Mps, Conte pronto a firmare il decreto per la privatizzazione
Il premier potrebbe firmare già nei prossimi giorni il Dpcm per la privatizzazione di Mps. Con questa mossa il governo supererebbe la proposta del Movimento 5Stelle per rinegoziare con le autorità europee i termini di uscita dal capitale della banca, mentre secondo il Mef non ci sarebbe motivo per prolungare la permanenza dello Stato nella banca oltre il termine previsto.
Si riapre la possibilità di privatizzazione della banca entro i tempi indicati
Banca Mps potrebbe uscire presto dall’impasse con il premier Giuseppe Conte pronto a firmare il decreto per l’avvio della privatizzazione dell’istituto. Lo dicono fonti governative, che indicano il Dpcm come un passaggio fondamentale nel processo finalizzato al deconsolidamento di circa 8 miliardi di crediti deteriorati tramite una bad bank con Amco, la finanziaria del Tesoro.
Con questa mossa il governo supererebbe la proposta del Movimento 5Stelle per rinegoziare con le autorità europee i termini di uscita dal capitale della banca.
Il 68% di Mps è nelle mani del ministero delle Finanze dopo il salvataggio del 2017 e, in linea con gli accordi presi all’epoca con l’Antitrust europeo, lo Stato è tenuto a cedere la quota o diluirla nell'ambito di una fusione al più tardi entro giugno 2022.Le fonti riferiscono che Conte, impegnato a Bruxelles per il Consiglio Ue, firmerà il decreto nei prossimi giorni. Alle 12 Mps perde l’1,68% a 1,17 euro.
Mef e M5S su piani contrapposti
La mossa di Conte darebbe respiro a quanto richiesto dal Tesoro, che da agosto spinge per mettere la questione all’ordine del giorno nel consiglio dei ministri. Il decreto nelle mani di Conte è stato firmato lo scorso 7 settembre dal ministro Gualtieri.
Secondo il dicastero delle finanze non ci sarebbe motivo per prolungare la permanenza dello Stato nella banca oltre il termine previsto. Nei giorni scorsi era emersa la possibilità di richiedere una proroga a Bruxelles al 2023. La richiesta era stata avanzata da un gruppo di parlamentari del M5S preoccupati per la possibilità di una eventuale “svendita” di Mps, il cui valore si aggira intorno a 1 miliardo di euro, con debiti che pesano per 10 miliardi di euro.
Sempre secondo i deputati del Movimento della commissione Finanze, anche l’ipotizzata vendita di Mps a Unicredit sarebbe «inopportuna» dopo la designazione dell’ex ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan alla presidenza del gruppo.
Il 13 ottobre Padoan è stato cooptato nel Cda di Unicredit come presidente designato per il prossimo mandato (2021-2023). Era stato lo stesso Padoan, nel 2017, in qualità di ministro, a lavorare al salvataggio di Mps e oggi ricopre ancora la carica di deputato.
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