OPA Cattolica, Generali raggiunge il 95%: delisting ad agosto


La compagnia del Leone ha comunicato l’acquisto complessivo di oltre 217 milioni di azioni della compagnia veneta ed eserciterà il diritto di acquisto sui titoli ancora in circolazione, mentre l’operazione si concluderà il 12 agosto con il delisting di Cattolica.


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Raggiunto il 95% di Cattolica

Assicurazioni Generali ha raggiunto il 95,112% del capitale sociale di Cattolica, con quest’ultima destinata a delisting.

Secondo quanto comunicato dalla compagnia del Leone ieri sera, Generali è arrivata a detenere complessivamente 217.185.750 azioni ordinarie di Cattolica, pertanto eserciterà il diritto di acquisto sulle azioni ordinarie di Cattolica ancora in circolazione, dando corso ad un’unica procedura concordata con Consob e Borsa Italiana, ovvero la ‘Procedura Congiunta’.

All’interno di questa procedura, Generali pagherà 6,75 euro per ciascuna azione ordinaria di Cattolica, mentre il periodo di presentazione delle richieste di vendita terminerà il 29 luglio, salvo proroghe, e il corrispettivo sarà versato il prossimo 5 agosto.

L’OPA di Generali

L’Offerta Pubblica di Acquisto volontaria totalitaria di Generali su Cattolica era stata lanciata alla fine del maggio 2021, per poi essere approvata dalla Commissione europea nell’ottobre dello stesso anno.

Il Leona aveva promosso l’OPA con l’obiettivo di “consolidare la propria posizione nel mercato assicurativo italiano”, permettendo a Generali di “diventare il primo gruppo nel mercato danni e di rafforzare la propria presenza nel mercato vita”.

Delisting di Cattolica

L’operazione, costata a Generali tra 1,3 e 1,4 miliardi di euro, terminerà il 12 agosto quando Cattolica sarà revocata dalla quotazione a Piazza Affari.

Il delisting di Cattolica “era atteso”, sottolineano da WebSim, la quale mantiene la raccomandazione ‘neutrale’ sul titolo Generali, con target price a 19,20 euro rispetto agli odierni 15,03 euro (-1,20%).

Ancora contrasti nel cda

Nel frattempo, il board di Generali sembra non riuscire a trovare un accordo sull’elezione del suo tredicesimo rappresentante dopo le dimissioni di Francesco Gaetano Caltagirone, visto il rifiuto di Mediobanca ad accettare Luciano Cirinà, unico dichiaratosi disponibile ad entrare nel cda.

Cirinà, infatti, si era candidato a sorpresa con Caltagirone quale candidato alla carica di ad nel caso in cui la lista dell’imprenditore romano avesse ottenuto la maggioranza nel corso dell’assemblea dello scorso aprile, presentando un piano di crescita alternativo a quello di Donnet, per poi essere licenziato dalla compagnia nonostante avesse chiesto l’aspettativa.

La vicenda è seguita direttamente dalla Consob, confermando così le indiscrezioni di stampa secondo cui l’authority avrebbe inviato una lettera a Generali per chiedere i motivi per cui Cirinà è stato considerato incompatibile con il cda.

La vicenda verrà affrontata nella prossima riunione del board convocata per venerdì 15 luglio dal presidente Andrea Sironi, dopo che già il comitato nomine si era visto nei giorni scorsi.

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