Neutrali ma selettivi sui mercati sviluppati


Tognoli Rimane neutrale, ma selettivo, sui titoli azionari dei mercati sviluppati e vede ragioni per apprezzare le azioni giapponesi.


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Serie di PMI di maggio dell’Europa in uscita oggi alle 10:00: manifatturiero (stima 46,2 punti contro 45,7 di aprile), servizi (stima53,6 punti contro 53,3 di aprile) e composito (stima 52 punti contro 51,7 di aprile). Alle 14.30 è la volta dei sussidi settimanali USA alla disoccupazione (stima 221k contro 222 della scorsa settimana). Alle 15:45 usciranno invece i PMI di maggio degli USA: manifatturiero (stima 50,1 punti contro 50 di aprile), servizi (stima 51,5 punti contro 51,3 di aprile). Vendita di nuove abitazioni di aprile alle 16:00 (stima 674k contro 693 di marzo).

La settimana scorsa i titoli azionari statunitensi hanno segnato nuovi massimi del 2024, mentre i rendimenti dei titoli del Tesoro statunitensi a 10 anni sono scesi a circa il 4,40% – circa 35 punti base al di sotto del picco di quest’anno. L'indice dei prezzi al consumo statunitense ha soddisfatto le aspettative di consenso e ha interrotto una serie di tre mesi di dati più caldi del previsto. Sebbene i dati possano confortare la Fed sul fatto che le precedenti sorprese al rialzo fossero anomalie, riteniamo ci sia bisogno di ulteriori prove di un calo dell’inflazione per iniziare a tagliare i tassi ufficiali.

Osserviamo poi i dati sull’inflazione giapponese per le implicazioni politiche della Banca del Giappone. Riteniamo che la BOJ sarà lenta nell’inasprire la politica monetaria per sostenere il ritorno di un’inflazione moderata e una sana crescita salariale.

Ci troviamo in mercati caratterizzati da maggiore volatilità, come ci aspettavamo. Riteniamo che questo provochi spostamenti di valutazione più frequenti tra le classi di attività. Le valutazioni potrebbero tuttavia non sempre portare a risultati a breve termine. Ma contano quelli a lungo termine.

Anche l’economia si trova in un nuovo regime più volatile, in cui i rischi macroeconomici sono elevati e le valutazioni cambiano più rapidamente. Diventa quindi importante valutare gli investimenti su un orizzonte strategico di cinque anni o più, considerato che la performance a breve termine può essere guidata da altri fattori. Inoltre riteniamo importante per gli investitori avere un approccio granulare per meglio scoprire le opportunità offerte.

Per quanto riguarda le azioni dei mercati emergenti, non riteniamo che i prezzi attuali riflettano il loro “valore equo” in un orizzonte strategico a lungo termine. La differenza nei premi per il rischio azionario – un indicatore del rendimento in eccesso che gli investitori ricevono per il rischio di detenere azioni rispetto alla liquidità – tra le azioni dei mercati emergenti e dei mercati sviluppati è cresciuta al livello più ampio degli ultimi quattro anni, riflettendo quindi valutazioni relative dei mercati emergenti più convenienti.

Dietro la copertura del nostro sovrappeso strategico sui titoli dei mercati emergenti, restiamo comunque selettivi. Sebbene le sfide strutturali della Cina permangano, riteniamo che siano ampiamente comprese dai mercati e riflesse nelle valutazioni. I mercati emergenti ricchi di risorse naturali e di input della catena di approvvigionamento, trarranno infatti vantaggio dalla frammentazione geopolitica, trasformandoli in partner commerciali multi-allineati. La divergenza demografica inoltre favorisce la maggior parte dei mercati emergenti – dove la popolazione nazionale in età lavorativa è ancora in crescita – rispetto ai paesi sviluppati con un bacino di lavoratori stabile o in contrazione.

Rimaniamo neutrali, ma selettivi, sui titoli azionari dei mercati sviluppati e vediamo ragioni per apprezzare le azioni giapponesi. Il tanto atteso ritorno dell’inflazione in Giappone migliora le prospettive per i profitti aziendali poiché le aziende possono aumentare i prezzi su prodotti e servizi mentre l’aumento dei salari è destinato a sostenere la spesa dei consumatori. Anche le riforme aziendali in corso volte ad aumentare il valore per gli azionisti sottolineano la nostra opinione. Privilegiamo un'allocazione al Giappone superiore al benchmark in un orizzonte strategico di lungo periodo.

Quest’anno, l’accresciuta sensibilità del mercato ai dati economici ne ha alimentato la volatilità, soprattutto per quanto riguarda i titoli di Stato. L'IPC statunitense ha mostrato un rallentamento dell'inflazione come previsto, anche se prevediamo che l'inflazione si stabilizzerà intorno al 3% nel lungo termine. Il modo in cui l’inflazione e la politica della banca centrale si evolveranno da qui in poi varierà da regione a regione. Ci aspettiamo per esempio che i tassi ufficiali scendano più nel Regno Unito che negli Stati Uniti. Questa dinamica rende i rendimenti dei titoli di Stato britannici più attraenti rispetto ad altri titoli di debito dei mercati sviluppati. Nei paesi sviluppati manteniamo invece la nostra preferenza per le scadenze a breve rispetto a quelle a lungo termine.

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