Negli Stati Uniti consumi in allegria


L’inaspettata accelerazione dei consumi in aprile ha allontanato ancora di più le ipotesi di taglio tassi e sono partite le vendite sulle obbligazioni. Le azioni, in rialzo in avvio di seduta, hanno girato in negativo. Wall Street ha chiuso in ribasso (Nasdaq -1,8%, S&P500 -1,2%) e l’indice VIX della volatilità è salito dell’11% a 19,2, livello che non si vedeva da ottobre. Il tasso di rendimento del Treasury Note a dieci anni, salito in cinque delle ultime sette sedute, è arrivato al 4,60%, massimo da novembre. Le borse dell’Europa, ieri in rialzo, si preparano a essere colpite dalle vendite: il future del Dax di Francoforte è in calo dell’1%. Tutti in calo i mercati azionari dell’area. Per l’indice MSCI Asia Pacific è la peggior seduta degli ultimi tre mesi.


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JP Morgan è la prima banca degli Stati Uniti per valore dell’attivo, ma Goldman Sachs, pur non essendo la numero uno per quanto riguarda le dimensioni, è la più osservata a Wall Street, perché il suo business caratteristico e stare sul mercato finanziario, seguirlo e interpretarlo. Non a caso ieri l’attenzione era sui dati del trimestre della banca guidata dal CEO David Salomon: gli utili e i ricavi battuti di parecchio le aspettative e nel corso della conferenza con gli analisti, Salomon ha detto che stanno per tornare le IPO. Il titolo è salito insieme a tutto il settore, ma il resto del mercato azionario è sceso, soprattutto il tech.

L’inaspettata accelerazione dei consumi in aprile ha allontanato ancora di più le ipotesi di taglio tassi e sono partite le vendite sulle obbligazioni. Le azioni, in rialzo in avvio di seduta, hanno girato in negativo.

Wall Street ha chiuso in ribasso (Nasdaq -1,8%, S&P500 -1,2%) e l’indice VIX della volatilità è salito dell’11% a 19,2, livello che non si vedeva da ottobre.

Il tasso di rendimento del Treasury Note a dieci anni, salito in cinque delle ultime sette sedute, è arrivato al 4,60%, massimo da novembre. Il mercato si interroga di nuovo sulla possibilità di vedere quota 5%. Il Sole24Ore dedica spazio stamattina ad un tema importante non solo per i bond ma anche per le azioni.

A nostro avviso, un rendimento dei Treasury statunitensi superiore al 5% è abbastanza improbabile. Affinché questo scenario si verifichi, bisognerebbe osservare livelli di inflazione notevolmente più alti anche in futuro e non solo rispetto al recente passato - spiega Christopher Jeffery, head of macro strategy di Lgim -. La crescita degli Stati Uniti si sta mantenendo solida, in larga parte grazie al supporto fiscale, ma ciò non basta per aspettarci dei tassi d’interesse significativamente più alti, se ciò non comporta una crescita dell’inflazione”.

Le borse dell’Europa, ieri in rialzo, si preparano a essere colpite dalle vendite: il future del Dax di Francoforte è in calo dell’1%.

ASIA

Tutti in calo i mercati azionari dell’area. Per l’indice MSCI Asia Pacific è la peggior seduta degli ultimi tre mesi. Nikkei di Tokyo -1,8%. Hong Kong -1,5%, Shanghai Composite -0,8%. Seul -2,4%.

Soffrono la forza del dollaro le valute locali, soprattutto la rupia indonesiana e lo won della Corea del Sud.

CINA

L’economia cinese ha iniziato l’anno con una crescita superiore alle aspettative, ma i dati di marzo segnalano il rallentamento in arrivo. Il PIL è salito del 5,3% anno su anno, in lieve accelerazione rispetto al quarto trimestre del 2023 e meglio delle attese del consensus. Nell’ultimo mese del trimestre le vendite al dettaglio e la produzione industriale sono state più fiacche delle previsioni. “I mercati potrebbero avere qualche difficoltà a lasciarsi convincere dall’andamento del PIL, difficile da riconciliare con i dati contrastanti di marzo", ha dichiarato Xiaojia Zhi, capo economista per la Cina del Credit Agricole. "Ci potrebbe essere anche il timore che se la crescita del PIL si dovesse mantenere al di sopra del 5%, come suggeriscono i dati, i responsabili delle politiche monetarie e fiscali si troverebbero a proprio agio e non vedrebbero alcuna pressione per un ulteriore allentamento delle loro politiche”.

PREVISIONI DI PICTET SU AZIONI E BOND

Nella seconda parte del mese potrebbe esserci in borsa ancora “un po' di rotazione settoriale, magari dalla tecnologia al resto degli indici e forse sull’healthcare”, scriveva ieri in una nota Flora Dishnica, Investment Manager di Pictet Asset Management.

Per quanto riguarda le obbligazioni, “la vivacità dell'economia americana scoraggia l'attesa di tagli più aggressivi”, afferma Dishnica. Per le parti a lunga scadenza, non ci dovrebbero essere “grosse sorprese positive, se non piccoli cali nei rendimenti verso il 4% per il Treasury americano e verso il 2,25% per il Bund, in caso di segnali incoraggianti sul fronte inflazione”. Pictet avverte che potrebbero continuare le “speculazioni attorno al livello di R-star, ovvero il tasso di equilibrio naturale che si collega al punto di arrivo terminale. Questi dubbi sugli equilibri, e quindi i tassi di lungo periodo, continuano a giustificare una volatilità storicamente elevata nei tassi a lunga scadenza”.

IL RIALZO E’ AFFATICATO

Vincent Chaigneau, Head of Research di Generali Investments parte dagli eventi di sabato sera per dire la sua sul mercato. “Anche se l'attacco senza precedenti, ma calibrato, non porterà a una brusca escalation; tuttavia, la reazione di Israele è incerta e lo stress regionale intenso. Tutto ciò avviene in un contesto di affaticamento del rally degli asset di rischio (e di un aumento dei volumi degli asset di rischio, in particolare del credito) da fine marzo, e in un quadro di prolungamento del rally del prezzo del petrolio da 4 mesi. L'aumento dei prezzi del petrolio (e della volatilità) è spesso associato a una maggiore volatilità dei titoli azionari, in particolare quando è guidato da tensioni geopolitiche e/o implica una maggiore incertezza economica e politica”.

ORO

Il rialzo di ieri ha portato il metallo prezioso di riferimento di nuovo in prossimità del massimo storico. I forti acquisti delle banche centrali, la perdurante domanda dei consumatori cinesi e l'aumento dei rischi geopolitici stanno rompendo la tradizionale relazione inversa tra l’oro e i tassi reali statunitensi. Citigroup ne ha preso atto e ha alzato le sue stime sull'oro per il 2024 a 2.350 dollari l’oncia, gli analisti intervenuti con una "massiccia revisione al rialzo del 40%" delle previsioni per il 2025, a 2.875 dollari. Goldman Sachs aveva scritto venerdì che l’oro è in “mercato toro”.

Per il petrolio solo un lieve rialzo nonostante le minacce di rappresaglia arrivate da Israele. Brent poco sopra i novanta dollari il barile.

TITOLI

MFE-Media for Europe. Nei mesi scorso ha avuto colloqui con diverse banche pronte a finanziare una potenziale offerta per l'emittente tedesca ProSiebenSat.1 per un valore fino a circa 4 miliardi di euro, secondo quanto emerge da alcune fonti vicine alla questione e da alcuni documenti visionati da Reuters.

Eni punta a vendere entro la fine dell'anno quote di minoranza nelle proprie divisioni di biocarburanti e bioplastiche che potrebbero fruttare complessivamente circa 1,3 miliardi di euro per accelerare la propria transizione energetica, secondo tre fonti.

Stellantis. Alfa Romeo ha deciso di cambiare il nome della sua nuova compatta sportiva da Milano a Junioe per stemperare le critiche mosse dal governo italiano sulla presunta violazione della legge sull'Italian Sounding.

Terna ha sottoscritto un accordo con le banche per incrementare a 2,255 miliardi di euro l'ammontare massimo della linea di credito revolving legata ad indicatori Esg sottoscritta lo scorso maggio per 1,805 miliardi.

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