Mps, Giorgetti annuncia: “vendita ulteriore quota MEF entro l’anno”

Il Ministro ha parlato del piano di privatizzazioni indicando la banca senese e Poste Italiane come protagoniste delle prossime cessioni di quote da parte dell’esecutivo.
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Giorgetti la vendita di Mps
Ha parlato di un “autunno e un inverno particolarmente intensi” per quanto riguarda il piano di privatizzazioni seguito dal Governo e il MEF sembra voler accelerare sulla vendita di una nuova tranche di Banca Monte dei Paschi di Siena. I tempi sarebbero già decisi: entro fine anno l’esecutivo ridurrà l’attuale quota del 26,73% detenuta nell’istituto di Siena.
L’annuncio è arrivato dal Ministro Giancarlo Giorgetti in maniera molto diretta: “abbiamo l'intenzione di vendere un'ulteriore quota di Mps prima della fine dell'anno”. Parole pronunciate oggi nel corso dell'evento di Bloomberg Future of finance.
"La situazione di mercato di alti tassi di interesse ha permesso a Mps di uscire brillantemente dai suoi problemi e il successo della vendita della quota lo dimostra", ha aggiunto il Ministro, spiegando che “l'idea è ancora quella di creare un progetto industriale a medio termine" e la banca “può e deve svolgere un ruolo nel dare forma a ciò che diventerà il settore bancario italiano in futuro".
Oltre a Mps, il Governo dovrebbe procedere anche con la vendita di un’ulteriore tranche di Poste Italiane, seguendo quando deciso a metà settembre, pur mantenendo almeno il 35% del capitale, operazione che potrebbe portare nelle casse dello Stato circa 2,5 miliardi di euro. Tra le ipotesi di date per la cessione erano emerse quelle di lunedì 14 o lunedì 21, anche se Giorgetti oggi non si è espresso su questo.
Chiamata alle armi
A Milano, intanto, Mps prosegue in calo del 2% a 4,817 euro ma è tutto il FTSE MIB (-1,40%) in difficoltà, indebolito anche da altri annunci dello stesso Giorgetti. Il Ministro, infatti, ha detto che per la prossima manovra “ci sarà una chiamata di contribuzione per tutti, non semplicemente per le banche", suggerendo quindi il progetto di un prelievo inaspettato su una larga platea di imprese.
Tra i settori interessati ci sarà anche la difesa, oltre a “gli altri che beneficiano del contesto di mercato”, annunciava il Ministro, facendo riferimento ai conflitti in corso, in particolare in Medio Oriente e in Ucraina.
Poi la ‘chiamata alle armi’: “taglieremo le spese, ma ci sarà anche un concorso delle entrate e non ci sarà più la narrativa come in passato sugli extra profitti bancari dal momento che in quel momento le banche facevano più profitti”, in quanto “non si tratta di tassare gli extra-profitti, ma di tassare i giusti profitti".
“Nel percorso esigente di rientro del deficit è evidente che ci apprestiamo ad approvare una manovra che richiederà sacrifici da tutti" e che "sarà uno sforzo che l'intero paese deve sostenere, individui, ma anche società piccole, medie e grandi e la PA”, concludeva Giorgetti: “facciamo tutti parte di un Paese che deve mettere a posto conti. La chiamata alla contribuzione è per tutti”.
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