Nvidia zavorrata dalla carenza di chip perde il doppio del Nasdaq


Obbligata a rallentare l’attività, la società californiana delle schede grafiche aspetta l’ok delle autorità antitrust per completare l’acquisizione della britannica Arm, uno dei leader mondiali dei semiconduttori. Nell’ultimo mese il titolo è sceso del 20%, contro il -11% dell’indice tech. Per il 2021 prevista una crescita robusta.


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Le sue GPU vanno nei pc, nei robot, nelle console di gaming come Xbox e Switch.

Fra le vittime eccellenti della brusca inversione di rotta del Nasdaq, che dal massimo del 12 febbraio a oggi ha perso l’11%, c’è Nvidia, la prestigiosa società californiana famosa per le sue unità di elaborazione grafica (GPU) adottate nei pc e soprattutto nelle console di gaming come la Xbox, la PlayStation e la Switch della Nintendo.

Nell’ultimo mese Nvidia ha registrato un ribasso in Borsa del 20%, doppio rispetto all’indice delle società tech. La sua performance da inizio anno è -12%, rispetto al -2% del Nasdaq Composite.

Secondo alcuni analisti, a fare soffrire così duramente il titolo è la carenza globale di semiconduttori che ha oscurato importanti novità positive che caratterizzano l’attuale fase di Nvidia. Essendo uno dei principali produttori e designer di GPU per l’industria del gaming, per i pc, per l’industria automobilistica e per la robotica, Nvidia è duramente colpita dalla scarsa disponibilità di chip che la obbliga a rallentare l’attività.

Risultati del quarto trimestre 2020 largamente migliori delle attese

Da febbraio il titolo è sceso inesorabilmente nonostante l’azienda abbia annunciato risultati del quarto trimestre 2020 largamente migliori delle attese del mercato. I ricavi sono stati pari a 5 miliardi di dollari, oltre i 4,82 miliardi previsti dal consensus. L’utile per azione è stato di 3,10 dollari, quando gli analisti si aspettavano non più di 2,81 dollari.

Dopo avere registrato nel quarto trimestre 2020 una crescita dei ricavi del 61% sullo stesso periodo dell’anno precedente, il management di Nvidia si è detto sicuro che la crescita continuerà a ritmi elevati anche nel primo trimestre 2021, fornendo una previsione di fatturato di 5,3 miliardi, ben oltre i 4,51 miliardi attesi in media dagli analisti.

Certo è che pur dopo questo mese di ribasso, Nvidia vanta una performance in 12 mesi del 74%, ben superiore a quella del Nasdaq (+47%). All’attuale prezzo di 463 dollari la società capitalizza 287 miliardi di dollari, vale a dire 28 volte il fatturato 2020 (è stato di 10,9 miliardi).

Per il 2021 gli analisti prevedono un fatturato di 16,49 miliardi, con un utile di 4,19 miliardi, il che vuole dire che sulla base delle quotazioni attuali il multiplo P/E viaggia all’astronomica altezza di 70 volte.

Se si possiedono azioni Nvidia, di fronte a questi multipli è impossibile lamentarsi. Piuttosto bisogna concentrarsi sul futuro, e nel caso della società di Santa Monica la tappa più importante è l’integrazione con la neo-acquisita Arm, acquistata lo scorso settembre dalla giapponese Softbank per circa 40 miliardi di dollari.

Nuovo centro di ricerca congiunto sull’AI con Arm (pagata 40 miliardi di dollari)

Con sede in Gran Bretagna, Arm è una delle aziende leader a livello mondiale per i chip: i suoi prodotti sono montati all’interno di un considerevole ventaglio di dispositivi che vanno da smartphone a notebook, da console di videogame alle automobili. Società come Qualcomm, Samsung e la stessa Apple sono clienti fidati di Arm. Secondo gli esperti, Nvidia potrà sfruttare Arm per dare una profonda propulsione al segmento della realtà aumentata applicata soprattutto ai grandi elaboratori e ai datacenter. Potrà puntare a un’integrazione tra gpu e microprocessori per avvantaggiarsi su rivali come Amd. Inoltre l’impegno di Nvidia sullo sviluppo dell'intelligenza artificiale (fondamentale anche per l'automotive) sarà valorizzato dalla nascita di un nuovo centro di ricerca congiunto con Arm, proprio a Cambridge dove quest'ultima ha sede, e un supercomputer IA.

Per completare l'acquisizione comunque ci vorrà più di un anno e il benestare delle autorità antitrust di Stati Uniti, Unione Europea, Regno Unito e Cina. SoftBank manterrà una quota del 10% di Arm.

Arm è leader nel segmento dei microprocessori e delle architetture hardware, soprattutto in ambito mobile: le sue tecnologie sono impiegate da oltre il 90% degli smartphone. La stessa Apple si appresta a impiegare queste soluzioni per le sue future linee Mac, abbandonando parzialmente Intel.

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Codice: NVDA.US
Isin: US67066G1040
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