Mps affonda dopo la vendita di azioni da parte di Axa


La compagnia francese ha venduto quasi tutto il suo 8% di capitale detenuto nell’istituto senese ma ha sottolineato di non avere intenzione di chiedere rappresentanti nel board della banca italiana e di voler mantenere la partnership attualmente in corso.


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Mps crolla

Mattinata a dir poco difficile per il titolo Banca Monte dei Paschi di Siena a Piazza Affari, in netto calo dopo la notizia della cessione della quota detenuta da Axa nel capitale dell’istituto senese.

Le azioni Mps non riescono ad aprire ad inizio di seduta, segnando un -12% teorico, per poi entrare in contrazione con una flessione del 9% dopo circa un’ora di scambi, scendendo ad un minimo di 2,40 euro.

Nonostante il brusco stop odierno, il titolo Mps resta in positivo nel corso del 2023, con una crescita del 23% rispetto ai livelli di inizio gennaio (2,05 euro).

Prezzo a sconto

Le vendite si sono scatenate su Mps dopo la diffusione della notizia arrivata questa mattina da parte di Axa della vendita di 100 milioni di azioni della banca, pari al 7,94%, ad un prezzo di 2,33 euro, comprensivo quindi di “uno sconto del 15,1%” rispetto alla chiusura di borsa di ieri (2,744 euro).

La compagnia ha così ceduto la quasi totalità della sua quota in Mps, pari a circa l’8% del capitale, attraverso una procedura di accelerated bookbuilding, ricavando 233 milioni di euro, con completamento e consegna delle azioni previsti per il 2 marzo. Axa manterrà direttamente o indirettamente lo 0,0007% del capitale della banca di Siena, quota di fatto solo simbolica, dopo essere diventato il secondo azionista dell’istituto a seguito di un investimento da 200 milioni di euro nell’aumento di capitale.

I francesi hanno specificato di non voler rappresentanti nel consiglio di amministrazione in occasione della prossima assemblea del Monte, oltre ad escludere qualunque effetto sulla partnership bancassicurativa con Siena che scadrà nel 2027 e sul loro impegno sul mercato italiano.

Mossa finanziaria

Il titolo Mps si è “spinto 37% al di sopra del prezzo di 2 euro dell’aumento di capitale”, sottolineano da Equita Sim, pertanto gli analisti leggono “la mossa di Axa come una decisione di natura finanziaria, considerando che l’intervento nel capitale della banca era finalizzato a garantire il successo dell’operazione di rafforzamento patrimoniale e, conseguentemente, supportare la jv assicurativa con Mps”.

Axa, infatti, ha ottenuto dall’operazione una plusvalenza del 16,5%, equivalente a quasi 39 milioni di euro, visto l’incasso di 233 milioni dai 200 milioni investiti.

L’operazione, al di là della plusvalenza, “ha francamente stupito” secondo Fabio Caldato, partner di Olympia Wealth Management, il quale aggiunge alla motivazione finanziaria anche l’ipotesi che “i piani di partnership probabilmente non collimavano”, fattore “determinante” nella scelta, mentre a questo punto “l’attuale frammentazione di controllo azionario facilita la prossima operazione straordinaria su Mps”.

Mps torna nel Ftse Mib

Nel frattempo, fonti Reuters anticipano un possibile ritorno del titolo Mps nel Ftse Mib, probabilmente a seguito dell’esclusione di Buzzi Unicem, dopo l’esclusione arrivata nel marzo 2017 a causa della prolungata sospensione delle sue azioni.

Il ritorno nel ‘gotha’ della borsa italiana potrebbe avvenire nella prossima revisione trimestrale attesa per domani e operativa dal 20 del mese di marzo.

A permettere il ritorno fra le principali blue chip di Piazza Affari sarebbe la ricapitalizzazione da 2,5 miliardi di euro conclusasi ai primi di novembre scorso.Secondo un trader interpellato dall’agenzia, il titolo Mps ha beneficiato di una liquidità molto elevata a seguito dell'aumento di capitale ed è quindi candidato a passare dall'indice Mid cap a quello principale, con un flottante intorno al 33%. 

Buzzi, invece, è all'ultimo posto nel ranking dell'indice Ftse Mib e potrebbe essere incluso nel Ftse Mid cap con un peso intorno al 4,2%.

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