L’Opec chiude il rubinetto, torna sulle borsa la minaccia di inflazione

03/04/2023 06:30
L’Opec chiude il rubinetto, torna sulle borsa la minaccia di inflazione

Russia ed Arabia Saudita, secondo quanto riferisce il Wall Street Journal, si sono accordate per rompere la tregua con i paesi consumatori. Il greggio del Mare del Nord sale del 5%. Immediata la ricaduta sulle obbligazioni.

BTP. IlSole24Ore riporta che il Pil italiano potrebbe sfiorare quest’anno l’1%.

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Le borse sono uscite bene dal primo trimestre dell’anno, con il Nasdaq che ha guadagnato quasi il 17%: per trovare una performance migliore bisogno andare al periodo aprile-giugno del 20202. L’ingresso nel secondo trimestre potrebbe essere traumatico: il balzo del prezzo dell’energia provocato dall’inaspettata decisione dell’Opec+ di tagliare la produzione, rischia di riportare su l’inflazione e si prolungare la stretta monetaria. Il Brent del Mare del Nord sale del 5% a 84 dollari il barile.

PETROLIO

Il cartello ha annunciato un taglio a partire dal mese di maggio, per tutto il 2023, di 1 milione di barili al giorno. La notizia è arrivata ieri, pochi minuti dopo quella della riduzione piu' massiccia tra i paesi che aderiscono all’organizzazione allargata dei maggiori produttori di petrolio mondiale, quella da mezzo milione di barili annunciata dall’Arabia Saudita. Gli Emirati arabi uniti ridurranno la produzione di 144mila barili, il Kuwait di 128mila. L’Iraq, da solo contribuira' con un taglio di 211 mila barili, il Kazakistan di 78mila, l'Algeria di 48 mila barili al giorno e l'Oman di 40 mila barili. La Russia dal canto suo prolunghera' il taglio della produzione, di 500 mila barili al giorno, che gia' aveva previsto e comunicato, da marzo a giugno, a tutto il 2023. Quindi, da luglio, verranno a mancare circa 1,5 milioni di barili al giorno. Il ministro saudita dell'Energia ha sottolineato che si tratta "di una misura precauzionale per salvaguardare la stabilita' del mercato del petrolio". Il Wall Street Journal riferisce che la decisione di cambiare approccio è stata presa per iniziativa di Arabia Saudita e Russia, gli altri membri del cartello, si sono accodati.

Le borse dell’Europa dovrebbero aprire in lieve ribasso, future del Dax di Francoforte -0,2%.

Le aspettative di un nuovo surriscaldamento dell’inflazione indeboliscono le obbligazioni. Il bond biennale degli Stati Uniti sale di rendimento a 4,10%, +7 punti base.

Il BTP a dieci anni ha chiuso venerdì a 4,08%, -13 punti base.

PIL ITALIA

IlSole24Ore riportava ieri che che dal consiglio dei ministri dell’11 aprile dovrebbe uscire un obiettivo di crescita di quest’anno del +0,8%/+0,9%. Ma con una congiuntura favorevole si potrebbe salire anche di più. L’indicatore dovrebbe atterrare 2-3 decimali sopra l’obiettivo indicato nella Nadef, ma nel confronto con il tendenziale di novembre (+0,3%) il salto è più netto. Al ministero dell’Economia, anzi, si aspettano anche qualcosa di più, perché anche il primo semestre dovrebbe portare una leggera crescita del prodotto e il secondo potrebbe rivelarsi più vivace. Con queste premesse, e con un +0,4% ereditato dallo scorso anno, non sarebbe difficile superare la soglia degli zerovirgola per arrivare in zona +1%.

DEBITO

“La qualità del credito continua a indebolirsi” avverte S&P nel bollettino trimestrale emesso giovedì sera. Gli analisti avvertono che i quattrocento punti base di aumento dei tassi di interesse decisi dalle banche centrali nel corso del 2022 hanno portato ad un peggioramento dello scenario complessivo, pur avendo ottenuto meno del previsto per quel che riguarda l’inflazione: quella core, in Europa, continua a salire in modo preoccupante, come hanno mostrato i dati diffusi venerdì mattina in Europa.

La conseguenza, a livello di credito, è il continuo aumento dei rating in negativo o sotto osservazione con implicazioni negative: a fine marzo eravamo vicine al 15% del totale. “I crediti nei settori dei beni di consumo, della vendita al dettaglio, dei media, del real estate e quelli che si trovano all'estremità inferiore della scala di rating sono i più a rischio. Lo scenario di base di S&P prevede che i tassi di default raddoppino quest'anno, superando il 4,0% negli Stati Uniti e il 3,25% in Europa”, si legge nella nota firmata dagli analisti Alexandra Demitrijevic, Gregg Lemos Stein e Nick Kraemer. Con le banche centrali arrivate al culmine della stretta monetaria, qualcuno potrebbe essere spinto a pensare che il peggio sia alle spalle, non è così, perché, “il pieno impatto del forte aumento dei tassi d'interesse non si è ancora manifestato. Lo stress bancario negli Stati Uniti e in Europa ci ricorda quanto rapidamente possa erodersi la fiducia. La rapida risposta delle autorità suggerisce che si eviterà un contagio più ampio. Tuttavia, è probabile che gli alti tassi d'interesse mettano ulteriormente a dura prova i costi di finanziamento del credito e i prezzi degli asset”. S&P mette in conto che per molte economie si stanno avvicinando “a un hard landing.”

In Asia Pacifico, salgono le borse di Shanghai e di Tokyo, in calo l’Hang Seng di Hong Kong.

TITOLI

Saipem ha annunciato di aver firmato tre nuovi contratti, per un totale di 650 milioni di dollari.

Telecom Italia. Sulle offerte per la rete della società di tlc il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, ha detto che "i tempi sono quelli che ha deciso il cda di Tim. Credo che sia intorno alla metà di aprile. Le due offerte in qualche modo è stato richiesto di migliorarle, vedremo che cosa arriverà”.

Eni Il Dipartimento per la Sicurezza Energetica e Net Zero (Desnz) della Gran Bretagna ha selezionato 8 progetti per la cattura delle emissioni di CO2 che accederanno ai fondi (20 miliardi di sterline) previsti dal governo per accelerare la decarbonizzazione del Paese. Di questi, 5 appartengono al Consorzio HyNet North West, in cui Eni è operatore per le attività di trasporto e stoccaggio dell'anidride carbonica.

Unicredit. L'assemblea dei soci che ha approvato il bilancio 2022 e la nuova politica retributiva del gruppo per il 2023.

Juventus . I revisori di Deloitte non hanno fatto rilievi alla semestrale al 31 dicembre 2022 al di fuori delle criticità già note su stipendi e operazioni con altri club.

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