Opec+, possibile compromesso dopo il veto degli Emirati Arabi

Arrivato ieri lo stop all'accordo sulla produzione sul quale l'Opec+ sembrava ad un passo dalla conclusione. A fermare la nuova decisione dei paesi produttori è stata l'opposizione degli Emirati Arabi, posticipando così la decisione finale alla giornata di oggi.
Indice dei contenuti
Lo stop all'accordo sostiene i prezzi del petrolio
Prima dell'intervento degli Emirati Arabi, i paesi dell'Opec, con la Russia aggiunta, avevano stabilito un aumento della produzione di 400.000 barili al giorno da agosto a dicembre. I produttori avevano già previsto un aumento della domanda di greggio di 6 milioni di barili entro fine 2021 e un output di quasi 100 milioni di barili al giorno che potrebbe portare ad un deficit di 2,3 milioni di barili nell'ultimo trimestre dell'anno in caso di mancanza di un aumento produttivo.
La notizia della mancanza di unanimità all'accordo aveva spinto in alto i prezzi del greggio, salito oltre i 76 dollari al barile, ai massimi dal 2018. Sulla stessa scia l'andamento del Brent, anche questo sopra quota 76 dollari, ai massimi da tre anni.
Nella giornata di oggi sembra prevalere l'attesa con il greggio e il Brent che tornano a 75 dollari, ma le notizie che potrebbero provenire dal vertice Opec+ potrebbero dare una nuova scossa alle quotazioni della materia prima.
Verso un compromesso?
“Il mercato si aspetta il raggiungimento di un compromesso tra Russia, Arabia e paesi mediorientali con un aumento della produzione da 500.000 barili al giorno”, spiegano a Mps Capital Services, secondo i quali “nelle discussioni ci sarebbero divergenze se far partire l'aumento da agosto o da settembre in modo da avere più tempo per valutare l'andamento della variante Delta e gli sviluppi sul fronte nucleare iraniano”.
Le previsioni sul prezzo del petrolio
Se da Mps Capital Service avvisano che “il mercato globale in questo momento è in forte deficit di produzione ed un nulla di fatto probabilmente contribuirebbe a surriscaldare ulteriormente i prezzi”, Ole Hansen di BG Saxo non pensa che il prezzo del petrolio possa arrivare a 80 dollari. Secondo questo analista, avendo superato i 70 dollari, la prossima tappa, intorno ai 72 dollari, determinerebbe se il Brent ha abbastanza slancio per sfidare la tendenza al ribasso di tredici anni dal picco del 2008, intorno ai 78 dollari. L'analista comunque considera un movimento di questa portata di breve durata. Previsioni diverse per Bank of America, secondo la quale il Brent potrebbe arrivare a quota 100 dollari al barile entro la prossima estate a causa dell'aumento del consumo globale di petrolio che continuerà a superare l'offerta nel 2022 sulla spinta della ripresa economica.
La Finestra sui Mercati
Tutte le mattine la newsletter con le idee di investimento!
