Nvidia, ultime ore d’attesa: i quattro indicatori chiave da osservare

Nvidia, ultime ore d’attesa: i quattro indicatori chiave da osservare

La società dei chip AI pubblica questa sera i risultati trimestrali, l’evento clou dell’earning season. Barron’s individua gli elementi cruciali che guideranno la reazione dei mercati: stime sulla crescita dei ricavi futuri, nuove partnership strategiche con OpenAI e Anthropic, il dibattito sulla vita utile delle GPU e il tema della valutazione

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Negli ultimi tre mesi il titolo ha avuto un andamento piatto

Questa sera, a mercati chiusi, Nvidia pubblicherà i risultati del terzo trimestre fiscale, una scadenza che non rappresenta soltanto l’ultimo grande evento dell’attuale earning season, ma ha assunto le dimensioni di un passaggio fondamentale per il futuro dei mercati finanziari.

Nell’attesa di questo cruciale appuntamento, la discussione sulla valutazione dei titoli tech legati all’intelligenza artificiale ha assunto le sembianze di un pendolo con oscillazioni sempre più ampie: si va dalla bolla AI che starebbe per esplodere alla certezza di una crescita forsennata per ancora molti anni.

La tensione è acuita dai recenti ribassi di Borsa: dal massimo del 29 ottobre a oggi il Nasdaq Composite ha perso il 6%.

Quanto a Nvidia, negli ultimi tre mesi il titolo è rimasto sorprendentemente stabile. I risultati che il Ceo Jensen Huang annuncerà oggi, e soprattutto le indicazioni sul trimestre in corso, potrebbero contribuire a definire meglio la traiettoria dell’intero settore.

Secondo Barron’s, nelle comunicazioni che farà Nvidia ci sono quattro elementi chiave da valutare con particolare attenzione.

Le attese di Wall Street: risultati ancora forti

Gli analisti prevedono ricavi per 54,9 miliardi di dollari, in crescita del 57% rispetto all’anno precedente, e un utile per azione rettificato di 1,26 dollari. Per il trimestre in corso, invece, la stima sale a ricavi pari a 62,17 miliardi, con EPS atteso a 1,44 dollari. Numeri importanti, sostenuti da diversi segnali recenti che suggeriscono una domanda più robusta del previsto.

C.C. Wei, Ceo di TSMC – il principale partner produttivo di Nvidia – ha dichiarato che la richiesta di semiconduttori per l’AI resta “molto forte”, superiore a quanto previsto tre mesi fa. A ottobre, durante la conferenza GTC a Washington, Jensen Huang ha aggiunto che la domanda per i chip AI della società è “eccezionalmente forte” e che la pipeline di ricavi potenziali per le piattaforme Blackwell e Rubin supera i 500 miliardi di dollari fino al 2026. Una cifra difficile da tradurre in proiezioni puntuali, ma che molti analisti hanno considerato un’indicazione di upside rispetto alle stime attuali.

Le partnership strategiche con le star dell’AI

Il secondo punto da monitorare riguarda gli accordi industriali nel cuore dell’ecosistema AI. Barron’s ricorda che gli investitori vogliono capire meglio la portata del possibile investimento fino a 100 miliardi di dollari in OpenAI, annunciato in settembre come lettera d’intenti ma non ancora formalizzato.

A rendere il quadro più interessante è arrivato, martedì, un ulteriore annuncio: Nvidia si impegna a investire fino a 10 miliardi in Anthropic, principale rivale di OpenAI, con un accordo che include anche una collaborazione tecnica sulle future generazioni di chip. A fianco di Nvidia, la stessa Anthropic attira l’interesse di Microsoft, che potrebbe investire fino a 5 miliardi. Un triangolo che mostra come la costruzione delle infrastrutture per l’intelligenza artificiale sia entrata in una fase di accelerazione competitiva.

Quanto durano davvero le GPU? Il nodo della contabilizzazione

Negli ultimi mesi si è aperto un dibattito inedito: quello sulla corretta durata economica delle GPU. Alcuni investitori, tra cui Michael Burry (famoso per avere previsto il crollo dei mercati del 2007-2008), hanno sollevato dubbi sui cicli di ammortamento adottati dalle big tech, spesso pari a sei anni. Se la vita utile dei chip fosse più breve, le aziende dovrebbero contabilizzare costi maggiori nei prossimi esercizi.

Secondo Barron’s, però, non tutti condividono questa lettura. Stacy Rasgon di Bernstein sostiene che le Nvidia A100, dopo cinque anni, garantiscono ancora margini “confortevoli”, e che in molti data center le GPU operano efficacemente anche oltre i sei anni. Per questo sarebbe utile, nella call di oggi, una parola chiara da parte del management sulla longevità delle diverse generazioni di chip.

Volatilità da ignorare? La bussola restano i fondamentali

Dal lancio di ChatGPT a oggi, il titolo Nvidia è cresciuto di oltre dieci volte, con non pochi scossoni lungo il percorso. Secondo Barron’s, però, l’investitore razionale dovrebbe concentrarsi sui fondamentali: se i modelli di AI continueranno a migliorare e l’adozione di nuove funzionalità rimarrà rapida, la domanda per le GPU di Nvidia resterà elevata, sostenendo i ricavi anche nei prossimi anni.

Per chiudere, ricordiamo che Nvidia oggi è valutata 41 volte gli utili dell’esercizio in corso (che chiuderà il prossimo 31 gennaio) e 28 volte gli utili stimati per l’esercizio successivo. Multipli che hanno una solida base logica per un’azienda che ha una previsione di crescita dei profitti del 47% quest’anno e del 44% l’anno prossimo. Non sono certo i multipli “lunari” di Tesla (P/E di 314 volte) o di Palantir (289 volte).

Quanto ai target price degli analisti, la media è 235 dollari, un prezzo che indica un potenziale di crescita del 29%.

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Aziende citate nell'Articolo

Codice: NVDA.US
Isin: US67066G1040
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