Mps, Amco riorganizza i crediti deteriorati mentre l’istituto guarda ai futuri M&A


La società di asset management del Mef annuncia la conclusione della procedura competitiva per l'assegnazione in outsourcing della gestione di specifiche tipologie di crediti Npe. Intanto Mps mette a tacere i rumors sulla presenza di richieste risarcitorie sui contenziosi dell’istituto avanzate dalla Fondazione Mps. Gli analisti guardano con interesse a un potenziale consolidamento allargato guidato da Unicredit.


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Amco porta a termine procedura competitiva per la gestione degli Npe di Mps

Amco, controllata del Tesoro attiva nell’asset management, muove le pedine sulla scacchiera Banco Mps in vista dell’uscita del governo dal capitale sociale dell’istituto senese. La società specializzata nel recupero crediti ha annunciato di aver portato a termine una procedura competitiva per l'assegnazione in outsourcing della gestione di specifiche tipologie di crediti Npe, a valle dell’acquisizione del portafoglio Mps.

La procedura, avviata lo scorso ottobre, ha coinvolto complessivamente circa 40 servicer e saranno 11 ad aggiudicarsi la gestione in outsourcing di circa 3,3 miliardi di Npe, relativi a circa 72mila debitori: AT, Banca Ifis, Cerved Credit Management, Covisian Credit Management, Credito Fondiario, Cribis Credit Management, Fire, Finint Revalue (gruppo Finanziaria Internazionale), gruppo doValue (doValue e Italfondiario), Intrum Italy, Sistemia (società del gruppo iQera).

Fondazione Mps: nessuna trattativa su richieste di risarcimento

Intanto Siena mette a tacere altri rumors emersi a fine gennaio relativi alla presenza di richieste risarcitorie sui contenziosi dell’istituto avanzate dalla Fondazione Mps. Secondo quanto riportato da indiscrezioni di stampa il 29 gennaio, via XX settembre sarebbe stata al lavoro per aiutare Mps a risolvere la vertenza stragiudiziale da 3,8 miliardi di euro con il suo ex azionista di controllo, la Fondazione Mps, con quest’ultima che aveva rifiutato «una prima ipotesi di accordo, pari a 70 milioni circa, prospettata informalmente dai vertici della banca».

Secca la smentita: «Allo stato attuale non ci sono, fra le parti, trattative o approfondimenti in corso sui vari contenziosi. Le cifre riportate finora dagli organi di stampa sono quindi da ritenersi prive di fondamento», ha dichiarato l’ente di Palazzo Sansedoni in una nota.

I rumors sul consolidamento bancario trainano l’indice di settore

A Piazza Affari gli analisti continuano a seguire con interesse gli sviluppi sul fronte M&A con lo spiraglio aperto dal cambio della guardia ai piani alti di Unicredit dopo l’ingresso del futuro ad Andrea Orcel. La banca potrebbe essere coinvolta in un consolidamento “allargato” ad altri attori. Da ieri si parla di Banco Bpm e Bper (e di riflesso anche di Popolare di Sondrio).

Alle 12 il titolo Mps segna un rialzo dell’1,15% a 1,05 euro in linea con il rimbalzo della piazza finanziaria di Milano e il buon andamento dell’indice settoriale (+1,45%). L’andamento è sostenuto dalle nuove notizie sulla somministrazione dei vaccini a seguito delle rassicurazioni arrivate da Pfizer e Astrazeneca sulle forniture dei prossimi mesi.

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