Nuove tensioni commerciali con la Cina, Wall Street verso apertura negativa

Il Presidente degli Stati Uniti ha accusato il gigante asiatico di non rispettare gli accordi sui dazi, senza specificare in che modo, attirando così nuove vendite alla Borsa di New York prima dell’apertura ufficiale.
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Tensioni commerciali con la Cina
Nuovo messaggio sui social del Presidente degli Stati Uniti che aumenta le incertezze sulla guerra commerciale e indebolisce Wall Street.
Oggi Donald Trump ha accusato la Cina di aver violato un accordo con gli Stati Uniti per l'allentamento dei dazi, aumentando le tensioni tra le due maggiori economie mondiali. "La Cina, forse non sorprendentemente per alcuni, ha totalmente violato il suo accordo con gli USA", ha scritto il Presidente sui suoi social media.
Trump non ha specificato in che modo la Cina abbia violato l'accordo negoziato all'inizio di questo mese tra i due paesi, che li ha visti accettare di ridurre i dazi reciproci e proseguire i colloqui commerciali.
Il responsabile del commercio statunitense, Jamieson Greer, in un'intervista alla CNBC, ha suggerito che la Cina abbia rallentato i propri sforzi, affermando che l'amministrazione si è "concentrata molto sul monitoraggio del rispetto, o in questo caso, della non conformità, dell'accordo da parte della Cina”.
Greer ha suggerito che una preoccupazione particolare riguardasse i minerali essenziali. "Non abbiamo visto il flusso di alcuni di questi minerali essenziali come avrebbe dovuto", ha affermato, aggiungendo in seguito: "la Cina continua a rallentare e a soffocare prodotti come minerali essenziali e magneti di terre rare".
Wall Street oggi
Dopo una mattinata di attesta intorno la parità, le parole di Trump facevano virare in rosso i future di Wall Street, con quelli sul Nasdaq in flessione dello 0,40%, seguiti in scia (-0,30%) dai contratti sullo S&P500 e da quelli sul Dow Jones.
Il dollaro riduceva i guadagni delle ore precedenti e la coppia EUR/USD scambiava a 1,1357, mentre il Bitcoin perdeva il 2%, a 105.800 dollari.
L’oro scendeva di quasi un punto percentuale, a 3.316 dollari l’oncia (future), mentre, sempre dal fronte delle materie prime, i prezzi del petrolio guadagnavano l’1%: Brent a 64 dollari e greggio WTI a 61,60 dollari al barile.
L’inflazione
La mossa di Trump ha offuscato i dati macro diffusi oggi, con al centro dell’attenzione l’indice dei prezzi al consumo, il riferimento della Federal Reserve in tema di prezzi, risultato ancora sopra il target fissato dall’istituto centrale.
L’IPC di aprile è aumentato del 2,1% su base annuale, meno delle attese (2,2%) e del dato precedente (2,3%), mentre mensilmente è salito dello 0,1% rispetto al dato piatto precedente e a quello atteso. Tolte le componenti più volatili, l’indice si è attestato al +2,5% su base annuale, in linea con le attese e leggermente inferiori a quello di marzo (+2,7%).
Mensilmente, i prezzi core sono aumentati dello 0,1% ad aprile rispetto al mese precedente, in linea con le aspettative di un aumento dello 0,1% e con l'aumento mensile registrato a marzo.
Questi numeri indicano che, sebbene economisti e consumatori si aspettino che i dazi di Trump facciano aumentare i prezzi, l'eventuale impatto inflazionistico della politica monetaria non si riflette ancora nei dati economici concreti: i dati si riferiscono ad aprile, il primo mese in cui sono rimasti in vigore gran parte dei dazi di Trump.
La sospensione dello stop ai dazi
Ieri una corte d'appello statunitense ha temporaneamente sospeso una sentenza di un tribunale commerciale che aveva bloccato solo il giorno prima dell’introduzione molti dei dazi di Trump in quanto illegali. La pausa dà alla corte d'appello il tempo di esaminare il caso e l'amministrazione Trump deve presentare le sue memorie entro il 9 giugno.
La Casa Bianca ha dichiarato di essere pronta a rivolgersi alla Corte Suprema e, nel frattempo, esplorerà altre modalità per implementare i dazi di Trump senza ricorrere ai poteri di emergenza.
"La vicenda giudiziaria di questa settimana ha aggiunto un ulteriore livello di incertezza a quella che era già una serie turbolenta di eventi", sottolinea in una nota Richard Hunter, responsabile dei mercati presso Interactive Investor.
Notizie societarie e pre market USA
Tesla (-1%): alle ore 19:30 (italiane) ci sarà una conferenza stampa con Elon Musk e Donald Trump dopo che il presidente degli Stati Uniti ha elogiato il ceo della casa automobilistica.
Marvell Technology (-3%): ricavi per 1,9 miliardi di dollari nel 1° trimestre, in linea con la stima media degli analisti di 1,88 miliardi.
Dell Technologies (+1%): prevede un utile annuale per azione di 9,40 dollari, superiore alla precedente previsione di 9,30 dollari. Gap (-15%): avvisa di costi legati ai dazi tra i 250 e i 300 milioni di dollari, ma punta a ridurne più della metà.
Regeneron (-13%): il suo farmaco sperimentale realizzato insieme a Sanofi, l'itepekimab, ha fallito in uno studio di fase avanzata che lo testava per una malattia polmonare comunemente chiamata ‘polmone del fumatore’, ma ha raggiunto l'obiettivo di un altro studio.
Tat Technologies (-3%): ha annunciato un’offerta di 0,15 milioni di azioni a 26 dollari, per una raccolta totale di 107,9 milioni e il prezzo rappresenta uno sconto del 5,4% rispetto all'ultima chiusura del titolo.
Raccomandazioni analisti
Nvidia
BofA Securities: buy e prezzo obiettivo alzato da 160 a 180 dollari.
Netflix
MoffettNathanson Research: buy e target price incrementato da 1.150 a 1.300 dollari.
Best Buy
JP Morgan Chase: neutral e prezzo obiettivo tagliato da 110 a 95 dollari.
C3.AI
Oppenheimer: buy e target price ridotto da 56 a 45 dollari.
Morgan Stanley: sell e prezzo obiettivo aumentato da 20 a 22 dollari.
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