Nuova stagione del Game of Thrones di Del Vecchio e Generali si infiamma


La holding detenuta dalla famiglia dello scomparso manager ottiene l’autorizzazione per arrivare al 20% del capitale della compagnia, lasciando intravvedere la possibilità di voler tentare nuovamente la scalata nella società assicurativa dopo la sconfitta dello scorso anno.


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Rally Generali

La famiglia Del Vecchio ‘sta arrivando’ e il mercato festeggia. Se la minaccia dell’inverno spaventava il mondo della serie chiamata in Italia ‘Il Trono di Spade’, le probabili nuove mosse di Delfin, holding detenuta dalla famiglia dello scomparso Leonardo Del Vecchio (22 maggio 2022), sembrano invece non diffondere timori sul futuro di Generali a Piazza Affari.

Le azioni della Compagnia del Leone, infatti, iniziano la settimana con un balzo del 5% durante i primi minuti di scambi fino ad arrivare ad un massimo di 19,67 euro, quota abbandonata lo scorso aprile.

Solida la crescita del titolo GASI negli ultimi 12 mesi, visto il suo +26%, confermato da questo 2023 nel corso del quale sta guadagnando il 16%.

Acquisti anche sull’altra protagonista, Mediobanca, in crescita del 2,70% a 11,26 euro per azione.

Del Vecchio pronto a salire

L’Ivass ha comunicato lo scorso 30 giugno di aver autorizzato Delfin a detenere una partecipazione superiore al 10% di Assicurazioni Generali, dopo che la holding aveva automaticamente superato tale soglia a seguito del buyback sulle azioni del gruppo triestino.

Delfin possedeva il 9,8% del capitale della compagnia e, con l’acquisto di azioni da parte della stessa Generali deciso con la delibera assembleare del 29 aprile 2022, faceva partire la richiesta all’autorità di vigilanza sul mercato assicurativo in data 17 aprile, “a seguito dell’avvenuto superamento involontario” della soglia del 10%.

Anche se si trattava di un fatto tecnico, dunque, il manager di Delfin, Francesco Milleri, decideva di non lasciare (cedendo un pacchetto di azioni) ma di ‘raddoppiare’, aprendo così le porte a future mosse sul capitale del Leone.

La prima stagione

La prima battaglia per il ‘trono’ di Generali si era svolta più di un anno fa e si era conclusa con la sconfitta della coppia Del Vecchio-Caltagirone, alleati per ‘detronizzare’ il Ceo di Generali, Philippe Donnet, candidato del consiglio di amministrazione uscente.

All’epoca lo scomparso manager aveva creato una coalizione insieme all’imprenditore romano Francesco Gaetano Caltagirone (ora al 6,23% del Leone), alla famiglia Benetton (4,83%) e alla Fondazione Cassa di Risparmio di Torino, mentre il francese era sostenuto da Mediobanca (13,10%).

La battaglia si svolse sul ‘campo’ dell’assemblea dei soci e gli sfidanti raccolsero quasi il 20% del capitale di Generali, mentre la lista del cda arrivò oltre il 40% grazie al sostegno di tutti gli investitori di mercato, confermando così Donnet.

Seconda stagione?

Un risultato che potrebbe non essere più scritto nelle stelle, in quanto ora Delfin “potrebbe decidere di aumentare la propria quota fino al 20%, rafforzando l’appeal speculativo del titolo e rilanciando potenzialmente la battaglia per il controllo della società come già avvenuto nel 2022”, spiegano da Banca Akros.

Secondo Equita Sim, però, “rimane da verificare la strategia di Delfin su Generali sotto la gestione di Milleri, considerando le ultime dichiarazioni che sembravano indicare un focus sul core business dell’occhialeria e un approccio più collaborativo nei confronti di Mediobanca”.

Inoltre, aggiungono dalla sim, c’è incertezza anche sulla “la volontà di Delfin, e di conseguenza dei partecipanti alla holding, di affrontare un’imponente spesa finanziaria, in quanto all’attuale prezzo di mercato l’acquisizione di un ulteriore 10% di Generali comporterebbe una spesa in contanti di circa 2,9 miliardi e se l’autorizzazione dell’Ivass presenta eventuali limitazioni, come ad esempio per Mediobanca, dove la partecipazione deve essere dichiarata di natura finanziaria”.

La prima ‘puntata’ della nuova ‘serie’ potrebbe svolgersi ad ottobre, quando è previsto il rinnovo dei vertici di Mediobanca, con Delfin che controlla poco meno del 20% di Piazzetta Cuccia, a cui potrebbe unirsi di nuovo Caltagirone con il suo 9,9%, intrecciando così la partita per la storica banca con il futuro di Generali.

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