Nike con le ali ai piedi dopo la trimestrale

I risultati del quarto trimestre fiscale della società hanno mostrato un calo del fatturato inferiore alle attese e il gruppo ha annunciato la riduzione della produzione in Cina per cercare di affrontare i dazi statunitensi sulle importazioni cinesi.
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Balzo delle azioni Nike
Azioni Nike protagoniste a Wall Street dopo una trimestrale caratterizzata da conti miglior delle attese e l’intenzione di ridurre la produzione in Cina in funzione anti-dazi.
Il titolo della società produttrice di scarpe apre la seduta con una crescita a doppia cifra (+14%), toccando un massimo di 71,42 dollari per azione nei primi minuti.
Sulla scia del rally di Nike si muovono in positivo anche i titoli dei gruppi europei, a cominciare da Jd Sports Fashion (+6%) a Londra, Adidas (+3%) e Puma (+5%) a Francoforte.
La trimestrale
I numeri del quarto trimestre fiscale di Nike hanno mostrato un calo del fatturato inferiore alle aspettative, sostenuti dalla domanda per i suoi nuovi prodotti e per le sue linee di sneaker.
Il fatturato è sceso del 12%, a 11,10 miliardi di dollari, superando le attese medie degli analisti di un calo del 14,9% a 10,72 miliardi. Per la società si tratta del peggior calo delle vendite degli ultimi cinque anni nel quarto trimestre.
La società ha poi annunciato i suoi programmi per la riduzione della produzione in Cina per mitigare l’effetto dazi di Donald Trump sulle importazioni cinesi.
Il Cfo Matthew Friend ha spiegato che la Cina rappresenta attualmente circa il 16% delle importazioni di calzature del gruppo verso gli Stati Uniti. "Prevediamo che questa quota scenderà nella parte alta di una cifra entro la fine dell'esercizio 2026, con una riallocazione degli approvvigionamenti dal Paese asiaticod altri paesi in tutto il mondo", ha detto Friend agli analisti.
Nike è presente in Cina da 40 anni e nei tre mesi terminati al 31 maggio, il fatturato nel Paese è diminuito del 21% a 1,48 miliardi di dollari e nei 12 mesi i ricavi sono calati del 13% a 6,59 miliardi. Il gruppo, nell'esercizio a fine maggio, ha registrato un fatturato di 46,3 miliardi in calo dai 51,4 miliardi dell'anno precedente.
"In pratica non c'è stato alcun profitto, la Cina è scesa del 20%: non è un buon risultato. Ma come al solito, i mercati stanno valutando ciò che verrà e non ciò che è stato nei risultati", spiega Simon Jaeger, gestore di portafoglio presso Flossbach von Storch, che detiene azioni di Nike.
Attese per un miglioramento
"Sebbene i nostri risultati finanziari siano in linea con le nostre aspettative, non sono quelli che vorremmo”, dichiarava Elliott Hill, Presidente e CEO di Nike.
Per quanto riguarda il futuro, proseguiva il manager, “ci aspettiamo un miglioramento della nostra attività dovuto ai progressi che stiamo realizzando grazie alle nostre iniziative Win Now. Con l'inizio di un nuovo anno fiscale, stiamo voltando pagina e il prossimo passo è allineare i nostri team per guidare lo sport attraverso quello che chiamiamo l'attacco sportivo. Questo accelererà le nostre iniziative Win Now per riposizionare la nostra attività in vista della crescita futura".
Secondo gli analisti, l'attenzione di Hill per il recupero delle radici sportive del marchio attraverso l'innovazione e il marketing è stata evidente nel successo delle linee di scarpe Vomero 18, lanciate di recente, che hanno rilanciato la crescita della categoria running.
"Questo ‘beniamino’ degli investitori ha chiaramente perso colpi negli ultimi anni, ma il peggio dovrebbe essere quasi passato", secondo Tom Nikic, analista di Needham Securities, aggiungendo che il passaggio dell'amministratore delegato da John Donohoe a Hill, veterano di Nike, è stato il principale catalizzatore del cambiamento.
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