Nvidia, si avvicina la trimestrale: le previsioni degli analisti

Mancano due giorni alla pubblicazione dei risultati del primo trimestre fiscale della società produttrice di chip e tra i temi da tenere d’occhio ci saranno i dazi e la situazione in Cina.
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Viglia di trimestrale per Nvidia
Si avvicina il turno di Nvidia per la pubblicazione dei risultati del primo trimestre fiscale 2026, l’ultima tra le ‘Magnifiche Sette’, attesa per mercoledì 28 maggio 2025 dopo la chiusura del mercato.
L’azienda arriva all’appuntamento con un andamento incerto a Wall Street: nel 2025 ha ceduto il 5%, passando dai 138,31 dollari di inizio gennaio agli attuali 131,29 dollari della chiusura di venerdì (oggi la Borsa di New York sarà chiusa). Migliore la performance delle azioni Nvidia negli ultimi 12 mesi, nel corso dei quali ha guadagnato il 15%.
Per gli analisti di Oppenheimer (outperform e target price di 175 dollari) Nvidia “rimane il miglior posizionamento nel settore dell'intelligenza artificiale, beneficiando di hardware/software AI full-stack e di un approccio unico a livello di rack”.
Cosa tenere l’occhio
In primo piano ci sarà la geopolitica, con Cina e dazi al centro dell’attenzione. Nvidia ha annunciato una svalutazione di 5,5 miliardi di dollari delle scorte di H20 per i chip di intelligenza artificiale destinati alla Cina, poiché le restrizioni statunitensi hanno bloccato la vendita di questi componenti. “Cercheremo di capire l’impatto sui ricavi di Nvidia dovuto alla perdita di attività in Cina, nonché le prossime iniziative (se ce ne saranno) per recuperare le attività in Cina in futuro”, spiegano da Morningstar.
D’altra parte, proseguono dal broker, “gli accordi degli Stati Uniti con l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti dovrebbero incrementare la spesa per l’AI nei prossimi anni, e cercheremo di capire anche questi nuovi sviluppi”.
Altri temi importanti saranno l’impatto di DeepSeek e la presunta fine delle leggi sullo scaling, due importanti sviluppi tecnologici che hanno messo in dubbio le prospettive di Nvidia un trimestre fa, ma ad oggi nessuno dei due sembra rappresentare “un forte vento contrario” secondo Morningstar: “non prevediamo che nuovi sviluppi tecnologici possano mettere a rischio le entrate trimestrali di Nvidia, ma pensiamo che la società veda quali siano le tendenze meglio di qualsiasi altra azienda di AI, quindi apprezzeremo le sue intuizioni”.
L’analisi di Morningstar
Morningstar mantiene il prezzo obiettivo a 125 dollari sulle azioni Nvidia e un economic moat pari a wide, giudicando ‘very high’ il grado di incertezza, pur aspettandosi una trimestrale positiva.
“Al momento non vediamo alcun rischio per il moat di Nvidia”, sottolineano gli analisti, spiegando che il loro giudizio di incertezza sul fair value “è molto alto, poiché l’AI generativa è ancora relativamente agli inizi e la geopolitica confonde un po’ il quadro”.
A 135 dollari attuali, secondo il broker le azioni appaiono “leggermente sopravvalutate, ma riconosciamo che potrebbero esserci ulteriori rialzi per Nvidia se la Cina diventasse meno preoccupante e/o se prevedessimo una domanda di AA più brillante negli Stati Uniti e altrove nel lungo termine”.
“Con un rating di 3 stelle, riteniamo che il titolo sia valutato equamente rispetto alla nostra stima di fair value a lungo termine di 125 dollari per azione. La nostra stima del fair value implica un multiplo prezzo/utili corretti per l’anno fiscale 2026 (che termina a gennaio 2026) di 32 volte e un multiplo prezzo/utili corretti per l’anno fiscale 2027 di 26 volte”, concludono da Morningstar.
Buy da Bank of America
L'analista di BofA Securities, Vivek Arya, ha ribadito il suo consiglio di acquisto su Nvidia e ha aggiornato le sue previsioni per il primo trimestre fiscale a seguito di analisi sulla catena di approvvigionamento, discussioni con gli investitori e dichiarazioni dell’azienda alla recente fiera Computex, in particolare in merito al divieto statunitense sulle vendite di H2O in Cina.
L’analista ha sottolineato la discrepanza tra i 15 miliardi di dollari di mancate vendite in Cina dichiarati dalla società, la stima di vendita rivista per l'anno fiscale 2026 (calendario 2025) di 10-12 miliardi e le revisioni più conservative di 3,8 miliardi di dollari del consenso. A seconda dei tempi di spedizione in Cina, questo potrebbe amplificarsi fino a un ostacolo di 4-5 miliardi di dollari nel secondo trimestre fiscale.
Il recupero del margine lordo rimane un obiettivo chiave: Arya si aspetta che il management abbia fiducia nel ripristino dei margini nella seconda metà dell'anno, trainato dall'avvio di Blackwell e dai rendimenti dei prodotti a livello di rack.
Nonostante queste difficoltà a breve termine, Arya considera Nvidia una scelta di punta nel settore, citando la sua posizione unica nell'implementazione globale dell'intelligenza artificiale e la potenziale ripresa delle vendite in Cina grazie a prodotti riprogettati e conformi più avanti nel corso dell'anno.
Le previsioni sul trimestre
Per il primo trimestre fiscale, Arya prevede un limitato miglioramento rispetto alla guidance di 43 miliardi di dollari di Nvidia e al consenso di 43,4 miliardi. Tuttavia, la svalutazione delle scorte di 5,5 miliardi relativa all'H2O potrebbe portare i margini lordi a circa il 58%, al di sotto della guidance del 71%.
L’utile per azione rettificato (EPS) è previsto dall’esperto a 74 centesimi, al di sotto del consenso di 88 centesimi, mentre non si attende alcun impatto significativo sull'H2O nel trimestre.
Il consenso per il secondo trimestre fiscale è sceso da 48 miliardi (pre-divieto di H2O) a 46,4 miliardi, con le aspettative degli investitori più vicine a 45-46 miliardi di dollari. I modelli attuali riflettono una riduzione di circa 2 miliardi per l'H2O, il che potrebbe essere ottimistico se le vendite di inizio anno fossero concentrate in anticipo.
Guardando al futuro, Arya stima il calo di 15 miliardi per le vendite in Cina potrebbe portare il fatturato dell'anno fiscale 2026 a 190 miliardi di dollari, il 6% al di sotto del consenso, e l'EPS rettificato a 3,93 dollari, il 10% al di sotto degli attuali 4,38 dollari, o il 14% al di sotto del consenso di 4,56 dollari pre-ban.
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