Mps, c’è ‘fame’ di dividendo
Dopo la sentenza favorevole sugli ex vertici della banca senese ci sarebbero risorse pronte ad essere liberate per la distribuzione della cedola già dal prossimo bilancio atteso per febbraio, considerata un cambio di rotta per l’istituto.
Mps protagonista
Monte dei Paschi di Siena in rialzo nelle prime due ore di contrattazioni a Piazza Affari, sostenuta dalle previsioni di una distribuzione del dividendo in occasione della prossima trimestrale, attesa per il 7 febbraio.
Le azioni Mps arrivano a guadagnare il 3% nei primi scambi, toccando un massimo di 3,335 euro, salendo subito in testa tra le migliori del FTSE MIB (+0,25%) di questa mattina, tingendo di verde la loro performance di questo 2024 (+2,79%).
“Sul mercato c'è questa attesa di una cedola”, spiega un trader alla Reuters e, seppure “si tratterebbe di un dividendo simbolico, sarebbe un messaggio ai mercati di cambio di rotta, quindi benaugurante”.
Verso il dividendo?
Secondo le indiscrezioni la banca senese starebbe preparando un bilancio 2023 positivo, con un utile netto vicino a 1,5 miliardi, ben oltre gli 1,1 miliardi previsti dal management tre mesi fa.
Alla luce di queste previsioni, gli analisti di Equita Sim non escludono che Mps “possa già annunciare la distribuzione di un dividendo sul 2023”, stimato dalla sim in 0,11 euro e con un rendimento del 3%, “specialmente in caso di significativi rilasci di riserve”.
“Nelle nostre stime abbiamo un dividendo dal 2024 anche se, guardando ai ratio patrimoniali, un dividendo a partire dal 2023 sarebbe largamente possibile considerando la capital generation del gruppo e la possibilità che ci siano delle riprese patrimoniali collegate ai rischi legali”, scrivono da WebSim Intermonte.
Risorse pronte
“Crediamo che ci sia grosso spazio per pagare un dividendo sugli utili 2023 considerando l'attuale posizione patrimoniale”, mentre “è chiaro che dei recuperi di rettifiche da rischi legali e la possibilità di usare Dta potrebbe addirittura facilitare il ritorno al dividendo”, aggiungono da Intermonte (giudizio ‘interessante’ su Mps, con target price di 3,5 euro).
Le sentenze di assoluzione degli ex vertici Mussari-Vigni e Profumo-Viola, infatti, alleviano i rischi legali e consentiranno la liberazione di risorse della banca senese. Si tratta di una cifra che si aggirerebbe intorno a 1,1 miliardi di euro di riserve a fronte dei contenziosi, dei quali potrebbero essere liberati fino a 500 milioni secondo indiscrezioni di queste settimane. Già a novembre l’ad Luigi Lovaglio aveva dichiarato che la sentenza “potrebbe avviare un meccanismo che potrà tradursi in un vantaggio economico per Mps”.
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