Nuovo scatto del petrolio dopo l’accordo sul blocco dell’import russo


I paesi della UE sono giunti ad un accordo per lo stop del 90% del petrolio proveniente dalla Russia dopo aver convinto l’Ungheria e i suoi vicini.


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Balzo del petrolio

C’era da aspettarselo e così è stato. L’accordo arrivato in extremis al vertice europeo spinge ancora più in alto i prezzi del petrolio, tornati così ai massimi da marzo.

Il greggio WTI sfonda quota 119 dollari, mentre il Brent sfiora i 120 dollari al barile, in rialzo entrambi dell’1,5% ad inizio mattinata di oggi.

Come in altre occasioni, anche il mercato azionario riflette quanto sta accadendo al petrolio, con i titoli del settore energetico che subiscono l’effetto trascinamento, nonostante l’apertura incerta nel vecchio continente.

A Piazza Affari guadagnano circa il 2% Saipem ed Eni, mentre Tenaris torna subito sotto la parità dopo uno scatto iniziale.

Splende il verde anche sul settore petrolifero europeo, con Galp e Repsol in evidenza con una crescita del 2% per entrambe, seguite da Equinor, Shell e BP.

Saras sotto i riflettori

A Milano, vediamo Saras ‘festeggiare’ il rialzo mettendo a segno un +7% già dopo soli 15 minuti di contrattazioni, per poi rallentare.

“Riteniamo che l’embargo non abbia implicazioni sul ‘sourcing’ di Saras ma possa avere risvolti positivi per i margini di raffinazione in Europa in quanto alle raffinerie che beneficiano di un Ural a sconto rispetto al Brent (ad esempio l’Ungheria) non sarà permesso di esportare verso il resto del Continente”, sottolineano da Equita Sim.

La “capacità della pipeline dalla Russia”, ricordano questi esperti, “è pari a circa il 10% della capacità di raffinazione europea. Su Saras il rating è buy, con prezzo obiettivo a 1,4 euro”.

Fumata bianca

L’accordo al vertice europeo prevede un embargo del 90% entro fine anno del petrolio all’Unione europea proveniente dalla Russia via mare, mentre viene lasciato fuori quello proveniente dall’oleodotto Druzhaba, rinviato in attesa delle prossime trattative.

La fumata bianca tra i paesi europei è arrivata nel corso della notte al termine di una trattativa lunga, quando più volte si era arrivati ai limiti del fallimento.

A mettersi di traverso erano stati l’Ungheria e i suoi vicini come la Slovacchia e la Repubblica Ceca, contrari al blocco, ma la svolta è arrivata con la proposta di lasciar fuori dall’accordo gli oleodotti e grazie anche alla postilla con cui Bruxelles si impegna a introdurre “misure di emergenza” in caso di interruzione di fornitura di energia da parte di Mosca.

In caso di misure ritorsive da parte del Cremlino, dunque, Budapest, Praga e Bratislava ottengono per iscritto la garanzia di un aiuto da parte degli altri paesi della UE.

Gli effetti secondo gli analisti

L’effetto principale dell’accordo sarà quello di ‘asciugare’ ulteriormente il mercato, già colpito dalla corsa dei prezzi e dall’allentamento delle misure di contenimento del Covid in Cina, dove l’hub commerciale di Shanghai ha permesso la ripresa delle attività a tutti i produttori a partire da giugno, visto l’evolversi della pandemia definito “sotto controllo”.

“C'è una fornitura limitata”, spiega a Bloomberg, Ole Hansen, capo della strategia sulle commodities a Saxo Bank.

Secondo l'analista, sotto i riflettori del mercato ci sono “la domanda cinese e l'inizio della 'driving season' negli Stati Uniti”, ovvero l'aumento degli spostamenti in auto legati all'arrivo dell'estate.

I prezzi del petrolio, dunque, resteranno nell’occhio del ciclone in questi giorni. “Nella prima parte della settimana i ribilanciamenti dei fondi e cioè gli acquisti di fine mese daranno una mano ai mercati”, prevede Antonio Cesarano, chief global strategist di Intermonte, “mentre nella seconda parte e cioè da domani l'effetto dei ribilanciamenti finirà e torneranno a pesare di più i margini delle aziende e l'inflazione.

Pertanto, aggiunge, “prevedo comunque una settimana tendente più al sole che alla pioggia e questo anche se da domani inizierà il taglio del bilancio della Fed, che però dovrebbe far sentire i suoi effetti sull'azionario più avanti, man mano che entrerà pienamente a regime, a luglio, o agosto”.

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