Nasce il polo europeo della Tv targato Mediaset

10/06/2019 05:30
Nasce il polo europeo della Tv targato Mediaset

Sinergie per 107 milioni l’anno. La società distribuirà 100 milioni di dividendi entro il 2019 e procederà a un buyback di azioni proprie per 280 milioni di euro

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Nasce MediaForEurope (Mef) la superholding che riunirà tutte le attività europee del Biscione

Nasce MediaForEurope (Mef) la superholding che riunirà tutte le attività europee del Biscione e promette di essere un polo aggregante per tutti i media europei per la free tv.

Con sede in Olanda ma tasse pagate in Italia, MEF raggrupperà  dalle radio, alle case di produzione Taodue e Medusa, al 40% in Ei Towers al 9,6% di ProsiebenSat 1 il cui acquisto è stato completato a fine maggio.

La scelta olandese dunque ricade per un motivo di governance. I Svs (Special Voting Shares) che esistono solo nel diritto olandese, privilegiano gli azionisti più anziani permetteranno a Fininvest di avere il 50% dei diritti di voto pur scendendo al 35% nella nuova compagine.

Il 4 settembre le due assemblee, di Mediaset e di Mediaset España, dovranno dire la parola definitiva su un’operazione ma oggi a esprimersi saranno i mercati.

Oggi, alle 7 di mattina si terrà la presentazione agli analisti. Mediaset vede sinergie per 107 milioni di euro l’anno entro il 2023. La società distribuirà 100 milioni di dividendi entro il 2019 e procederà a un buyback (riacquisto  di azioni proprie) per 280 milioni di euro a un prezzo massimo di 3,4 euro per azione.

I dettagli dell’operazione

Mfe avrà residenza fiscale in Italia e le attività operative di Mediaset e Mediaset Espana resteranno in Italia e Spagna

Fininvest avrà circa il 36% della nuova entità e diritti di voto intorno al 50%. A seguito della fusione ogni azionista Mediaset riceverà 1 azione Mfe per ogni azione posseduta, mentre ogni azionista di Mediaset Espana avrà 2,33 azioni Mfe ogni azione posseduta.

Le azioni proprie di Mediaset e Mediaset Espana, pari rispettivamente al 3,73% e 4,36% del capitale, saranno cancellate.

Mediaset ha escluso, con una nota, il lancio di un’Opa su Mediaset Espana.

La logica industriale

In una nota l’AD di Mediaset Pier Silvio Berlusconi afferma che “dopo questo primo passo anche altri alleati si uniranno alla nuova casa della televisione europea”.

MEF è pensata per razionalizzare la presenza in Italia e Spagna dando il la a sinergie come a nuove possibilità di business fra cui la «creazione di una production content house, sviluppo di motori di profilazione dati, addressable tv», scrive il gruppo. Tutte cose che se fatte in chiave transfrontaliera hanno più senso e potrebbero, almeno questa è l’intenzione di Cologno, convincere anche altri broadcaster europei della bontà di fare fronte comune. Magari proprio a partire dalla tedesca ProsiebenSat.

Qualcuno invece legge l’operazione come una strada obbligata: unire le forze resta l’àncora di salvezza per una tv tradizionale che in Europa deve fare i conti con l’avanzata delle tv on demand che se non rubano pubblicità comunque sottraggono ore di consumo tv e stanno contando continui ingressi nell’agone competitivo, da Disney a Warner. E tutto questo mentre i gruppi tv Usa tradizionali hanno già mosso verso l’Europa (si pensi a Discovery o a Viacom che nel 2014 ha acquisito Channel 5, terzo operatore televisivo commerciale in Uk) e mentre i colossi del web – Google, Facebook, ma non trascurabile è Amazon – continuano a erodere quote del mercato pubblicitario su tutti i mezzi, tv compresa.

Il nodo Vivendi

In Italia Fininvest è al 44,1% di Mediaset e Vivendi al 28,8% ma con il 19,1% 'congelato' nella fiduciaria Simon dopo le decisioni dell'Agcom. Il Cda del gruppo ritiene 'illegale' l'acquisizione della quota in mano ai francesi. Vivendi per  opporsi - sempre che il Cda di Mediaset la accetti in assemblea - potrebbe organizzare una minoranza di blocco.

Se non vi riuscisse, potrebbe successivamente esercitare il diritto di recesso sulla sua quota, mettendo a rischio o comunque dilatando i tempi dell'operazione Mef.

Il problema è nei numeri: i francesi hanno acquistato a un prezzo medio di circa 3,7 euro mentre il diritto di recesso e' fissato a 2,77, con il titolo che veleggia a 2,97 e oggi potrebbe volare. Dalla Francia per ora solo un "no comment",

Azione attesa sul mercato

Alcuni analisti hanno già stimato un miglioramento degli utili per azione grazie alle sinergie di costo e di ricavi pari a circa il 20% degli utili.

Tradotto, per mantenere invariato il p/e (rapporto tra prezzo e utili) il titolo dovrebbe volare del 20% il tutto però va scontato dai timori di execution, ovvero se a in quanto tempo l’operazione andrà in porto.

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