Non solo tech a Wall Street, si sveglia il Dow Jones

Apple ha chiuso in rialzo dell’1,5% a 231 dollari, prezzo mai visto nella storia. La capitalizzazione è arrivata a 3.572 miliardi di dollari. Secondo indiscrezioni, la prima società al mondo per valore di mercato punta a spedire almeno 90 milioni di iPhone 16 nella seconda metà di quest’anno.
Peter Welch è il primo senatore democratico a uscire allo scoperto e chiedere a Joe Biden di ritirarsi.
Goldman Sachs lancia un avvertimento sui conti pubblici degli Stati Uniti. Il colossale debito, a oggi poco più di 34.000 miliardi di dollari, potrebbe sbilanciarsi ulteriormente verso le scadenze a breve periodo nei prossimi anni.
I leader della Nato si sono impegnati al vertice di Washington a dare all'Ucraina almeno 40 miliardi di euro in aiuti militari . Giorgia Meloni si impegna ad aumentare la spesa per la difesa nel 2024.
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Le preoccupazioni di Jerome Powell sulla tenuta del mercato del lavoro hanno ulteriormente vivacizzato Wall Street, ieri alla settima seduta consecutiva di record per l’S&P500 e per il Nasdaq: il primo ha guadagnato l’1%, il secondo l’1,2%.
A guidare il movimento sono stati ancora una volta i colossi del tech, ma si è risvegliato anche il Dow Jones, in rialzo dell’1,1% dopo due sedute in controtendenza. L’indice Bloomberg del Magnifici 7 è salito dell’1,3% grazie alla spinta infinita di Nvidia +2,8%. Apple ha chiuso in rialzo dell’1,5% a 231 dollari, prezzo mai visto nella storia. La capitalizzazione è arrivata a 3.572 miliardi di dollari.
Secondo indiscrezioni, la società punta a spedire almeno 90 milioni di iPhone 16 nella seconda metà di quest'anno, contando sui servizi di intelligenza artificiale per alimentare la domanda della sua nuova linea. I dirigenti hanno detto a fornitori e partner che puntano a una crescita del 10% circa nelle spedizioni dei nuovi iPhone nel secondo semestre.
Il mercato finanziario attende il dato sull’inflazione di oggi pomeriggio, ma resta alta l’attenzione anche sulla politica.
CASA BIANCA
Joe Biden deve decidere in fretta se rimanere in corsa, secondo l'ex presidente della Camera Nancy Pelosi, alleata di lunga data del presidente Usa, che però non ha detto in maniera chiara di volere che Biden corra per un nuovo mandato. Inoltre, tramite un articolo pubblicato sul New York Times, l'attore George Clooney, democratico, che ha tenuto una raccolta fondi per la campagna di Biden il mese scorso, ha ritirato il proprio sostegno.
La Pelosi ha detto alla Msnbc di aver incoraggiato i propri colleghi a Capitol Hill che nutrono preoccupazioni su Biden ad astenersi dall'esternarle mentre il presidente ospita i leader della Nato a Washington questa settimana.
"Ho detto a tutti: 'Aspettiamo. Qualsiasi cosa stiate pensando, ditela a qualcuno in privato, ma non dovete metterla sul tavolo finché non vediamo come va questa settimana", ha dichiarato Pelosi, descrivendo i commenti di Biden al vertice Nato come “spettacolari”.
Peter Welch è il primo senatore democratico a uscire allo scoperto e chiedere a Joe Biden di ritirarsi. "Rispetto profondamente Biden" per averci salvato da Donald Trump. Ma "per il bene del paese deve ritirarsi", afferma Welch in un editoriale sul Washington Post.
DEBITO STATI UNITI
Il tasso di rendimento del Treasury decennale è sceso di un paio di punti base a 4,29%. Ha avuto un esito soddisfacente l’asta da 39 miliardi di dollari di titoli a dieci anni, con un bid to cover di 2,58, in linea con la media delle ultime emissioni.
Il colossale debito degli Stati Uniti, a oggi poco più di 34.000 miliardi di dollari, potrebbe sbilanciarsi ulteriormente verso le scadenze a breve periodo nei prossimi anni: se la Federal Reserve dovesse decidere di non scendere in campo con un programma di riacquisto dedicato, secondo Goldman Sachs la quota di Treasury Bills potrebbe arrivare a sfiorare un terzo del totale.
Oggi siamo a circa un quarto e la gestione prudente suggerirebbe di non superare un quinto. Senza l’aiuto della banca centrale, il Tesoro potrebbe ritrovarsi a dover incrementare il numero, o le dimensioni, dei prestiti con scadenze a breve, in quanto l’aumento della spesa pubblica sta spingendo sempre più in alto il fabbisogno finanziario. Gustavo Pereira, l’analista di Goldman Sachs firma la nota, si aspetta però che la banca centrale inizi a comprare sulla parte a breve delle scadenze del debito. Non subito però, probabilmente nella prima parte del 2026, quando riprenderà in modo massiccio il piano di sostegno all’economia attraverso acquisti di obbligazioni. In questo modo, il Tesoro avrebbe più flessibilità in caso di fluttuazioni shock del fabbisogno.
Le borse dell’Europa dovrebbero aprire in rialzo, future dell’indice Dax di Francoforte +0,2%.
SPESA MILITARE
I leader della Nato si sono impegnati al vertice di Washington a dare all'Ucraina almeno 40 miliardi di euro in aiuti militari "entro il prossimo anno" per aiutarla a combattere contro la Russia. "Attraverso contributi proporzionali, gli alleati intendono fornire un finanziamento minimo di base di 40 miliardi di euro entro il prossimo anno e fornire livelli sostenibili di assistenza alla sicurezza affinché l'Ucraina possa prevalere", si legge nella dichiarazione finale che conferma le anticipazioni.
Così Giorgia Meloni ieri a Washington, secondo quanto riferisce l’Ansa. ”L’Italia è oggi in grado di annunciare che la traiettoria della spesa per la difesa nel 2024 è in aumento. Il 2% è tra i nostri obiettivi, ma non è l'unico. Dobbiamo anche lavorare a un'industria della difesa innovativa e competitiva, che tragga vantaggio dalla complementarità tra Nato e Ue".
La premier ha quindi assicurato che "il sostegno italiano continuerà, ma deve essere mirato ed efficace, allo stesso tempo evitando duplicazioni, perché 96 cittadini dell'Unione Europea su 100 sono anche cittadini di una nazione della Nato e il bilancio nazionale al quale attingiamo è sempre lo stesso”. Il 2% e la quota al fondo da 40 miliardi sono due esborsi economici che per l'Italia equivarrebbero rispettivamente a oltre 10 miliardi di euro e 1,7 miliardi di euro.
In Asia c’è stamattina il nuovo massimo storico della borsa del Giappone, indice Nikkei +1,2%. Rimbalzano le borse della Cina dopo la stretta delle autorità di controllo sulle vendite allo scoperto: Shanghai Composite +1%. Indice TAIEX di Taipei +1,5%. Hang Seng di Hong Kong +1,6%. Brillano i tech in tutta l’area. Taiwan Semiconductor Manufacturing +3,8%, record. Massimi dell’ultimo quarto di secolo per Tencent, Hynix e Sony.
EUROPA E CINA
I titoli delle società dell’Europa più esposte alla Cina dovrebbero essere venduti, al loro posto, in portafoglio andrebbero inserite le aziende con un’alta quota di vendite negli Stati Uniti.
La raccomandazione è contenuta in un report di Goldman Sachs. Secondo il team di analisti e strateghi guidato da Lilia Peytavin sono del tutto da evitare LVMH e L'Oreal SA, per le quali, la Cina vale rispettivamente il 17% e il 21% delle vendite dalla Cina. Per lo stesso motivo, è meglio evitare di avere una posizione su Mercedes-Benz, 36% dei ricavi in Cina, la più alta incidenza tra i costruttori auto europei. Goldman Sachs suggerisce invece di comprare Novo Nordisk e BP.
TITOLI
Brunello Cucinelli. Oggi Cda su risultati preliminari e conference call alle 18,00
Saras. Consob ha approvato il documento d'offerta per l'Opa promossa da Varas (Vitol) sul 54,52% della società non possedute a 1,60 euro per azione.
Fincantieri. Termina aumento di capitale.
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