Nvidia colpita dalla guerra dei chip sull’Intelligenza Artificiale
L’amministrazione Biden potrebbe restringere la vendita all’estero dei chip legati all’AI, colpendo così gli interessi delle società produttrici, in particolare quelle collegate alla Cina.
Nvidia in calo
Seduta odierna di Wall Street che si preannuncia quantomeno ‘difficile’ per Nvidia, indebolita dalle indiscrezioni circa l’approvazione di restrizioni ai chip legati all’Intelligenza Artificiale attualmente valutate dall’amministrazione di Joe Biden.
Le azioni di Nvidia cedono oltre il 4% nel pre-market USA di questa mattina, sotto quota 400 dollari per azione, cedendo così i guadagni della seduta di ieri (+3,05%).
Indebolita anche Advanced Micro Devices (AMD), in perdita del 3% prima delle contrattazioni ufficiali, dopo la chiusura in rialzo (+2%) arrivata ieri.
Male anche le azioni di Broadcom (-1%) e Marvell Technology (-2,60%), entrambi produttori di chip per l’AI, così come le altre società produttrici, tra cui Intel (-1%), Texas Instruments (-1,30%), Qualcomm (-1,60%), Micron Technology (-1,20%) e Applied Materials (-1,60%).
Assedio ai chip di Intelligenza Artificiale
Fonti del Wall Street Journal rivelano un piano attualmente allo studio del governo USA per restringere le esportazioni di chip per l’Intelligenza Artificiale, bloccandone le vendite verso la Cina e altri paesi interessati senza aver prima ottenuto una licenza, inasprendo così quanto già deciso lo scorso anno.
L’obiettivo sarebbe quello di rendere più difficile per il gigante asiatico l’ottenimento di tecnologia con applicazioni militari, aggiornando i controlli sulle esportazioni già introdotti lo scorso ottobre.
La decisione potrebbe essere collegata alle notizie diffuse a marzo del Financial Times, secondo il quale le aziende cinesi, compresi i gruppi di sorveglianza dell'intelligenza artificiale che sono nella lista nera degli Stati Uniti, stavano trovando il modo di aggirare i controlli sulle esportazioni, anche affittando l’accesso ai chip A100.
L'aggiornamento dei controlli sulle esportazioni dovrebbe avvenire nel corso dell’estate, sempre secondo il media americano, ma né il Dipartimento del Commercio USA, incaricato di redigere il piano, né il management di Nvidia hanno voluto rilasciare dichiarazioni in merito.
L’impatto su Nvidia
La mossa avrebbe un impatto significativo sia su AMD che su Nvdia, con quest’ultima che ricava circa un quinto delle sue entrate annuali dalla Cina.
Già i controlli attivi sulle esportazioni decisi a ottobre 2022 potrebbero causare “danni enormi” all’industria tecnologica statunitense, secondo l’amministratore delegato di Nvidia, Jensen Huang, visto che tali regole hanno lasciato la sua azienda “con le mani legate”, impedendo al gruppo della Silicon Valley di vendere i suoi chip in Cina, pertanto un ulteriore inasprimento potrebbe portare la situazione a precipitare.
L’azienda aveva risposto ai controlli progettando nuovi chip per unità di elaborazione grafica chiamati A800 e H800 per sostituire i chip più avanzati che sono stati limitati dalle nuove regole.
Seppur più lenti dei chip che hanno sostituito, i nuovi modelli sono ancora la tecnologia più importante che alimenta la ricerca e lo sviluppo dell'intelligenza artificiale per i giganti tecnologici cinesi.
Tra i clienti nel paese di Nvidia, infatti, ci sono Tencent, Alibaba, Baidu, ByteDance e altri gruppi cinesi, i quali hanno effettuato aumentato gli ordini di chip Nvidia quando l’ondata di AI generativa è esplosa in Cina quest’anno.
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