Nuova tempesta su Mps e possibile rinvio dell’aucap


Il titolo della banca senese continua a perdere terreno nella settimana iniziata con il raggruppamento delle azioni, mentre indiscrezioni di stampa ipotizzano un rinvio dell’aumento di capitale di una settimana e una possibile disponibilità a partecipare all’operazione da parte di Anima e Axa che potrebbe arrivare nel weekend.


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Nuovo tonfo per Mps

Nuova giornata di passione per il titolo Monte dei Paschi di Siena nell’ultima seduta di una settimana iniziata con il raggruppamento delle azioni ordinarie, una nuova ogni 100 esistenti, operazione rientrante nell’aumento di capitale da 2,5 miliardi di euro.

Dopo il tracollo di ieri (-13,5%), oggi il titolo Mps arriva a cedere il 6% per poi essere fermato in asta di volatilità, con la capitalizzazione di mercato scesa sotto i 250 milioni di euro, pertanto a poco più di 1/10 del valore dell’aumento di capitale.

Solo nel corso di questa settimana, considerando che lunedì il titolo non era riuscito ad aprire, le azioni della banca hanno ceduto il 20% del suo valore.

Rischio svalutazione

La volatilità che caratterizza attualmente i mercati rende il momento attuale “certamente non il migliore per cercare soldi, lo stiamo vedendo anche con l’Ipo di Porsche, queste operazioni non vengono apprezzate dal mercato”, sottolinea all’Ansa Vincenzo Longo di IG Markets, citando anche “un effetto tecnico legato al raggruppamento azionario, che agevola i ribassi”.

Non solo aumento di capitale: “il titolo Mps sta scontando anche la tensione che è tornata ad abbattersi sul mercato dei BTP: il boom dei tassi dei titoli di stato italiani – di cui molti nella pancia delle banche italiane (vedi alert doom loop) potrebbe infatti erodere il CET 1 del Monte (e ovviamente non solo)”, aggiungeva l’esperto.

“Il 90% circa dei debiti sovrani presenti nel bilancio della banca Mps (si legge nell’articolo di Bloomberg) è costituito da debiti italiani, dunque da BTP & Co: di questo ammontare più della metà è valutato al prezzo corretto (fair value), mentre l’ammontare totale incide sui risk-weighted asset per il 17% circa”, concludeva Longo, sottolineando come “il rischio di svalutazione del capitale è dunque più che presente”.

Rinvio dell’aucap?

Se l’aumento di capitale è previsto iniziare il 10 ottobre, in queste ore si diffondono indiscrezioni circa un possibile slittamento di una settimana (17 ottobre), data ancora utile per chiudere l’operazione entro il 12 novembre come previsto.

Secondo quanto scrivono il Sole 24 Ore e La Stampa, la decisione potrebbe arrivare a causa delle “condizioni di mercato”.

Inoltre, il quotidiano torinese rivela il possibile interesse a sottoscrivere l’aumento da parte di altri player, come ad esempio l’investitore francese Dumont, già investitore in Creval ai tempi della gestione Lovaglio.

“Parte dei fondi raccolti (800 mln) saranno utilizzati per completare il piano di riduzione del personale, che è atteso garantire alla banca sinergie di costo per 270 milioni”, ricordano da WebSim.

Weekend di attesa

Nel frattempo, dalla stampa riportano di un possibile annuncio da parte di Anima e Axa a partecipare all’aumento di capitale che dovrebbe arrivare nel corso di questo weekend.

I due partner industriali potrebbero contribuire con una cifra che si aggira intorno a 400 milioni complessivi, andando a coprire una parte rilevante della quota di aumento di circa 900 milioni da sottoscrivere da parte del mercato.

“Riteniamo probabile che congiuntamente alla disponibilità a sottoscrivere l’aumento ci possano essere indicazioni sull’estensione degli accordi commerciali tra BMPS e Anima che attualmente scadono nel 2030”, ipotizzano da WebSim (raccomandazione ‘interessante’ e target price a 4,80 euro), ritenendo la partecipazione all’aumento dipendente “da come verrà strutturata un’eventuale revisione degli accordi distributivi in essere”.

Compagnia di San Paolo si sfila

Ieri Francesco Profumo, presidente della Compagnia di San Paolo aveva escluso una possibile partecipazione della fondazione nell’aucap.

Intervistato da MF, Profumo spiegava che la Compagnia “non ha spazi ulteriori a fronte del protocollo Acri-Mef”, considerando anche l’investimento importante attualmente “in corso in Intesa Sanpaolo”.

“Nel caso delle altre fondazioni non sono direttamente coinvolto ma certamente faranno le loro valutazioni e se ci saranno le condizioni aderiranno”, aggiungeva Profumo, spiegando che “si tratta di investitori stabili, hanno una certa attenzione alla diversificazione e può darsi che qualche fondazione possa avere questo interesse diretto”.

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