Mps, governo punterebbe a fusione con Banco Bpm

L’operazione potrebbe partire dopo il completamento della fusione di Mediobanca anche se sullo sfondo resta l’opzione Crédit Agricole visto che il governo italiano non avrebbe le basi giuridiche per fermare la fusione con i francesi.
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Obiettivo Bpm per Mps
Risiko bancario che sembra non voler terminare dopo l’acquisizione di Mediobanca da parte di Banca Monte dei Paschi di Siena e il fallimento dell’operazione Banco Bpm tentata e non riuscita di UniCredit.
Indiscrezioni di stampa diffuse dall’agenzia Reuters indicano che il governo italiano punterebbe a mantenere il suo 4,9% in Mps, puntando su una futura nuova operazione di M&A per ridurre ancora il capitale detenuto.
Fonti dell’agenzia indicano che l’esecutivo non avrebbe ancora abbandonato il piano di integrare Mps con Banco Bpm e l’operazione potrebbe essere tentata dopo il completamento del processo di integrazione della banca senese con Piazzetta Cuccia, anche se potrebbero volerci mesi o anni.
A Piazza Affari, intanto, le azioni Mps aprono la seduta tra le vendite (-3%), in linea con l’andamento del Ftse Mib (-1,60%), scendendo a 8,46 euro, mentre il titolo Banco Bpm cede il 2% e si porta a 12,585 euro.
L’opzione Crédit Agricole
Le future mosse di Banco Bpm, però, potrebbero vedere protagonista un’altra banca, ovvero Crédit Agricole, già partner commerciale dell’istituto guidato da Giuseppe Castagna e suo maggiore azionista con il 20,1%, quota incrementata con lo scopo di respingere l’assalto di UniCredit.
A settembre la Reuters riferiva che la banca francese aveva incaricato alcuni consulenti per definire la propria strategia in Italia e aveva avuto colloqui con il governo italiano per discutere di una possibile combinazione della sua rete con Bpm.
Tuttavia, un accordo tra Bpm e Crédit Agricole Italia sarebbe difficile da strutturare in modo da soddisfare sia gli azionisti di Piazza Meda sia della banca francese, sempre secondo le fonti dell’agenzia. Inoltre, l’operazione passerebbe sotto la scure del golden power, anche se Roma non avrebbe le basi legali per bloccare un accordo con la banca francese.
Intanto, la banca verte ci spera: “Siamo molto attenti a quanto Banco Bpm potrebbe offrirci in un piano di fusione e se così fosse lo vedremmo molto positivamente”, dichiarava l’ad di Crédit Agricole, Olivier Gavalda, parlando con in giornalisti a Parigi. “Al momento ci stiamo concentrando sulla nostra crescita organica e sulla nostra capacità di svilupparci da soli in Italia”, ha aggiunto.
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