NIKE, domanda debole nel trimestre e taglio dell’Outlook
La società ha ridotto le sue previsioni di ricavi per l’anno fiscale alla luce del calo della richiesta di prodotti e il titolo è stato preda delle vendite nell’Afterhours di Wall Street.
Allerta NIKE
Nubi all’orizzonte annunciate da NIKE per l’ultima parte dell’anno fiscale, alla luce del taglio delle previsioni di vendita annuali dovute al calo della spesa dei consumatori, ad un business online più debole di quanto si aspettasse e delle maggiori promozioni.
Per far fronte a questa situazione, la società ha annunciato un risparmio di 2 miliardi di dollari nei prossimi tre anni attraverso la riduzione della fornitura di alcuni prodotti, un miglioramento della catena di fornitura e l’aumento dell’uso dell’automazione.
L’annuncio del management di NIKE ha fatto tracollare le azioni della società negli scambi Afterhours, con un calo dell’11,69%, a 108,21 dollari, lasciando presagire una giornata ‘difficile’ a Wall Street.
Fino ad oggi le azioni della società erano cresciute di circa il 5% nel 2023, sottoperformando il +24% dello S&P500 e il +52,5% della concorrente Adidas (stamattina a -6% a Francoforte).
Cala la domanda
Nel secondo trimestre fiscale i ricavi all'ingrosso di Nike sono scesi del 2% a 7,1 miliardi di dollari e ora prevede un intero anno fiscale con aumenti dell’1% per i ricavi, in calo rispetto alla precedente previsione e inferiore alle attese degli analisti (3,8% secondo LSEG).
Deboli le vendite in Cina dove sono aumentate del 4% nel secondo trimestre, con un leggero rallentamento rispetto all'aumento del 5% registrato nel primo trimestre, a dimostrazione del fatto che la domanda deve ancora stabilizzarsi sul mercato. Il mercato sta mostrando un comportamento “più cauto da parte dei consumatori di tutto il mondo”, spiegava nella call con gli analisti il direttore finanziario Matthew Friend, aggiungendo che, nonostante la crescita del traffico nei negozi, l'azienda continua a registrare livelli più elevati di attività promozionale nel suo business digitale. NIKE sta avvisando di una futura “riduzione del numero dei prodotti da presentare al mercato, in quanto probabilmente ritiene che ce ne siano troppi che non sono ad alto margine e che non generano vendite significative”, secondo David Swartz, analista azionario senior di Morningstar, e “questo indica che la crescita delle vendite non sarà quella che Nike si aspettava inizialmente”. Sam Poser, analista azionario di Williams Trading, ritiene che Nike sia passata da un ‘modello pull’ in cui non immettevano abbastanza inventario sul mercato per saziare la domanda ad una strategia in cui spingeva fortemente i suoi prodotti sul mercato”.
“Semplicemente non hanno creato abbastanza novità e con l'altro prodotto che hanno, lo hanno in qualche modo sovraesposto sul mercato”, spiega Poser a Yahoo Finance Live.
I numeri del trimestre
Il calo della domanda ha portato il fatturato totale (13,39 miliardi di dollari) a mancare le stime degli analisti (13,43 miliardi) nel trimestre fiscale terminato il 30 novembre.
Migliore delle previsioni, invece, l’utile per azione, arrivato a 1,03 dollari rispetto agli 85 centesimi previsti, grazie alla riduzione dei costi di trasporto e delle scorte.
Il piano di razionalizzazione prevede circa 400-450 milioni di dollari di oneri di ristrutturazione al lordo delle imposte nel terzo trimestre, principalmente legati ai costi di fine rapporto dei dipendenti.
Infine, NIKE si attende un aumento delle vendite per i prossimi tre mesi a seguito del lancio di nuovi prodotti, alla luce del successo delle vendite delle recenti versioni di alcuni modelli da basket.
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