Oracle sprofonda dopo la trimestrale: si teme per la bolla dell’IA

Oracle sprofonda dopo la trimestrale: si teme per la bolla dell’IA

La società produttrice di data base focalizzati sull’intelligenza artificiale ha annunciato un aumento della spesa e il mercato inizia a dubitare sulla rapida trasformazione di queste spese in fatturato.

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Oracle e i timori di una bolla tech

I timori di una possibile bolla tecnologica stendono Oracle, con la società diventata fondamentale nello sviluppo dell’intelligenza artificiale che ha diffuso un aumento della spesa per investimenti, oltre a ricavi e outlook inferiori alle attese. I risultati del gruppo sono considerati un indicatore dell’eventuale esistenza di una bolla AI e di come la società reperirà risorse per costruire l’infrastruttura.

La società ha annunciato una previsione di spesa in aumento di 15 miliardi di dollari nell’anno fiscale che si concluderà a maggio 2026, arrivando a circa 50 miliardi, rispetto alle previsioni diffuse lo scorso settembre. Le spese in conto capitale, parametro di riferimento per la spesa nei data center, sono state di circa 12 miliardi d nel trimestre, in aumento rispetto agli 8,5 miliardi di dollari del periodo precedente e superiori agli 8,25 miliardi previsti dagli esperti. Gli investitori vogliono che Oracle trasformi la sua maggiore spesa per le infrastrutture in fatturato con la rapidità promessa.

"La stragrande maggioranza dei nostri investimenti in conto capitale riguarda apparecchiature che generano fatturato e che vengono destinate ai nostri data center, e non terreni, edifici o energia, che sono collettivamente coperti da contratti di locazione", spiegava Doug Kehring, Principal Financial Officer, durante la conference call di presentazione dei risultati. "Oracle non pagherà questi contratti di locazione finché i data center completati e le relative utenze non ci saranno consegnati".

Spiegazione che non bastava a sostenere le azioni Oracle a Wall Street: il titolo cedeva l’11% nelle contrattazioni afterhours di ieri sera dopo la diffusione dei conti, scendendo così sotto quota 200 dollari e lasciando presagire una difficile seduta per oggi alla Borsa di New York. Calo che spingeva al ribasso i mercati dopo il breve periodo di guadagni arrivato a seguito della decisione della Federal Reserve di tagliare i tassi e del conseguente atteggiamento meno ‘hawkish’ del previsto sulle prossime mosse di politica monetaria.

Deludono ricavi e previsioni

Male anche i ricavi complessivi della società nel secondo trimestre fiscale, arrivati a 16,06 miliardi di dollari e inferiori alle attese di 16,21 miliardi (dati LSEG).

Le vendite cloud sono aumentate sì del 34%, raggiungendo 7,98 miliardi di dollari, ma il mercato si attendeva qualcosa di più. Come maggiore era il consensus riguardo alla divisione infrastrutturale (una delle più monitorate dagli analisti) che ha generato 4,08 miliardi in vendite.

Inoltre, l’utile trimestrale rettificato è stato di 2,26 dollari per azione ma questo dato include un guadagno una tantum di 2,7 miliardi prima delle imposte, derivante dalla vendita della partecipazione nella società di progettazione di chip Ampere Computing.

Per il terzo trimestre fiscale, l'utile rettificato è atteso tra 1,64 e 1,68 dollari per azione, al di sotto delle stime degli analisti di 1,72 dollari. I ricavi sono previsti tra il 16% e il 18%, stima inferiore al consensus che ha indicato una crescita del 19,4%.

Risultati contrastanti

"I risultati sono stati contrastanti, con un backlog di 523 miliardi di dollari leggermente superiore. Nonostante l'impegno del management a mantenere il rating del debito IG (investment-grade), i problemi di finanziamento dell'IA non sono stati risolti", scrive Jefferies in una nota, mantenendo il rating buy.

"Oracle si trova ad affrontare un crescente controllo sulla costruzione di data center alimentata dal debito e sul rischio di concentrazione, in un contesto di dubbi sull'esito dell'incertezza sulla spesa per l'intelligenza artificiale", secondo Jacob Bourne, analista di Emarketer. "Questo mancato fatturato probabilmente aggraverà le preoccupazioni degli investitori, già cauti, riguardo al suo accordo con OpenAI e alla sua aggressiva spesa in intelligenza artificiale", prevede l’esperto.

“Parte del sentiment negativo degli investitori nelle ultime settimane è legato al crescente scetticismo sulle prospettive di business di OpenAI, che sta subentrando alla concorrenza di aziende come Google di Alphabet”, ha scritto Kirk Materne, analista di Evercore ISI, in una nota in vista dei risultati, suggerendo che “gli investitori vorrebbero che il management di Oracle spiegasse come potrebbero modificare i piani di spesa in caso di variazione della domanda di OpenAI”.

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Aziende citate nell'Articolo

Codice: ORCL.US
Isin: US68389X1054
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