Mps in rally dopo l’utile migliore dal 2015 e il cambio al vertice


La banca senese ha comunicato il ritorno all’utile per 310 milioni di euro, mentre il cda ha ritirato le deleghe a Guido Bastianini e nominato Luigi Lovaglio quale nuovo amministratore delegato.


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Piazza Affari festeggia Mps

Scatto di Monte dei Paschi di Siena a Piazza Affari, dopo i conti relativi al 2021 comunicati ieri a mercato chiuso e il cambio al vertice deciso dal cda.

Le azioni della banca arrivano a guadagnare oltre il 5% dopo pochi minuti di contrattazioni e si portano sulla soglia di quota 1 euro, visto il massimo toccato a 0,992 euro.

Il rally odierno permette alla performance del titolo Mps di arrivare a guadagnare oltre il 7% da inizio anno, dopo il calo superiore al 10% arrivato nel 2021.

I numeri di Mps

Il 2021 della banca senese si è chiuso con un utile netto pari a 310 milioni, tornato positivo dopo la perdita di 1,687 miliardi arrivata nel 2020, e con un risultato operativo netto di 629 milioni.

Il dato risulta anche superiore alle attese del consensus di FactSet che si attendeva 226 milioni di euro di utile, mentre da Equita Sim erano più ottimisti, con 359 milioni attesi.

Per Mps si tratta del miglior risultato dal 2015, anche se il solo quarto trimestre ha visto l’utile tornare nuovamente negativo per 79 milioni di euro, rispetto ai 186 milioni di utile del terzo trimestre.

I ricavi sono arrivati a 2.980 milioni di euro, segnando una crescita dell’1,3% rispetto all’anno precedente, mentre, escludendo la stima del contributo del portafoglio dell’operazione Hydra, l’aumento arriverebbe al 5% grazie soprattutto alla crescita delle commissioni nette.

I volumi di raccolta complessiva sono stati pari a 194,7 miliardi di euro, con un calo delle masse pari a 2,9 miliardi di euro rispetto al 30 settembre 2021 causato alla riduzione della raccolta diretta pari a 2,6 miliardi di euro.

Relativamente ai coefficienti patrimoniali, al 31 dicembre 2021 il Common Equity Tier 1 Ratio si è attestato a 12,5% (rispetto al 12,1% di fine 2020 e al 12,3% del 30 settembre 2021) e il Total Capital Ratio è risultato pari a 16,1% (rispetto al 15,8% di fine 2020 e al 15,9% del 30 settembre 2021).

Futuro ancora incerto

La banca ha definito “incerti” i tempi di approvazione del piano e dell’aumento di capitale, mentre “sta fornendo tutti i chiarimenti necessari richiesti dalle Autorità”.

“Attualmente non vi è una stima precisa dei tempi necessari” alla BCE, alla DG Competition dell’Unione europea e al Single Resolution Board “per portare a termine i rispettivi processi" autorizzativi relativi al piano industriale al 2026 di MPS e al connesso aumento di capitale da 2,5 miliardi di euro”, si legge nella nota della banca.

Rischio shortfall

Dopo la richiesta della Consob, Mps ha indicato un possibile rischio shortfall per 150 milioni alla fine del 2022, aggiungendo però che le previsioni in tal senso si stiano progressivamente riducendo.

“Rispetto alle stime formulate nel Bilancio 2020, che evidenziavano uno shortfall già a partire dal primo trimestre 2021 con una crescita a 1,5 miliardi all'inizio di quest'anno”, si legge nella nota sui conti, “anche se a dicembre 2021, come nei trimestri precedenti, non è emerso alcuno shortfall”.

Nel corso dei prossimi dodici mesi, invece, “nell'ipotesi che l'aggiornamento dei modelli interni alle linee guida dell'Eba si concluda entro la fine dell'esercizio 2022, potrebbe emergere uno shortfall di 150 milioni”.

Nel primo trimestre del 2023, considerando la riduzione programmata di capitale collegata al phase-in dei requisiti IFRS9 e altri effetti, lo shortfall sull'aggregato patrimoniale Tier1 potrebbe arrivare a 500 milioni” ma questo rischio "non tiene conto di possibili iniziative di capital management a disposizione della banca”.

Secondo il direttore finanziario di Mps, Giuseppe Sica, lo shortfall patrimoniale potrà essere superato attraverso un'operazione di rafforzamento patrimoniale su base stand alone, previa approvazione da parte di DG Comp del nuovo business plan 2022-2026”.

Piano industriale, aggiungeva Sica, la cui realizzazione “potrebbe essere soggetta a successivi aggiornamenti alla luce dell'evoluzione del mutato scenario economico e, comunque, subire modifiche, anche rilevanti, qualora maturassero nuovamente i presupposti per la realizzazione di una eventuale 'soluzione strutturale' mediante l'implementazione di un progetto aggregativo” (a seguito del flop delle trattative con UniCredit).

‘Licenziato’ Bastianini

Sempre nella giornata di ieri, Mps ha comunicato il ritiro delle deleghe da amministratore delegato a Guido Bastianini, decisione presa all’unanimità dal consiglio di amministrazione della banca con decorrenza immediata.

Secondo fonti dell’Adnkronos, Bastianini sarebbe pronto ad avviare un’azione legale contro la decisione arrivata a meno di due anni dalla sua nomina voluta dal M5S.

Il ‘licenziamento’ di Bastianini apre la strada alla nomina ad Amministratore Delegato e Direttore Generale di Luigi Lovaglio annunciata in una nota a parte, oltre alla sua cooptazione nel board di Mps.

La view di Equita Sim

Da Equita Sim sottolineano un livello cost/income ancora elevato (72%) nonostante i costi per la banca (519 milioni contro i 535 milioni attesi) aumentano in misura inferiore alle attese (+1% contro +4% atteso).

Dalla sim milanese definiscono quale principale sorpresa negativa rispetto alle loro attese “un maggiore costo del rischio che include un incremento delle provisions a causa della riclassificazione a Npe di moratorie scadute (3,7% del totale)”.

Equita resta dunque cauta “sulla banca considerata l'elevata incertezza in vista della revisione del piano e della dimensione dell'aumento di capitale”, viste anche “le stime che al momento sono confermate in attesa delle indicazioni da parte del nuovo Ceo e delle interlocuzioni con la Bce”.

Gli analisti dell’istituto giudicano ‘hold’ il titolo Mps, con target price a 1,2 euro, posizione simile a quella di Mediobanca che ha rating ‘neutral’ e prezzo obiettivo a 1,1 euro.

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