Negoziato sui dazi fino al 1° agosto, le borse ci sperano

07/07/2025 06:15
Negoziato sui dazi fino al 1° agosto, le borse ci sperano

Il Segretario al Tesoro Scott Bessent, ha detto ieri sera in un’intervista che se non si raggiungera' un accordo nei prossimi giorni, i dazi - fino al 50% - annunciati all'inizio di aprile, entreranno in vigore il primo agosto, non il 9 luglio: si parla quindi di un possibile nuovo slittamento.

Bessent ha infatti giudicato positivo il negoziato con l'Unione europea, che sta "facendo ottimi progressi” dopo un "inizio lento”.

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Le borse dell’Europa dovrebbero aprire intorno alla parità e i future di Wall Street, chiusa venerdì per festività, sono leggermente negativi.

In Asia sono in calo i mercato azionari di Tokyo, Shanghai e Hong Kong. Si fanno da parte i temi dell’economia e della finanza, a muovere i prezzi nelle prossime ore saranno le decisioni di politica commerciale.

LE 12 LETTERE DI TRUMP

Giovedì sera il presidente degli Stati Uniti ha detto di aver firmato "12 lettere" destinate ad altrettanti Paesi con dentro "importi differenti" sui futuri balzelli, alcune sono già partire e altre saranno inviate oggi alle 18 ora italiana. Su Truth, stanotte Trump ha minacciato tariffe doganali aggiuntive del 10% a tutti quei Paesi che si "allineeranno" con i Brics che, riuniti a Rio de Janeiro, hanno espresso forte preoccupazione per le politiche tariffari.

Come al solito, il Segretario al Tesoro Scott Bessent, ha usato toni diversi, spiegando ieri sera in un’intervista che, se non si raggiungera' un accordo nei prossimi giorni, i dazi - fino al 50% - annunciati all'inizio di aprile e poi sospesi in attesa dei negoziati, entreranno in vigore il primo agosto. In precedenza la scadenza era stata fissata per il 9 luglio: si parla quindi di un possibile nuovo slittamento.

Sembrano aprirsi spiragli per l'Europa: Bessent ha infatti giudicato positivo il negoziato con l'Unione europea, che sta "facendo ottimi progressi” dopo un "inizio lento”.

La Commissione Europea sta valutando un accordo provvisorio che manterrebbe un dazio del 10% sulla maggior parte delle esportazioni.

Tra i 27 ci sono quelli pronti a reagire a muso duro, confidando nel fatto che in passato, Trump fa sempre marcia indietro (TACO), così come ci sono quelli, tra cui l’Italia, a chiudere il prima possibile, anche a costo di accettare condizioni più sfavorevoli rispetto al passato. Possibile che tutto si decida al fotofinish martedì notte, oppure che si arrivi a una ulteriore proroga

BUONI, CATTIVI E CATTIVISSIMI

Gli Stati Uniti sarebbero intenzionati a dividere i propri partner commerciali in tre gruppi. Una sorta di status gold per chi ha raggiunto un accordo di massima, con la possibilità di ulteriori riduzioni in una fase successiva, confermando dunque la sospensione reciproca.

Un silver per chi non è stato ancora in grado di raggiungere un'intesa generale e si vedrà colpito dai dazi specifici (il che, per l'Ue, significherebbe il 20% fino alla conclusione dell'accordo).

E infine un bronze per i partner con cui i negoziati stanno procedendo male, con il ritorno ai dazi applicati precedentemente fino a nuovo avviso. Non è ancora chiaro dove sarà collocata l’Europa, probabilmente non nello status gold.

PETROLIO

Brent in calo dell’1,5%. L’Opec+ spinge sull'acceleratore e annuncia un aumento della produzione di petrolio ancora più alto del previsto, a partire dal prossimo mese. Gli otto Paesi chiave dell'alleanza, Arabia Saudita, Russia, Emirati, Kuwait, Oman, Iraq, Kazakhstan e Algeria, hanno deciso in una videoconferenza di innalzare l'offerta di 548.000 barili al giorno a partire da agosto, sorprendendo i mercati che si aspettavano un aumento più contenuto, sulla scia dei 411.000 barili già aggiunti nei mesi di maggio, giugno e luglio.

Il nuovo incremento segna un'accelerazione della svolta strategica dell'Opec+, che da aprile ha abbandonato anni di tagli alla produzione in favore di un ritorno aggressivo sul mercato. La mossa punta a sfruttare la domanda robusta dei mesi estivi nell'emisfero nord e a riconquistare quote cedute a rivali come gli shale drillers statunitensi. Secondo Bloomberg, l'organizzazione ha preso la decisione sulla base di un "outlook economico globale stabile e fondamentali di mercato sani, come dimostrano le scorte di petrolio relativamente basse”. Il prossimo passo potrebbe arrivare già il 3 agosto, quando i Paesi produttori torneranno a riunirsi per valutare se aggiungere un altro aumento di circa 548.000 barili a settembre, chiudendo così con un anno di anticipo il piano di riattivazione dei 2,2 milioni di barili al giorno di capacità tagliata nel 2023.

LA SETTIMANA

Negli Stati Uniti esce domani la fiducia delle piccole imprese (NFIB), attesa rimanere poco variata dal team di strategist di MPS Corporate&Investment Banking. Giovedì ci sono i canonici dati settimanali sui sussidi di disoccupazione.

In area euro martedì saranno pubblicate le vendite al dettaglio di maggio, che forniranno indicazioni sui consumi. Venerdì escono i dati finali sull’inflazione di giugno di Germania e Francia, da cui non sono attesi cambiamenti ai numeri preliminari.

In Cina mercoledì saranno resi noti i numeri sui prezzi alla produzione ed al consumo, attesi confermare la deflazione in atto.

Avremo questa settimana ancora interventi di banchieri BCE e Fed, da tenere sotto osservazione anche i verbali Fed della riunione di giugno, “importanti per vedere se ci sono indicazioni aggiuntive sui prossimi tagli”, si legge nella nota di MPS. Martedì e mercoledì avremo rispettivamente le riunioni della banca centrale australiana e neozelandese, con la prima attesa ridurre il tasso di riferimento di 25pb.

OBBB E’ LEGGE: BOND IN STATO DI ALLERTA

Il Treasury Note a dieci anni si apprezza leggermente, a 4,32%, dopo il via libera alla legge di bilancio. ”one, beautiful, big bill” (OBBB) , è qualcosa di enorme da tutti i punti di vista, anche per quel che riguarda l’espansione del deficit, attesa pari a mezzo punto di PIL in più nel periodo 2026-2028. Elliot Hentov, Head of Macro Policy Research di State Street Investment Management, avverte in una nota che la previsione si basa però su ipotesi, “relativamente benigna” di dazi almeno del 10% superiori rispetto ai livelli pre-2025, oltre che su una discesa dei tassi. Secondo Hentov , siamo di fronte a un caso di imprudenza fiscale, in quanto “il punto di partenza è altamente insolito e i mercati hanno anche segnalato una certa fragilità: il deficit primario degli Stati Uniti (cioè il deficit al netto degli interessi) è in media pari al 3% del PIL, un record per gli Stati Uniti al di fuori di periodi di guerra o recessione. Con deficit complessivi nell’ordine del 6-7% nel futuro prevedibile, qualsiasi rallentamento economico potrebbe limitare la capacità del governo di contrastare una contrazione”. Come si è visto da aprile in avanti, i bond vigilantes sono sensibilissimi al tema dell’aumento delle emissioni di Treasury. Lo strategist di State Street segnala che gli Stati Uniti non sono gli unici a star emettendo più debito, ma ci troviamo in un contesto in cui alcune parti d’Europa e Asia stanno anch’esse avviando stimoli fiscali più consistenti, quindi l’offerta globale di asset sicuri sta aumentando sensibilmente più velocemente della domanda. 

TITOLI

Banca MPS. L'agenzia di rating Fitch ha alzato il proprio giudizio a 'BBB-' con outlook stabile.

Mediobanca. S&P Global ritiene che il merito di credito di Mediobanca potrebbe soffrire se l'offerta di Banca Mps andasse in porto. Se l'agenzia di rating arrivasse alla conclusione che la potenziale aggregazione impatta negativamente sul merito di credito, potrebbe rivedere al ribasso i rating.

Unicredit ha cominciato ha ridurre la sua quota in Generali vendendo poco meno dell'1,5% sul 6,7% totale, secondo la Repubblica di sabato. Gli azionisti di Banco Bpm che rappresentano una quota complessiva dello 0,12% hanno aderito all'offerta di UniCredit, secondo quanto ha riferito Borsa Italiana venerdì.

Bper Banca. Gli azionisti di Banca Popolare Sondrio che rappresentano una quota del 20,74% hanno aderito all'offerta di Bper, secondo quanto riferito da Borsa Italiana. Il cda di Banca Popolare Sondrio tornerà a riunirsi martedì per aggiornare la sua valutazione dell'offerta publica di scambio di Bper, alla luce del rilancio di un euro ad azione messo sul piatto dall'istituto. Lo riporta il Messaggero di domenica citando l'Ansa.

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