Mps, nuovo rifiuto: anche Banco Bpm dice no al Tesoro per l'acquisizione


Nuovo rifiuto ricevuto dal Tesoro nella ricerca di un acquirente per Monte dei Paschi di Siena, dopo quello arrivato da Unicredit nei giorni scorsi. Secondo quanto scrive Il Messaggero, infatti, anche Banco Bpm avrebbe rifiutato un futuro 'matrimonio' con l'istituto di Siena. La proposta, racconta il giornale, sarebbe stata discussa dal dg del Mef, Alessandro Rivera, con l'AD della banca, Giuseppe Castagna, nel corso di una video conferenza a cui ha partecipato anche il presidente Massimo Tononi.


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Lo 'spezzatino' di Mps

Dal vertice sarebbe emersa da Banco Bpm una disponibilità, seppur timida, solo alla partecipazione ad un eventuale 'spezzatino' di Mps. La frammentazione della banca rientra tra le ipotesi emerse nei mesi scorsi per affrontare la difficile situazione in cui versa Mps soprattutto in previsione di una possibile bocciatura agli stress test che costringerebbe il Tesoro ad accelerare sul rafforzamento patrimoniale da 2,5 miliardi.

All'operazione potrebbe partecipare anche Unicredit, volontà emersa nei giorni scorsi da alcune indiscrezioni di stampa. Proprio all'istituto guidato da Orcel, il Governo avrebbe offerto “uno sdoppiamento in due di Mps, con la nascita di una bad bank in capo a un soggetto pubblico, contenente le passività e, come avvenne con le banche venete, la possibilità di retrocedere quei crediti in bonis che dovessero deteriorarsi”, scrive il Messaggero, anche se l'ad della banca milanese non sarebbe del tutto convinto di questa ipotesi.

L'analisi

I rifiuti di Unicredit e Banco Bpm risiedono nello squilibrio tra “rischi (cause per circa 10 miliardi con la Fondazione Mps e nuove svalutazioni sui crediti) e i costi di acquistare Mps che quei 3 miliardi circa di benefici fiscali che la banca più antica del mondo porterà in dote al suo futuro sposo”, spiegano gli analisti di Ora Finanza. “Continuiamo a ritenere che sia meglio stare alla larga dal titolo che potrebbe annunciare un aumento di capitale fortemente diluitivo, deprimendo il valore delle sue azioni”, aggiungono questi esperti.

Il titolo Mps, intanto, a metà mattinata perde tutti i guadagni dell'avvio di seduta, tornando alla quotazione di apertura pari a 1,15 euro.

Mps risponde alla BCE sull'aumento di capitale

Nel frattempo, Mps ha diffuso in un comunicato stampa in cui rispondeva alla BCE sui dettagli e le tempistiche dell'aumento di capitale da 2,5 miliardi. Tale operazione, spiegano da Mps, è “solo ipotizzata e la sua attuazione è comunque soggetta all’approvazione da parte di DG Comp e della Banca centrale europea per gli aspetti di competenza", oltre che rappresentare un’opzione subordinata rispetto al perseguimento della "soluzione strutturale". A questo punto, l'attesa per l'approvazione dell'operazione si concentra per l'esito degli stress test sulle banche europee di fine luglio, dal quale potrebbero emergere le reali possibilità di Mps di resistere da sola alla situazione attuale.

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