Nio: vendite KO, ma sparisce il rischio di delisting da Wall Street


La notizia positiva è che le autorità di Washington e quelle di Pechino hanno raggiunto un accordo di massima che consentirà alle società cinesi di restare quotate in America. Aprile nero per il mercato delle auto elettriche in una Cina scossa dai lockdown per Covid.


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Vendute ad aprile 5.074 automobili, in netto calo dalle 10mila di marzo.

Sta diventando sempre più interessante il caso di investimento su Nio, il principale produttore cinese di auto elettriche di lusso. Dopo avere subito il deprezzamento dell’intero settore tech cinese nel corso del 2021, Nio è stata investita dalla bufera Covid nel mese di aprile con i diffusi lockdown in Cina che hanno chiuso oltre 300 milioni di persone nelle loro abitazioni. Nio ha la sede a Shanghai, la città dove il lockdown è più severo e dura da più tempo, e il risultato in termini di vendite ne ha risentito.

Domenica primo maggio la società ha annunciato di avere consegnato nel mese di aprile 5.074 automobili, in netto calo rispetto alle circa 10.000 vendute a marzo e addirittura meno delle 7.100 che aveva consegnato nell’aprile 2021. In un comunicato diffuso dalla società si legge: “A partire dalla fine di marzo e per tutto aprile 2022 la nostra produzione e le nostre vendite hanno sofferto per la instabilità delle forniture di componenti e per altre difficoltà causate dalla nuova ondata di Covid in alcune regioni della Cina”.

Quotazione dimezzata da inizio anno, -30% nel mese di aprile.

Non c’è da meravigliarsi, quindi, se la quotazione di Nio a Wall Street è scesa del 30% nel mese di aprile, portando a -50% la performance dall’inizio dell’anno. Tutti i produttori di auto elettriche hanno accusato le stesse difficoltà, in particolare quelli attivi in Cina come Li Auto e XPeng. Come mostra la tabella qui sotto, le loro quotazioni si sono drasticamente ridotte dall’inizio dell’anno.

Li Auto ha venduto ad aprile 4.167 auto, meno della metà delle 11mila consegnate a marzo. Pesante anche il risultato di XPeng, che ha chiuso il mese con 9.002 auto vendute rispetto alle 15mila di marzo. Insieme, i tre produttori cinesi hanno venduto complessivamente a marzo 18.000 auto elettriche, segnando il peggiore risultato da maggio 2021.

Segnali positivi sull’evoluzione della situazione sanitaria.

Guardando avanti, ci sono più motivi per essere ottimisti sulla ripresa delle quotazioni, in particolare di Nio. Innanzitutto per la situazione sanitaria.

Mentre le autorità cinesi hanno imposto in questi giorni il tampone obbligatorio a tutti gli abitanti di Pechino per potere accedere ai mezzi di trasporto e ad altre aree pubbliche, a Shanghai l’epidemia sta rientrando: sabato 30 aprile per la prima volta nella città non sono stati registrati nuovi casi di Covid al di fuori delle aree poste sotto sorveglianza. Dall’inizio di marzo a Shanghai (26 milioni di abitanti) circa 500mila persone sono risultate positive.

In prospettiva, gli analisti confermano per Nio gli obiettivi di vendita del secondo trimestre che indicano 31.000 auto consegnate (dalle 26.000 del primo trimestre).

Per Nio gli analisti vedono un upside del 135%.

Ma c’è un’altra notizia che potrebbe aiutare il recupero delle quotazioni di Nio. Un recupero su cui stanno scommettendo tutti gli analisti: su 26 esperti che coprono il titolo, 23 raccomandano di comprare le azioni e la media dei target price, 39,2 dollari, indica che il consensus si aspetta che il titolo nei prossimi 12 mesi salirà del 135%.

La notizia riguarda il raggiungimento nei giorni scorsi di un accordo di massima fra le autorità di Washington e quelle di Pechino per dare la possibilità alle autorità di sorveglianza del mercato americano di controllare i bilanci delle società cinesi quotate a Wall Street, facendo valere anche per le aziende cinesi le stesse regole che valgono per tutte le società quotate.

Accordo Pechino-Washington: fine di un incubo per 270 società cinesi.

Secondo quanto riporta la Reuters, la settimana scorsa Fag Xinghai, vice presidente della China Securities Regulatory Commission, ha detto di aspettarsi la firma di un accordo definitivo entro la fine dell’anno.

Sarebbe la fine di un incubo per Nio e per le altre 270 società cinesi quotate a New York, che la Sec ha messo nel mirino minacciando di espellerle dalla Borsa americana se continueranno e negare l’accesso alla loro contabilità ai controllori del Public Company Accounting Oversight Board (PCAOB). Finora queste società si sono opposte perché ispezioni di questo tipo sono vietate dalle autorità di Pechino, che vedono nei controlli di un’autorità straniera una minaccia alla sicurezza nazionale.

L’intesa fra Pechino e Washington mira a limitare a un insieme ristretto e concordato le informazioni che per i cinesi devono restare riservate. Per attutire i danni di un’eventuale espulsione da Wall Street, a marzo Nio ha avviato la quotazione delle sue azioni anche a Hong Kong.

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Codice: NIO.US
Isin: US62914V1061
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