Nuovo colpo al mercato dell’energia. Shell svaluterà le proprie attività per 22 miliardi

30/06/2020 11:00
Nuovo colpo al mercato dell’energia. Shell svaluterà le proprie attività per 22 miliardi

Il gruppo anglo-olandese si prepara a una svalutazione compresa tra 15 e 22 miliardi di dollari nel II trimestre. La decisione segue quella analoga del competitor Bp. Le motivazioni ancora una volta sono legate alla pandemia e al calo dei prezzi delle materie prime, petrolio e gas. Titolo Shell in picchiata sull’Aex.

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Shell: svalutazioni fino a 22 miliardi di dollari nel secondo trimestre

Il gruppo Royal Dutch Shell svaluterà le proprie attività per un importo compreso tra 15 e 22 miliardi di dollari post-tasse nel secondo trimestre. La causa, ancora una volta, è da attribuire all’impatto della crisi del coronavirus sull’andamento del mercato energetico e alla “guerra dei prezzi” del petrolio tra Arabia Saudita e Russia.

Il gruppo petrolifero anglo-olandese spiega di avere rivisto le prospettive di medio e lungo termine dei prezzi e dei margini di raffinazione «di riflesso agli effetti della pandemia di coronavirus e delle sue ricadute economiche, come pure dei fondamentali di domanda ed offerta del mercato dell'energia», si legge in una nota. Questo ha portato alla revisione di una «significativa porzione degli asset tangibili e intangibili dell’Upstream, del Gas Integrato e della raffinazione». A causa delle svalutazioni il rapporto di indebitamento è atteso in aumento del 3%.

Titolo in picchiata ad Amsterdam

Alla Borsa di Amsterdam, il titolo Shell attorno alle ore 10 era in calo del 2% a 14,576 euro, mentre l'indice di riferimento Aex era in progresso dello 0,11%. A metà mattina il calo si è fatto più consistente a -2,5% e 14,49 euro, e anche il listino è sceso sotto la parità a -0,19%, mentre il prezzo del Brent è a 41,5 dollari, in calo dello 0,5%.

Il declino dei giganti dell’energia

La dichiarazione di Shell arriva due settimane dopo quella del competitor Bp, che ha annunciato una svalutazione pari a 17,5 miliardi di dollari sui conti del secondo trimestre. Un gioco al ribasso sulla scia delle aspettative sui prezzi del petrolio e del gas. Nelle stime di Shell il Brent è passato da 60 dollari al barile nel 2022 (prima della seduta “rossa” di aprile) a una previsione di 35 dollari quest’anno, con un progressivo aumento a 40 dollari nel 2021 e 50 dollari nel 2022. Tuttavia il gruppo si aspetta una produzione compresa tra i 2,3 e i 2,4 milioni di barili al giorno, ma «questo avrà un impatto limitato sui risultati a causa dello scenario macro-economico».

In discesa anche le previsioni per i prezzi del gas a 2,5 dollari per British thermal units all’Henry Hub (il principale punto di scambio negli Usa) in calo rispetto ai 3 dollari iniziali.

Il ritorno a numeri positivi arriverà dopo il 2023, con le attese per il prezzo del petrolio a 60 dollari e del gas a 3 dollari, in linea con le precedenti aspettative.

Secondo quanto riporta Bloomberg proprio il business del gas, in cui Shell ha investito molto in seguito all'accordo di 53 miliardi di dollari per BG Group nel 2016, subirà il maggior danno a 8-9 miliardi di dollari. Le sue attività di esplorazione e produzione di petrolio registreranno oneri compresi tra 4 e 6 miliardi di dollari, mentre le svalutazioni dei suoi prodotti e delle attività di raffinazione si aggireranno tra i 3 e i 7 miliardi di dollari.

Secondo dirigenti e analisti del settore, non solo la pandemia bloccherà la domanda di petrolio e gas per un periodo prolungato, ma il virus accelererà anche il passaggio globale verso carburanti più puliti.

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