Nio -17% dopo l’emissione di un miliardo di dollari di bond convertibili


L’operazione mira a ridurre il debito e finanziare la crescita con l’acquisto di nuove concessionarie e all’espansione della rete di stazioni per il ricambio delle batterie. Ma il mercato teme che la guerra dei prezzi si riveli molto più costosa del previsto mentre la società cinese di auto elettriche continua a bruciare cassa.


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Nio è crollata ieri a Wall Street del 17% registrando il maggior calo in una seduta mai realizzato negli ultimi quattro anni con le Adr che hanno chiuso la seduta a 8,55 dollari dai 10,31 della vigilia. Vediamo insieme cosa è successo?

  • Nio emetterà 1 miliardo di dollari in obbligazioni convertibili con scadenza nel 2029 e nel 2030 (due tranche da 500 milioni ciascuna)
  • Il management ha dichiarato che le nuove risorse serviranno a ridurre l’attuale indebitamento, rafforzare il suo bilancio, finanziare il lancio di nuovi modelli e continuare ad acquistare concessionarie e punti vendita.  
  • La perdita del secondo trimestre di Nio è stata più del doppio rispetto al 2022 e le vendite sono crollate.

Effetto diluitivo

Fatti due conti, la conversione dei bond ai prezzi attuali (così sarebbero le indicazioni emerse) porterebbe a una diluizione del 5,8%. Il risultato si ottiene dividendo un miliardo di bond in dollari, che verranno convertiti in azioni valutate al prezzo attuale, con i 17 miliardi di capitalizzazione. Nonostante la diluizione sia contenuta il titolo è crollato molto di più di quel 5,8%.

L’annuncio, inoltre, non è stato un fulmine a ciel sereno. Nell’ultima conference call di fine agosto, la società aveva anticipato una simile operazione.

Il mercato però guarda oltre e sembra leggere la notizia come l’ammissione delle difficoltà del gruppo nel reggere la forte guerra di prezzi che si è scatenata nel settore. Le due rivali BYD e Tesla si affrontano ogni giorno con tagli di prezzi molto forti comprimendo i margini dell’intero mercato. Una guerra del genere, se fa male a Tesla e BYD, è devastante per chi ha ancora una generazione di cassa negativa e continua a perdere ogni auto venduta.

Ogni auto elettrica venduta per Nio oggi significa una perdita di 8 mila dollari, per la concorrente Xpeng 11mila dollari. Secondo le stime di Zacks Investment Research, i ricavi di Nio cresceranno quest’anno a 58 miliardi di yuan (+17,8% sull’anno passato) per salire del 55% il prossimo anno a 89,97 miliardi di yuan e sfondare i 129 miliardi nel 2025 (+43,6%). Il tutto però con margini operativi in miglioramento ma ancora in rosso, a fine 2025, per circa 12 miliardi di yuan, anno in cui la società dovrebbe bruciare cassa per 6,799 miliardi di yuan .

Questi numeri semplicemente per capire la debolezza di un bilancio che si basa su una fortissima crescita che, se non sarà centrata, farà esplodere le necessità di cassa.

A differenza delle rivali, Nio per crescere ha bisogno di investire anche nella sua rete di scambio di batterie. La società, infatti, è famosa in Cina per la sua rete di sostituzione della batterie scariche con quelle cariche eliminando i tempi di ricarica. Ma tutto questo richiede forti investimenti.

Un trimestre da dimenticare

Stando coi piedi per terra è bene ricordare che solo a fine agosto la società ha registrato una perdita netta del secondo trimestre di 6,06 miliardi di yuan cinesi (835 milioni di dollari), il 113% in più rispetto all'anno precedente. È stato il terzo trimestre consecutivo che le sue perdite sono raddoppiate. Le vendite di veicoli sono diminuite del 24,9% e le entrate totali sono diminuite del 14,8%.

Le reazioni degli analisti

Con il titolo “Un passo avanti e uno indietro” gli analisti di Jp Morgan, lo scorso 5 settembre, hanno drasticamente tagliato il target price sul titolo da 24 dollari a 10 con giudizio Neutral. L’analista che firma il report, Nick Lai, sottolinea come il secondo trimestre ha visto i ricavi cadere del 15% anno su anno e 18% trimestre su trimestre. Tra i principali rischi per il futuro, Lai vede una crescita delle vendite meno corposa rispetto alle attese con margini in difficoltà a causa della guerra dei prezzi sul comparto.

Deutsche Bank nel report “la credibilità prende un altro colpo” del primo di settembre sottolinea la debolezza delle vendite nel secondo trimestre. Il target price viene tagliato di un solo euro a 16 dollari, ma il titolo vale già quasi la metà!

Ad averci azzeccato è stata Barclays, che lo scorso 30 agosto aveva confermato il target di 8 dollari confermando che il titolo era ancora “in un momento difficile” e metteva in forte evidenza il tema della concorrenza sui prezzi con l’effetto devastante sui margini. A firmare lo studio Jiong Shao e Lian Xiu.

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Codice: NIO.US
Isin: US62914V1061
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