Mps-Mediobanca, Lovaglio e Caltagirone indagati per aggiotaggio. Titoli a picco

Secondo gli inquirenti, avrebbero concordato l’Opas senza dichiararlo al mercato, in violazione delle regole, e soprattutto ai controllori della Consob, dell’Ivass e della Banca centrale europea.
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Bufera su Mps e Mediobanca
Le accuse sono di ‘aggiotaggio’ e di ‘ostacolo alle Autorità di vigilanza’. È bufera sull’operazione realizzata da Banca Monte dei Paschi di Siena con la quale aveva acquisito il controllo del tempio della finanza italiana, ovvero Mediobanca.
Sotto accusa, secondo quanto riporta Il Corriere della Sera, ci sarebbero Francesco Gaetano Caltagirone, il presidente di Delfin, Francesco Milleri, e l'amministratore delegato di Mps, Luigi Lovaglio. Anche il gruppo Caltagirone e la Delfin, come persone giuridiche, sono indagate dal pool economico del procuratore aggiunto Roberto Pellicano in base alla legge 231 del 2001 sulla responsabilità amministrativa degli enti per reati commessi dai vertici nell’interesse aziendale.
Il fulmine a ciel sereno ha colpito le quotazioni delle società coinvolte: le azioni Mps virano in negativo cedendo il 6% (minimo toccato a 8,123 euro) e Mediobanca perde il 3% (minimo toccato a 16,335 euro) quando mancano due ore alla chiusura di Piazza Affari.
Le accuse
Secondo gli inquirenti, i tre avrebbero concordato l’Opas senza dichiararlo al mercato, in violazione delle regole, e soprattutto ai controllori della Consob (l’autorità di vigilanza sulla Borsa), dell’Ivass (vigilante sul mondo delle assicurazioni) e della Banca centrale europea (vigilante sul sistema creditizio).
Inoltre, l’accordo avrebbe comportato il coordinamento, oltre che degli acquisti nel 2024 di una quota di azioni Mps cedute a fine 2024 dal Ministero del Tesoro allora primo azionista della banca senese, anche degli acquisti di azioni di Mediobanca, fino a violare l’obbligo normativo di lanciare sull’istituto guidato allora dal banchiere Alberto Nagel una “Opa-Offerta pubblica di acquisto” una volta raggiunta e superata congiuntamente la quota del 25% di Piazzetta Cuccia.
Cos’è l’aggiotaggio
L'aggiotaggio è un reato penale previsto dal Codice Penale italiano (art. 501), che consiste nel provocare artificialmente un rialzo o ribasso fraudolento dei prezzi di merci o valori sul pubblico mercato o in borsa, attraverso notizie false, esagerate, operazioni simulate o altri artifici, al fine di ottenere un vantaggio indebito.
Tipologie:
- Aggiotaggio comune: riguarda merci o valori quotati in borsa, con condotte come diffusione di notizie false (aggiotaggio informativo) o artifici operativi per alterare i prezzi.
- Aggiotaggio societario: colpisce strumenti finanziari non quotati o società, alterando prezzi o affidamento pubblico.
- Aggiotaggio bancario: mira a incidere sulla stabilità patrimoniale di banche o gruppi bancari.
Pene:
- reclusione da 1 a 5 anni per aggiotaggio comune e societario;
- reclusione da 1 a 6 anni più multa da 20.000 a 3 milioni di euro per abuso di informazioni privilegiate (art. 184 TUF).
Il reato si prescrive in 6 anni e si configura come delitto di pericolo, consumato con la mera idoneità della condotta.
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