dall’inizio dell’anno. Gli analisti stimano per il 2025 un aumento dell’utile di poco inferiore al 5%. Con un P/E di 26 volte, il titolo ha la stessa valutazione di Kering e Lvmh.
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Il consensus vede nel 2025 utile in crescita del 4,6%
Il 2025 è partito di slancio per i titoli europei del lusso e l’italiana Moncler guida il rialzo del settore con un guadagno del 28% dall’inizio dell’anno.
Nei giorni scorsi la società guidata dal Ceo Remo Ruffini ha diffuso il consensus degli analisti sulle stime per l’anno 2025, aggiornate al 14 febbraio.
Secondo la media delle stime elaborate dalle banche d'affari che seguono il titolo, i ricavi dovrebbero registrare un aumento del 5,9% a 3,29 miliardi di euro, rispetto ai 3,11 miliardi del 2024. Il risultato operativo reported è stimato a 971 milioni di euro, con una marginalità del 29,5%. L'utile netto è indicato a 670 milioni di euro, in progresso del 4,6% sui 639,6 milioni del 2024.
La società vale 26 volte gli utili
Sulla base di queste stime, al prezzo attuale di 65,5 euro Moncler è scambiata a 26 volte l’utile stimato per il 2025, un multiplo che la pone fra i titoli più interessanti del settore, se confrontato con le 59 volte di Hermès, le 44 volte di Burberry. Kering e Lvmh hanno un P/E simile a quello di Moncler.
2025: LA PARTENZA BRILLANTE DEI TITOLI DEL LUSSO
Guardando le performance dall’inizio dell’anno, con i rialzi di Hermès (+21%), Kering (+16%) e Burberry (+16%), Oliver Chen, analista di TD Cowen, osserva: “Gli investitori sono cautamente ottimisti sul lusso quest'anno, dopo risultati migliori del previsto”. Anche il colosso del lusso LVMH (fanalino di coda con un rialzo del 10% dall’inizio dell’anno) ha avuto alcuni slanci positivi nell'ultimo trimestre.
Le due principali difficoltà del settore
Erwan Rambourg, analista di HSBC, ritiene che a livello globale il settore dei beni di lusso debba ancora fronteggiare due importanti sfide. La prima è rappresentata dalla debolezza della domanda in Cina, dove il sentiment dei consumatori registra solo graduali miglioramenti. La seconda difficoltà Rambourg la definisce “greedflation”, ossia l'aumento dei prezzi troppo rapido da parte dei marchi, “unito a una mancanza di creatività”. Quest'ultima, tuttavia, “è un problema soprattutto per i marchi del soft luxury”, il che significa che quelli di fascia più alta, come LVMH, possono superare questa sfida.
Rambourg cita la collaborazione fra Louis Vuitton e l’artista giapponese Takashi Murakami, che ha portato alla realizzazione di prodotti stravaganti, colorati, rivolti a un pubblico giovane e a buon prezzo. “E’ un buon esempio di come si possa creare fermento e traffico con collezioni che consentono ai marchi di riconnettersi con i consumatori aspirazionali dal prezzo elevato dopo una pausa di 18 mesi”, dice l’analista.
Morgan Stanley punta su Hermès
Un articolo di Barron’s ricorda che fra le aziende del lusso Morgan Stanley ha puntato le sue fiches su Hermés, definendola benchmark del settore. La settimana scorsa Edouard Aubin, analista della banca americana, ha detto: “Hermès è stato il marchio di lusso personale che ha registrato la crescita più rapida negli ultimi due decenni... Pensiamo che il marchio dovrebbe essere in grado di crescere a metà strada nei prossimi dieci anni”.
Considerate le difficoltà della crescita economica in Cina, gli Stati Uniti sono oggi il mercato seguito con maggiore attenzione. Barron’s riporta i dati aggregati delle carte di credito di Bank of America, che nelle prime settimane del 2025 mostrano finalmente un miglioramento per i consumi di beni di lusso negli Usa, dopo 10 trimestri consecutivi di calo.
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