MPS, rapida discesa sotto il prezzo di vendita del MEF

Il Ministero del Tesoro aveva venduto parte della sua quota detenuta nel capitale della banca senese ad un prezzo inferiore alla chiusura del titolo della seduta di ieri e oggi le azioni dell’istituto hanno aperto in picchiata, adeguandosi a quanto deciso dal MEF.

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MPS a picco

Il blitz del Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) sulla sua quota detenuta in Banca Monte dei Paschi di Siena trascina al ribasso il titolo dell’istituto senese a Piazza Affari, scendendo sotto il prezzo di collocamento.

Le azioni BMPS non riescono a fare prezzo in apertura di seduta, per poi entrare in contrattazioni con un calo superiore al 5%, toccando un minimo di 2,893 euro, quando il MEF aveva fissato il prezzo a 2,92 euro, anche se resta sopra i 2 euro, quota a cui il Ministero aveva sottoscritto l’aumento di capitale.

Alti i volumi di scambio, con oltre 34 milioni di pezzi passati di mano, a fronte di una media a 30 giorni per un’intera seduta di 20,8 milioni.

Non bastano le aspettative di un prossimo ‘risiko bancario’ a sostenere gli altri titoli bancari, visto il -2% di Banco BPM (5,184 euro), secondo rumor possibile ‘sposa’ di Rocca Salimbeni, mentre chi in passato ci ha provato, ovvero Unicredit, cede l’1,3% (24,725 euro di minimo).

I dettagli dell’operazione

Il Tesoro ha comunicato nella tarda serata di ieri di aver chiuso la cessione di 314.922.429 azioni ordinarie di Mps pari al 25% del capitale, a 2,92 euro per azione, pari a un controvalore di circa 920 milioni di euro, superiore di quasi il 50% rispetto al prezzo di sottoscrizione dell'aumento del capitale realizzato nel novembre 2022.

Con questa vendita, la partecipazione detenuta dal MEF nella banca scenderà dal 64,23% al 39,23% circa del capitale.

Secondo rumor di stampa, la cessione avrebbe coinvolto quasi esclusivamente investitori istituzionali internazionali e italiani, alcuni dei quali già azionisti di MPS, mentre sarebbe marginale o del tutto assente il retail. A fronte della domanda raccolta pari a oltre 5 volte l'ammontare iniziale, l'offerta è stata incrementata dal 20% al 25% del capitale di Mps.

“L'operazione rappresenta la prima fase del più ampio processo che porterà il Mef a valorizzare pienamente la Banca, nell'interesse della stessa e di tutti gli stakeholders, nel contesto del solido quadro patrimoniale e reddituale che caratterizza la Banca e delle sue prospettive di ulteriore sviluppo”, spiegava il Tesoro in un comunicato diffuso nella tarda serata.

Il regolamento dell’operazione avverrà giovedì 23 novembre, quindi per capire se ci sono nuovi azionisti rilevanti bisognerà aspettare il 28 novembre.

L’analisi degli esperti

La seduta di ieri del titolo MPS si era chiusa a 3,072 euro, mentre il prezzo fissato dal MEF corrisponde ad uno sconto del 4,9%.

Un trader sottolinea all’agenzia Reuters l’enorme richiesta che c'è stata dai fondi tanto da spingere il Tesoro ad incrementare l'ammontare collocato.

Questo vuol dire, aggiunge il trader, che c'è interesse e che la banca è apprezzata. Inoltre, lo Stato con questa operazione scende sotto il 40% del capitale e così facilita una eventuale aggregazione, al contempo proteggendo l'istituto da eventuali scalate.Secondo Deutsche Bank, “il collocamento è una buona notizia per il titolo perché rappresenta il primo e cruciale passo verso la normalizzazione della struttura di governance che dovrebbe portare a un progressivo re-rating dei multipli di mercato”.

“L'operazione testimonia il crescente apprezzamento degli investitori istituzionali nei confronti del settore bancario italiano, anche a seguito della recente decisione presa da Moody's di migliorare l'outlook da ‘negativo’ a ‘stabile’, sottolineano da WebSim Intermonte.

Dalla sim rafforzano la loro “view positiva sul titolo” MPS, con giudizio ‘interessante’ e un target price che rimane a 3,5 euro.

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