Mps, ritorno al dividendo dopo 13 anni d’attesa


La riduzione dei rischi legali porta l’utile della banca senese oltre i 2 miliardi e le permette di tornare a distribuire la cedola ai soci.


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Mps in luce

Un ritorno atteso 13 anni quello del dividendo di Banca Monte dei Paschi di Siena, oltre che in anticipo rispetto a quanto programmato, grazie ad un 2023 nel corso del quale l’istituto senese ha realizzato un utile superiore ai 2 miliardi. L’importanza di questi numeri preliminari diffusi questa mattina è evidenziata dalle previsioni degli analisti di 1,344, inferiori a quanto realizzato, e dalla perdita di 205 milioni conseguita nel 2022.

Un anno, dunque, che sembra segnare una vera e propria “svolta” per Siena, secondo le parole di Luigi Lovaglio, amministratore delegato di Mps, ottenuta grazie alla riduzione dei rischi legali, con un vero e proprio “rinascimento” per la banca.

Numeri che spingono subito in alto le quotazioni della banca a Piazza Affari, in crescita del 6% nei primi minuti di scambi, con un massimo toccato a 3,61 euro, portando così il bilancio del 2024 al +10% e quello degli ultimi dodici mesi al +49%.

Calano i rischi legali

L’utile netto dell’ultimo trimestre dello scorso anno è stato pari a 1,123 miliardi, condizionato da 466 milioni di “rilasci netti di accantonamenti su fondi rischi ed oneri” e un effetto positivo delle imposte per 339 milioni.

Superiore alla guidance il profitto del periodo, anche grazie al venir meno dei rischi legali a seguito delle favorevoli sentenze emesse nell’ultimo trimestre del 2023. “L’ammontare del petitum per rischi legali straordinari si è ridotto a circa 890 milioni”, sottolinea nella nota la banca senese, non considerando la causa promossa dai Fondi Alken (circa 450 milioni di euro), riguardo cui, a seguito della già positiva sentenza di primo grado, a dicembre 2023 è stata emessa una sentenza conforme a favore della Banca da parte della Corte d’Appello di Milano.

Gli altri numeri del 2023

Il margine di interesse del quarto trimestre è sostanzialmente stabile rispetto a quello precedente (-0,1%), portando quello dell'intero esercizio a 2,292 miliardi (+49,3%) in linea con il consensus fornito dalla banca.

Il totale dei crediti deteriorati a fine 2023 è pari a 3,5 miliardi di esposizione lorda, poco variato sulla fine del trimestre precedente, con una esposizione netta di 1,8 miliardi.

Il tasso di copertura a fine 2023 è aumentato dal 48,1% del 2022 all’attuale 49,1%, considerando che il precedente anno era stata prevista una maggiore copertura delle sofferenze.

Dal punto di vista patrimoniale il 2023 si è chiuso per Mps con un Cet1 fully loaded al 18,1%, in crescita di 248 punti base su anno e post distribuzione di dividendi.

Il risultato operativo netto del gruppo al 31 dicembre 2023 è pari a 1.511 milioni di euro, più che raddoppiato rispetto al risultato di 594 milioni di euro registrato al 31 dicembre 2022.

Ritorno al dividendo

L’utile superiore alle previsioni consente alla banca più antica del mondo di distribuire un utile a distanza di tredici anni dal precedente e con due anni di anticipo rispetto a quanto previsto dal piano. La proposta del cda è di 0,25 euro per azione, per un monte dividendi di 315 milioni di euro, proposta in linea con il commitment sul dividend ban imposto dalla Commissione europea in quanto i ratio patrimoniali risultano ampiamente superiori ai parametri fissati da Bruxelles per consentire il pagamento di dividendi.

Nonostante il ritorno alla cedola con due anni di anticipo rispetto al piano, da Mps rimarcano di essere ancora impegnati a rafforzare la propria situazione patrimoniale che si pone “ai vertici del sistema” e testimonia la capacità di Siena di generare “un’organica profittabilità sostenibile”.

La view degli analisti

I risultati trimestrali risultano “complessivamente in linea con le attese”, spiegano da Equita Sim, “con un maggiore utile operativo compensato da più alti accantonamenti” e che ha “beneficiato di significativi rilasci di riserve per 466 milioni, che contribuiscono a spiegare la differenza rispetto alle nostre stime a livello di utile pre-tasse”.

Superiori alle attese i ricavi, “principalmente per maggiore contribuzione da dividendi”, precisano ancora gli esperti, evidenziando che il net interest income mostra una sostanziale stabilità t/t, con ulteriore incremento dello spread commerciale che ha compensato volumi in leggero calo. “Sotto la linea operativa, la principale differenza rispetto alle nostre stime è attribuibile a rilasci netti di accantonamenti su fondi rischi e oneri per 466 milioni (non fattorizzate) a seguito al declassamento del rischio di soccombenza del contenzioso relativo alle informazioni finanziarie 2008-2015”, concludono ancora da Equita, mentre superiore alle attese risulta “la cedola: 0,25 euro contro i 0,11 euro stimati”.

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