Nvidia accelera sull’AI: Jensen Huang ordina l’automazione totale

Nvidia accelera sull’AI: Jensen Huang ordina l’automazione totale

Il Ceo della società più capitalizzata al mondo spinge verso una cultura “AI-native”, invitando i dipendenti a usare l’intelligenza artificiale in ogni processo aziendale. Una strategia che rafforza la domanda strutturale di chip e software e ridisegna gli indicatori chiave per gli investitori

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Nvidia, Jensen Huang accelera: “Automatizziamo tutto con l’AI”. La nuova frontiera per gli investitori

Quando il Ceo dell’azienda più capitalizzata al mondo prende posizione, l’intero mercato hi-tech è obbligato ad ascoltare. L’ultimo intervento di Jensen Huang, fondatore e guida di Nvidia, non riguarda nuovi chip o bilanci record, ma qualcosa di molto più profondo: un cambio culturale radicale nella gestione del lavoro e della produttività.

Secondo quanto riferisce Business Insider, la settimana scorsa durante un meeting interno, poche ore dopo la pubblicazione di risultati trimestrali impressionanti, Huang ha commentato la voce secondo cui alcuni manager di Nvidia avrebbero chiesto ai loro team di “usare meno intelligenza artificiale”. La sua risposta è diventata immediatamente un manifesto:

“Are you insane? Voglio che ogni attività che può essere automatizzata con l’AI sia automatizzata. E non preoccupatevi: avrete comunque molto lavoro da fare”.

Un messaggio duro e allo stesso tempo chiarissimo: per Nvidia, l’AI non è un supporto, è l’asse portante del lavoro del futuro.

Il modello aziendale della “AI-native corporation”

Nvidia non si limita a vendere chip: sta ridefinendo la cultura aziendale dell’intero settore. La richiesta di Huang è semplice e radicale: usare l’AI ovunque sia possibile, senza esitazioni. Perfino dove oggi non funziona ancora bene.

“Se l’AI non funziona per un compito specifico, usatela finché non funziona. E aiutatela a migliorare.”

È una logica di sperimentazione continua, che accelera il ciclo innovativo e crea un vantaggio competitivo difficile da imitare. E i numeri raccontano una crescita che non mostra segnali di rallentamento: Nvidia ha superato i 4.000 miliardi di dollari di capitalizzazione, riportando ricavi trimestrali per 57 miliardi di dollari, in aumento del 62% rispetto all’anno precedente.

Così Nvidia realizza più AI e più occupazione

Anche sul fronte occupazionale la narrativa è opposta rispetto al resto della Silicon Valley: mentre molte big tech riducono l’organico, Nvidia ha assunto diverse migliaia di persone solo nell’ultimo trimestre, passando da 29.600 a 36.000 dipendenti in un anno. Huang ha persino scherzato sul fatto che “mancano ancora almeno 10.000 persone”, vincolando però il ritmo delle assunzioni alla capacità di integrare efficacemente nuovi talenti.

Parallelamente, l’azienda continua ad ampliare la sua presenza fisica, tra nuovi uffici a Taipei e Shanghai e due sedi aggiuntive in costruzione negli Stati Uniti.

Perché questo messaggio è cruciale per gli investitori

Il punto non è solo culturale. L’insistenza di Huang sull’adozione completa dell’AI mostra una visione precisa: più le aziende diventano AI-native, più la domanda di infrastrutture tecnologiche — hardware, software, piattaforme — diventa strutturale e non ciclica.

Il vero valore di Nvidia non risiede soltanto nei suoi chip, ma nel fatto che l’intera economia globale si sta muovendo verso un modello produttivo costruito sull’intelligenza artificiale. Una trasformazione che, per un investitore, significa seguire nuovi indicatori: non solo vendite di GPU o guidance trimestrali, ma tasso di adozione dell’AI da parte delle imprese, velocità di integrazione e scalabilità interna dei processi.

Non sorprende che figure critiche come Michael Burry — protagonista di “The Big Short” — mettano in guardia contro una possibile euforia eccessiva. Nvidia, tuttavia, ha risposto con una strategia differente: non difendere il titolo, ma dimostrare che la crescita della domanda non è passeggera, bensì parte di una transizione sistemica.

La posizione di Huang non è un caso isolato. Tutte le big tech si stanno muovendo verso lo stesso obiettivo: rendere l’AI obbligatoria nel lavoro quotidiano.

Meta punta tutto sull’“AI-driven impact”

All’interno di Meta dal 2026 l’utilizzo efficace dell’AI diventerà un criterio di valutazione nei performance review. Per quest’anno, ai dipendenti viene già chiesto di documentare i risultati ottenuti grazie all’intelligenza artificiale. Meta ha introdotto:

  • un assistente AI per scrivere le recensioni dei dipendenti;
  • un sistema di gamification (“Level Up”) per premiare chi adotta l’AI;
  • la possibilità di usare strumenti AI durante i colloqui tecnici.

Microsoft, Google, Amazon: l’AI non è più opzionale

Microsoft misura i manager sulla capacità di integrare l’AI nei processi.Google impone agli ingegneri di usarla nella scrittura dei codici.Amazon sta integrando Cursor, un assistente AI richiesto dagli stessi programmatori.

L’adozione interna dell’AI è ormai la nuova metrica della produttività.

Il messaggio di Jensen Huang è chiaro: l’AI non è un rischio occupazionale, ma un moltiplicatore del lavoro umano e un catalizzatore di crescita. E mentre altre aziende procedono con cautela, Nvidia sceglie l’accelerazione totale, trasformando se stessa nel primo esempio compiuto di AI-native corporation.

Per gli investitori, la lezione è evidente: finché le imprese continueranno a ricostruire i propri processi attorno all’intelligenza artificiale, Nvidia resterà al centro della più profonda trasformazione economica degli ultimi trent’anni.

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