Ocse: Pil Italia +5,9%, ma ritorno a livelli 2019 nella prima metà del 2022

Secondo l'Ocse, per quest'anno la crescita italiana è stimata al 5,9%, ma bisognerà attendere il primo semestre 2022 perché il Pil torni ai livelli del 2019.
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Nel 2021 Pil Italia +5,9%
Il sostegno fiscale e i progressi della campagna vaccinale fanno prevedere un’accelerazione della crescita italiana per il 2021 stimata al 5,9%, rispetto al più contenuto +4,5% ipotizzato a fine maggio. Le stime dell’organizzazione parigina Ocse per il 2021 coincidono con quelle del governo: ieri il ministro dell'Economia Daniele Franco aveva affermato che il Pil del 2021 potrebbe crescere «più del 5,8%» indicato dagli ultimi calcoli dell'Ufficio parlamentare di bilancio.
Secondo l'Organizzazione con sede a Parigi migliora anche la situazione sul fronte dei conti pubblici. Secondo le stime dell'Organizzazione, nel 2021 il rapporto deficit/Pil scende a 10,6% da 11,4% ipotizzato a fine maggio e a 5,7% nel 2022, da 6,4%. Quello debito/Pil cala a 158,6% nel 2021 da 159,6% ipotizzato a fine maggio e a 155,1% nel 2022 da 157,2%.
A proposito della ripresa a breve termine, l'Ocse afferma che “più ingenti investimenti pubblici, ivi inclusi quelli finanziati dai fondi Next Generation EU, unitamente a una maggiore fiducia e livelli di domanda più elevati, sosterranno gli investimenti nel settore privato".
Tuttavia, rispetto ad altre grandi economie - avverte l'organismo parigino - in Italia la ripresa continuerà a ritardare, con un Pil che recupererà i livelli del 2019 solo nel primo semestre del 2022. L’invito è quindi a "continuare a fornire sostegno fiscale, sempre più mirato, fino a quando la ripresa non sarà consolidata nei settori economico e occupazionale”, per poi essere riorientata in modo da stimolare una maggiore crescita e la creazione di posti di lavoro, quando la pandemia si sarà placata.
Nel rapporto si sottolinea inoltre come accrescere l'efficacia del settore pubblico italiano sia più urgente che mai. "Sarà la chiave per assicurare il previsto impulso agli investimenti pubblici, migliorare il clima di impresa e garantire l'accesso a servizi pubblici di qualità in tutto il Paese".
Ridimensionare reddito di cittadinanza e stop a Quota 100
Interventi vanno anche tenuti in conto per quanto riguarda la spesa pensionistica. Infatti, l'Italia – secondo Ocse - dovrebbe «contenere la spesa pensionistica lasciando scadere il regime di pensionamento anticipato ("Quota 100") e la cosiddetta "Opzione Donna" nel dicembre 2021, e ristabilire immediatamente la correlazione tra età pensionabile e speranza di vita».
L'Ocse dedica un capitolo a parte al reddito di cittadinanza. La misura, scrive l'Ocse, "ha contribuito a ridurre il livello di povertà delle fasce più indigenti della popolazione" ma "il numero di beneficiari che di fatto hanno poi trovato impiego è scarso" e "le autorità attribuiscono tale esito alla distanza tra i beneficiari e i relativi mercati del lavoro". Per questo, secondo l'Ocse, bisogna "ridurre e assottigliare il Reddito di Cittadinanza per incoraggiare i beneficiari a cercare lavoro nell'economia formale e introdurre un sussidio per i lavoratori a basso reddito".
Infine, per affrontare la debole crescita economica e l'invecchiamento demografico dell'Italia è necessario affrontare le sfide strutturali di lungo termine come bassi livelli di investimenti, di produttività e di occupazione, una pubblica amministrazione inefficace, oneri normativi gravosi e marcati divari regionali.
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