NVIDIA batte le previsioni grazie all’Intelligenza Artificiale, nubi cinesi all’orizzonte


I ricavi della società produttrice dei chip balzano a tripla cifra nel trimestre grazie all’AI, ma prevede un calo delle vendite in Cina a causa delle restrizioni alle esportazioni nel Paese decise dal governo di Biden.


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Trimestrale NVIDIA

Era al centro dell’attenzione dei mercati di tutto il mondo e non ha certamente deluso: NVIDIA segna un forte aumento del fatturato grazie all'ottimo andamento di data center e dell'intelligenza artificiale, mentre i dubbi per il futuro arrivano dalle vendite di chip in Cina.

Analisti sorpresi dall’utile adjusted per azione della società, arrivato a 4,02 dollari su 18,12 miliardi di ricavi, quando il consensus era per rispettivamente 3,37 dollari e 16,18 miliardi.

Si tratta di una crescita di sei volte per l’utile adjusted rispetto allo stesso trimestre del 2022 e del 49% se si prendono come riferimento i tre mesi precedenti.

Ancora maggiore il balzo dei ricavi, +206% su base annuale e del 34% sequenziale, attestandosi così a 18,12 miliardi.

Particolarmente forte il contributo della divisione data center, il cui fatturato si è moltiplicato del 279% a 14,5 miliardi, mentre una spinta importante è arrivata anche dagli introiti del comparto Gaming, cresciuti dell’81% a 2,8 miliardi.

L’utile Gaap è stato di 3,71 dollari per azione, oltre 12 volte superiore a un anno prima e in rialzo del 50% rispetto al trimestre precedente.

Il margine lordo risulta cresciuto al 74%, dal 70,1% del trimestre precedente e dal 53,6% di un anno prima.

L’IA cambia quasi tutto

Il tema del momento, l’Intelligenza Artificiale si è fatta sentire: nella crescita dell’81% dei ricavi del reparto Gaming è stata fondamentale.

I 2,86 miliardi ricavati dalle schede grafiche per videogiocatori oggi paiono briciole rispetto al giro d'affari che sono diventati i prodotti per supportare i progetti di IA.

“Le startup che propongono modelli di linguaggio di grandi dimensioni, le società per i servizi Internet per i consumatori e i fornitori di servizi globali sono stati i primi a muoversi e la prossima ondata sta iniziando a farsi vedere”, ha commentato l'amministratore delegato Jensen Huang parlando della transizione a hardware dedicato per l'IA.

“L'era dell'IA generativa sta partendo” e ha aggiunto che “ha cambiato quasi tutto”, riferendosi ai sistemi che da una formula testuale possono creare video o modelli tridimensionali.

Fra luglio e settembre, ossia il periodo in cui sono stati registrati questi risultati, la società ha presentato una serie di novità per i progetti basati sull'IA, per accelerare lo sviluppo e l'evoluzione delle applicazioni di IA generativa, fra cui hardware, come la scheda grafica H200 Tensor Core, framework e piattaforme di rete. Ma anche un'evoluzione del DLSS 3.5 per migliorare il ray tracing.

Le previsioni

Guardando al futuro, NVIDIA si attende un fatturato per il trimestre che termina a dicembre intorno ai 20 miliardi di dollari, con un margine d'errore di più o meno il 2%, ed un margine lordo tra il 74 e il 75%, citando la crescente domanda nello sviluppo dell’intelligenza Artificiale.

Nubi cinesi

Nello stesso tempo, però, la società prevede un calo significativo delle vendite in Cina nel quarto trimestre, corrispondenti a circa il 20-25% del fatturato della divisione Data Center negli ultimi trimestri, anche se si ritiene che il calo sarà più che compensato dalla forte crescita in altre regioni.

A pesare sulle previsioni sono le restrizioni statunitensi sulle esportazioni di chip verso il gigante asiatico decise per ragioni di sicurezza e riguardano alcuni prodotti che l’azienda aveva sviluppato apposta per il mercato cinese.

La direttrice finanziaria, Colette Kress, ha dichiarato a questo proposito che “i controlli alle esportazioni avranno un effetto negativo sulle nostre attività in Cina, e non abbiamo una buona visibilità sulla grandezza dell’impatto sul lungo termine”.

La Cina è un’importante fonte di entrate per Nvidia, che possiede una posizione dominante nel mercato globale dei semiconduttori – delle unità di elaborazione grafica, nello specifico – per l’intelligenza artificiale.

Negli ultimi trimestri, scrive Reuters, le vendite dei chip ora soggetti a restrizioni sono valse quasi un quarto delle vendite di Nvidia legate ai centri dati.

Per cercare di affrontare il problema, NVIDIA sta sviluppando nuovi chip per il mercato cinese che rispettino le nuove normative americane sulle esportazioni, ma questi dispositivi non potranno contribuire alle entrate del quarto trimestre 2023.

Rischi in Israele

Oltre al rischio cinese, il management di NVIDIA ha avvisato di un ulteriore elemento che potrebbe pesare sui prossimi risultati, questa volta proveniente dal Medio Oriente.

La società è attualmente impegnata nella realizzazione di un supercomputer per l’Intelligenza Artificiale proprio in Israele, ancora nel centro del conflitto nella regione.

Una quantità “significativa” di dipendenti di NVIDIA è stata richiamata al servizio militare per far fronte al conflitto e un prolungamento della guerra potrebbe ripercuotersi negativamente sulle operazioni nel Paese.

Montagne russe in borsa

La diffusione dei risultati ha portato volatilità al titolo NVIDIA a Wall Street, dove ieri aveva chiuso a 499,44 dollari.

Se la chiusura dell’Afterhours era stata negativa (-1,74%), il pre-market vedeva le azioni della società virare in positivo circa due ore prima dell’avvio ufficiale delle negoziazioni di New York fino ad arrivare a guadagnare un 1%, per poi tornare in parità.

Partiti gli scambi a Wall Street, nei primi minuti proseguiva il ‘red moment’ e il titolo quotava a 497,44 dollari per azione, con un calo di circa mezzo punto percentuale, per poi continuare il sali e scendi.

Quest'anno il titolo è stato quello con la migliore performance (+248%) nell'indice dei semiconduttori della Borsa di Filadelfia (Philadelphia Semiconductor Index - SOX), portando la sua valutazione a oltre 1,2 trilioni di dollari.

In effetti, la capitalizzazione di mercato di NVIDIA è ora più di mille miliardi di dollari superiore a quella della rivale Intel Corp., che fino a poco tempo fa era il più grande produttore di chip al mondo.

Target price aumentati

Mettendo da parte le aspettative, “i risultati di Nvidia continuano a essere sorprendenti”, spiega l'analista di Wolfe Research, Chris Caso, in una nota ai clienti, soprattutto “alla luce delle restrizioni statunitensi sulla Cina che stanno danneggiando le vendite”.

Inoltre, per Caso è “importante l’annuncio dei nuovi chip progettati per la Cina che potrebbero aiutare il rimbalzo del mercato”.

Joseph Moore di Morgan Stanley, che ha alzato il suo target price sul titolo da 600 a 603 dollari, evidenzia che “sebbene NVIDIA abbia fornito una serie di risultati positivi, c'è stato uno sconcertante rialzo degli ultimi due trimestri” e il forte trimestre “dovrebbe alleviare le preoccupazioni per le previsioni”.

Aumento del prezzo obiettivo anche per Bernstein (da 675 a 700 dollari e ‘outperform’), i cui analisti ritengono “gestibili” i problemi normativi in Cina, “data la forte domanda riscontrata altrove”.

Da 600 a 650 dollari il target price di JP Morgan, con previsioni per il segmento dei data center di una “forte crescita grazie all’adozione di unità di elaborazione grafica da parte dei clienti hyperscale (GPU) guidate dal deep learning per l'elaborazione di grandi set di dati”.Wells Fargo (675 dollari) vede la sostenibilità delle capacità del software di sistema “in continuo aumento” e punta l'attenzione “sulle GPU compatibili con la Cina”.

Piper Sandler (620 dollari) vede la società “continuare a beneficiare della proliferazione di piattaforme software che dovrebbe essere un vento in poppa per i margini”.

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