Nvidia recupera i livelli pre-DeepSeek. Paura rientrata

Nvidia recupera i livelli pre-DeepSeek. Paura rientrata

I prezzi sono tornati dove erano 25 giorni fa, prima del fatidico 24 gennaio. Ridimensionati i timori di una frenata nella corsa all’acquisto dei superchip. Con la sua Grok-3, Musk conferma: l’evoluzione dell’intelligenza artificiale passa per Nvidia.

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Gli investitori si sono ripresi dallo shock

Passate poco più di tre settimane dal fatidico lunedì 24 gennaio, Nvidia ha quasi del tutto recuperato le perdite record innescate dalla cinese DeepSeek, con la sua presentazione di un modello di intelligenza artificiale a bassissimo costo e con performance comparabili a quelle delle migliori versioni di ChatGPT e di Gemini. In quel fatidico lunedì, Nvidia crollò del 17% e la sua market cap scese in poche ore di 500 miliardi di dollari.

Con la risalita del titolo a 140 dollari (ieri, martedì 18 febbraio, ha chiuso a 139,40 dollari dopo avere superato i 143 dollari), gli investitori hanno decretato la fine della grande paura, cioè del timore che l’intelligenza artificiale cinese possa provocare un rallentamento dei piani di spesa della Silicon Valley. Poco prima del crollo innescato da DeepSeek, Nvidia quotava a 142 dollari.

Grok-3 di Musk si basa su un’enorme quantità di chip Nvidia

La conferma che per fare intelligenza artificiale di successo siano indispensabili i processori grafici (GPU) di Nvidia è venuta da Elon Musk. Grok-3, l’ultima chatbot della sua xAI, è stato presentato lunedì scorso. L’applicazione sembra avere un netto vantaggio rispetto alle rivali e l’ingrediente del successo è l'enorme quantità di chip Nvidia utilizzati.

Il data center di Memphis di xAI ha aperto con 100.000 GPU e potrebbe espandersi fino a un milione. Il Ceo di Nvidia, Jensen Huang, ha descritto il ritmo di costruzione di xAI come “sovrumano”. La scorsa settimana Bloomberg ha riportato che xAI è vicina a un accordo da 5 miliardi di dollari con Dell per la costruzione di server che ospiteranno ancora più hardware Nvidia.

DeepSeek non è una minaccia alla corsa ai chip di Nvidia

Come sottolinea Dave Lee, editorialista di Bloomberg, “gli investitori di Nvidia dovrebbero essere incoraggiati da tutto questo, perché dimostra ulteriormente che la strada verso l’evoluzione dell’AI passa sempre da Nvidia e sembra destinata a rimanere tale nel prossimo futuro”. Quello che gli ingegneri cinesi hanno realizzato con DeepSeek è un risultato straordinario che ha come conseguenza di fare accelerare gli sforzi dell’industria Usa per costruire modelli più efficienti e più piccoli. Ma allo stato attuale DeepSeek non è una minaccia alla corsa all’hardware di Nvidia.

Le pressioni concorrenziali – dice ancora Dave Lee - arriveranno sicuramente da altri produttori di chip. Amazon, per esempio, sta diventando sempre più forte con i suoi chip Trainium e Inferentia, che sostiene siano un'alternativa più economica a Nvidia per l'addestramento e l'esecuzione di modelli di intelligenza artificiale. Va tenuto conto, però, che Nvidia non vende solo chip per l'AI, ma una piattaforma per l'AI onnicomprensiva: la sua piattaforma software CUDA è molto popolare tra gli sviluppatori di AI ed è compatibile solo con i suoi chip.

Il 26 febbraio saranno diffusi i dati del trimestre

Mercoledì prossimo, 26 febbraio, Nvidia presenterà i risultati del trimestre novembre – gennaio. Il consensus degli analisti si attende ricavi pari a 38 miliardi di dollari, in crescita del 72% sullo stesso periodo dell’anno scorso, e un utile di 19,7 miliardi (+61%).

Timothy Arcuri, analista di Ubs, ha dichiarato che Nvidia dovrebbe fornire risultati molto solidi e una guidance pari o superiore alle aspettative. Ubs conferma la raccomandazione Buy e il target price di 185 dollari. La media dei target price dei 62 analisti che coprono Nvidia è 171 dollari (+23% sul prezzo attuale).

Probabilmente mercoledì prossimo gli analisti saranno più attenti alle indicazioni sul futuro che ai conti del passato. Bank of America avverte che la transizione dell'azienda verso la vendita dei nuovi chip Blackwell, che hanno già avuto qualche intoppo, potrebbe influenzare le previsioni sui prossimi trimestri. Così come il business di Nvidia è perennemente esposto al confronto politico-commerciale fra Usa e Cina: la società potrebbe soffrire per nuove restrizioni sulle esportazioni verso la Cina, provocate anche dal successo di DeepSeek. Allo stato attuale, però, la grande paura di una frenata nella corsa ai superchip di Nvidia sembra superata.

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Aziende citate nell'Articolo

Codice: NVDA.US
Isin: US67066G1040
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