Mps in testa al FTSE MIB, focus ancora sul futuro

Indiscrezioni di stampa rilanciano l’ipotesi della cessione di parte della quota detenuta dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, alla luce sia della crescita recente del titolo che delle difficoltà di trovare un compratore.
Mps in crescita
Monte dei Paschi di Siena protagonista a Piazza Affari, spinta dalle voci di una possibile cessione di parte della quota detenuta al Ministero del Tesoro e delle Finanze (MEF).
Dopo circa un’ora di contrattazioni, le azioni BMPS guadagnano il 3,70%, nettamente le migliori tra le blu chip del FTSE MIB, toccando un massimo di 2,647 euro, livello abbandonato a metà agosto.
Le azioni della banca in attività più antica al mondo si confermano in crescita nel corso di questo 2023, segnando una crescita complessiva superiore al 28% rispetto ai 2,05 euro di inizio gennaio.
Le indiscrezioni sul MEF
Proprio alla luce del buon andamento del titolo di questo ultimo anno, indiscrezioni pubblicate da La Stampa parlano di una possibile volontà del Governo di vendere una parte della propria quota detenuta del capitale dell’istituto senese, riducendolo al 51% dall’attuale 64%, con un potenziale incasso di 400 milioni.
Fonti del quotidiano raccontano che all’interno dell’esecutivo guidato da Giorgia Meloni sarebbe emersa la volontà di mantenere la sua presenza nel capitale di Mps, o almeno di rinviare l’uscita completa negoziata con la Banca centrale europea e ufficiosamente fissata per il 2024, ma che potrebbe essere posticipata in accordo con l’istituto centrale europeo.
Secondo fonti del giornale di Torino, infatti, “la cessione del controllo dell’istituto di credito non dovrebbe proprio avvenire o andrebbe collocata più in là di quanto atteso dal mercato”.
La posizione di Banca d’Italia
Le volontà del Governo andrebbero in contrasto con gli obiettivi di Banca d’Italia, ancora al lavoro per permettere l’aggregazione di Mps con un altro istituto, con Unicredit primo obiettivo.
Secondo il quotidiano torinese, per Bankitalia “Mps necessita di un Cavaliere bianco in tempi rapidi e non a caso negli ultimi giorni è tornato d’attualità il pressing su Unicredit, anche se l’ad Andrea Orcel è ancora molto freddo sul dossier”.
L’altra possibile pretendente potrebbe esser Banco BPM, anche se gli azionisti dell’istituto guidato da Giuseppe Castagna hanno fatto capire chiaramente che non gradirebbero l’operazione Mps, che comporta molte incognite sul futuro, tanta fatica nella gestione del deal e un incasso sostanzialmente nullo.
Al di là del guadagno cash dei soci, prosegue La Stampa, anche chi vedrebbe di buon occhio un eventuale fusione con Mps è preoccupato della capacità della banca di assorbire l’istituto senese.Anche alla luce delle difficoltà di trovare uno ‘spasimante’ per Mps, il braccio di ferro a distanza tra Banca d’Italia e il Governo potrebbe vedere come vincitore l’esecutivo targato Meloni, con l’istituto senese che continuerebbe a “ballare da solo”.
La view degli analisti
Gli analisti di Equita Sim ritengono che “con il governo che vorrebbe preservare la quota di controllo di Mps, non è tuttavia escluso che lo stato non riduca la propria partecipazione attraverso cessioni sul mercato”.L’articolo de La Stampa “conferma la nostra view su come l’M&A non sia necessariamente uno scenario di breve termine sulla banca, su cui invece continuerà a pesare il rischio di piazzamento di una quota da parte dello stato”, sottolineano dalla sim.
Venendo all’analisi di BMPS, per Equita “il titolo tratta con un 2024E P/TE di 0,3 volte”, pertanto mantengono la raccomandazione ‘hold’, con target price di 3,3 euro.
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