Nvidia e il contrabbando dei suoi prodotti in Cina

I prodotti Blackwell della società starebbero raggiungendo il gigante asiatico aggirando il divieto di esportazione deciso dal governo statunitense e ora sarebbe in corsa un’indagine sulla vicenda, notizia che ieri ha attirato forti vendite sul titolo Nvidia.
Azioni Nvidia in netto calo
Giornata pessima per Nvidia ieri a Wall Street, in netto calo dopo le indiscrezioni del Wall Street Journal che raccontavano come alcuni acquirenti cinesi aggirino i controlli sulle esportazioni statunitensi.
Le azioni Nvidia hanno chiuso la seduta in calo dell’8,7%, a 114 dollari, quotazione più bassa da metà settembre, e ora le perdite del 2025 si attestano al 17%. Oggi il pre market USA vede il titolo provare un rimbalzo, vista la crescita dell’1% mostrata nei primi minuti di contrattazioni.
Diffuse le vendite alla Borsa di New York: lo S&P500 ha chiuso a -1,8% (livello più basso dal 14 gennaio e peggior seduta del 2025) e il Nasdaq a -2,6%, con i due indici rispettivamente in calo del 4,8% e dell’8,5% rispetto ai rispettivi massimi storici di chiusura stabiliti il 19 febbraio. Male anche il Dow Jones (-1,5%), ai minimi dal 16 gennaio.
Il sentiment del mercato era stato colpito dall’annuncio del Presidente Donald Trump circa l’entrata in vigore i dazi sulle importazioni da Messico, Canada e Cina
Il contrabbando di chip
Secondo quanto riportato da News.Az, citando Yahoo Finance, i prodotti AI di Nvidia stanno arrivando in Cina nonostante le restrizioni esistenti sulle esportazioni decise dagli USA.
Il Wall Street Journal ha riferito domenica sera che le ultime CPU Blackwell (unità di elaborazione grafica) della società stanno raggiungendo il gigante asiatico tramite rivenditori terzi che utilizzano società registrate nelle regioni vicine in violazione dei controlli sulle esportazioni.
"Gli acquirenti anonimi non possono acquistare, consegnare, installare, utilizzare e mantenere i prodotti Blackwell in paesi non autorizzati", ha spiegato un portavoce di Nvidia a Yahoo Finance in una dichiarazione, aggiungendo che la società ha intenzione di continuare “a indagare su ogni segnalazione di possibili deviazioni” e di adottare “misure appropriate".
Coinvolte nell’aggiramento delle regole ci sarebbero Dell e Super Micro Computer, aziende che producono server utilizzando le GPU Blackwell, entrambe sotto accusa a Singapore per aver violato le restrizioni all'esportazione degli Stati Uniti nella spedizione verso la Malesia di server che potrebbero contenere prodotti Nvidia. Proprio la Malesia viene spesso considerata il punto di passaggio del contrabbando di chip verso la Cina.
La notizia ha scatenato le vendite anche sulle due società: le azioni Dell sono scese di quasi il 7% quelle di Super Micro del 13%.
L’importanza di Blackwell
Il blocco delle vendite di prodotti Blackwell avrebbe un impatto importante sul business di Nvidia. La trimestrale della società diffusa la scorsa settimana ha mostrato infatti che i suoi Blackwell hanno contribuito per 11 miliardi di dollari ai ricavi del quarto trimestre e Nvidia ha affermato che questi prodotti hanno raggiunto la produzione su vasta scala nonostante alcuni problemi tecnici.
"Gli investitori sono sempre più preoccupati che Nvidia possa essere influenzata da ulteriori restrizioni sulle vendite in Cina", spiega l'analista di DA Davidson, Gil Luria, a Yahoo Finance in un'e-mail lunedì. "Finora, la società ha sostenuto di non essere responsabile delle vendite dei propri rivenditori in Cina, ma ciò potrebbe non reggere poiché vengono messe in atto nuove restrizioni", ha concluso l'esperto.
NVIDIA
no
XS2800981917
Barclays
La Finestra sui Mercati
Tutte le mattine la newsletter con le idee di investimento!
