Mps, l’ipotesi cordata fa bene al titolo

Indiscrezioni di stampa rilanciano la possibilità che un gruppo comprensivo di imprenditori, casse previdenziali e soggetti industriali possa rilevare parti della quota ancora detenuta dal Governo nel capitale della banca senese già nei prossimi mesi.

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Mps in luce

Prima ora di scambi a Piazza Affari tra gli acquisti per il titolo Banca Monte dei Paschi di Siena sulle indiscrezioni dei media del possibile arrivo di un nocciolo duro di imprenditori, pronti a garantire stabilità e italianità. La prospettiva sostiene le azioni della banca senese che crescono del 3,70% e superano i 5,42 euro, ai massimi dal settembre 2022.

Il titolo dell’istituto in attività più antico al mondo rafforza così il suo 2024 restando tra le tre migliori del FTSE MIB con una crescita del 75% dopo i balzi di Unipol (+120%) e Bper Banca (+89,90%).

Una cordata per Siena

Secondo le indiscrezioni de La Stampa, il gruppo di imprenditori pronto a farsi carico del futuro di Siena sarebbe guidato da Enrico Marchi, numero uno di Banca Finint e di Save Aeroporti, e potrebbe essere affiancato da un partner commerciale che rilevi una quota di minoranza significativa seppur senza diritti di governance.

Marchi starebbe sondando la disponibilità di altri imprenditori, casse previdenziali e gruppi industriali di investire in Mps (vengono citati Enpam e Aponte) con l’obiettivo di raccogliere 500-750 milioni di euro, ovvero circa il 7,5-11,5% del capitale dell’istituto.

Il Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF), scrive il quotidiano, vorrebbe mantenere l’operazione nascosta fino alle elezioni regionali di novembre in Emilia Romagna, Liguria e Umbria, per poi effettuare la vendita di parte della quota attualmente ancora in mano al MEF (26,7%).

Sulla strategia, però, ci sarebbero posizioni diverse all’interno della Lega, importante partito di maggioranza che sostiene il Governo: Matteo Salvini vorrebbe che il MEF mantenesse una quota rilevante per incidere sul futuro della banca, mentre il Ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, vorrebbe vendere completamente per andare avanti con il piano di privatizzazioni varato dall’esecutivo e rispettare gli impegni presi con l’Unione europea.

Possibile supporto al titolo

Si tratta di indiscrezioni “da verificare, così come l’effettiva concretezza del progetto”, sottolineano gli analisti di Equita Sim, che sul titolo mantengono il target price di 5,90 euro e la raccomandazione ‘hold’.

L’eventuale ingresso in Mps attraverso l’acquisto di una quota rilevante “darebbe chiaramente supporto alle valutazioni (permettendo di digerire l’overhang per la cessione di un’ulteriore quota da parte del Governo), mentre invece rimarrebbero da valutare gli scenari di lungo termine, con l’opzione stand-alone che riteniamo sia quella attualmente più probabile”, spiegano dalla sim.

Infatti, concludono “anche una eventuale partnership con Unipol non prevedrebbe che quest’ultima acquisisca il pieno controllo della banca e riteniamo che per realizzarsi sia necessaria sia la piena uscita dello Stato da Mps che la terminazione dell’accordo di bancassurance con Axa”.

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